giovedì 16 giugno 2011

Meeting di Rimini, ospiti d'onore Napolitano, Bauman e tanti cardinali. La "primavera araba" e la situazione in Libia nel commento del ministro Frattini (Izzo)

MEETING RIMINI: OSPITI D'ONORE NAPOLITANO, BAUMAN E TANTI CARDINALI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 15 giu.

La realta' del mondo di oggi e della nostra vita ci spaventa per la sua incontrollabilita'. "A farci sentire un'incertezza piu' orrenda e devastante che in passato e' la percezione che la nostra impotenza sia incurabile", afferma il sociologo Zygmunt Bauman che ispira quest'anno il tema del Meeting di Rimini.
"E l'esistenza diventa un'immensa certezza", una scelta che, spiegano gli organizzatori nella conferenza stampa tenuta oggi all'ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, "vuole riaprire la partita riguardo alla possibilita' di una certezza, alla possibilita' di una conoscenza certa di se e del mondo". La XXXII edizione del Meeting di Rimini si aprira' il 21 di agosto con la presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Tra le personalita' che parteciperanno al meeting ci saranno diversi cardinali ta cui i capidicastero Robert Sarah, del Pontificio Consiglio Cor Unum, Jean Louis Tauran, del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, intervenuto questa sera alla conferenza stampa di presentazione del meeting con il ministro degi esteri Franco Frattini, il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi e il presidente della Fondazione per la sussidiarieta' Giorgio Vittadini. Parteciperanno al meeting come relatori anche John Polkinghorne, fisico e sacerdote della Chiesa Anglicana, vincitore del Premio Templeton nel 2002; il fisico Lucio Rossi, tra i costruttori dell'acceleratore del Cern di Ginevra, che presentera' la mostra dedicata all'atomo, la cui storica scoperta e' un esempio di come la certezza scientifica non sia un'evidenza immediata, ma un insieme di indizi che convergono verso qualcosa. Sul tema del linguaggio e della comunicazione interverranno due linguisti come Stefano Arduini, docente a Urbino e Andrea Moro, docente a Pavia e il filosofo del diritto Pietro Barcellona.
Sul tema della complessita' e del controllo del genoma umano, al tavolo esperti come Carlo Croce, genetista molecolare, tra i massimi esperti di ricerca sul cancro, del Cancer Center dell'Ohio University, Mauro Ferrari, esperto mondiale di bioingegneria e di nanotecnologie biomediche e Pier Giuseppe Pelicci, del IFOM-IEO Campus, il piu' grande polo di ricerca oncologica d'Europa. Testimonianza di come l'identita' e la religione non siano un ostacolo, ma l'inizio di una vera amicizia che affronta tutto il mondo, sara' - dopo la presentazione de "Il senso religioso" in arabo di qualche anno fa al Meeting - la traduzione in arabo de "Il rischio educativo" di don Luigi Giussani realizzata da Abdel Fattah Hasan.
Su questi aspetti prenderanno la parola al Meeting il custode di Terra Santa, Pierbattista Pizzaballa, e il cardinale egiziano Antonios Naguib, patriarca cattolico di Alessandria d'Egitto. Dell'impegno dei cattolici in politica tratteranno invece Frattini e il governatore della Lombardia Formigoni. Ma sono invitati anche il vice presidente del Senato Vannino Chiti e il vicesegretario del Pd Enrico Letta.
Ci saranno anche il vescovo di San Marino Luigi Negri, il cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi, il segretario della Cisl Bonanni e il presidente della Fiat Elkan. Presenteranno infine i loro libri Antonio Socci, Mario Calabresi, Luca Doninelli e Giampaolo Calabresi. Lo spettacolo inaugurale nel cuore della citta', in piazza Cavour, al quale presenzieranno Napolitano e il vicepresidente della Camera Lupi, sara' intitolato
"E' festa". Sara' una serata di canti popolari per raccontare l'Unita' d'Italia. In calendario a Rimini ci sono oltre 100 convegni; tra questi la fascia dei Focus, appuntamenti dedicati all?approfondimento di temi specifici per un pubblico specializzato, la serie di incontri denominata "Un caffe' italiano? domande sull'unita'", occasione per i giovani di incontrare e porre domande a esperti sul tema dell'unita' del nostro Paese.
"La sapienza risplende. Madonne d'Abruzzo tra Medioevo e Rinascimento" e' invece il titolo della mostra che sara' allestita presso i Musei Comunali di Rimini, realizzata con la direzione regionale dell'Abruzzo e la soprintendenza dell'Aquila un viaggio delle splendide Madonne d?Abruzzo salvate dal terremoto, che si propongono al grande pubblico. Si tratta di una ventina di importanti sculture policrome e tavole dipinte, elaborate da abilissimi maestri in prevalenza abruzzesi tra la fine del XII e la meta' del XIV secolo, le quali, dopo il salvataggio effettuato dai Vigili del Fuoco.
Nove, infine, saranno le mostre allestite all?interno dei padiglioni fieristici: da quella sui 150 di sussidiarieta', che ha ricevuto il logo ufficiale delle celebrazioni dell'Unita' d'Italia, a quella su Cafarnao e gli apostoli. Grandi figure saranno al centro delle esposizioni dedicate al profeta Ezechiele, a San Carlo Borromeo, al beato John Henry Newman e allo scrittore russo Boris Pasternak. Due mostre, saranno dedicate all'arte del 200 e agli affreschi dell'ospedale di Santa Maria della Scala a Siena.

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PRIMAVERA ARABA : FRATTINI, IN GIOCO CREDIBILITA' MORALE UE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 15 giu.

La "primavera araba" chiede un cambiamento all'Europa.
"E' in gioco - afferma il ministro degli esteri Franco Frattini - la nostra credibilita' morale. Come possiamo esercitare - si e' chiesto - un ruolo di leadership morale per aiutare la transizione verso la democrazia se noi per primi non difendiamo quei valori che vengono rivendicati da questi Paesi, cioe' i diritti e tra questi c'e' quello alla liberta' religosa. Eppure nessun paese fondatore dell'Unione Europea ha difeso con noi il Crocifisso o ha appoggiato la risoluzione a favore dei cristiani dell'Oriente e dell'Iraq".
Secondo il ministro, intervenuto questa sera alla presentazione del meeting di Rimini, "la primavera araba puo' essere una svolta nella storia del mondo se sapremo comprenderla come una messa in crisi di una impostazione dei rapporti dell'Occidente verso i Paesi del Mediterraneo". "Questo - ha spiegato - ci impone un ripensamento legato a una riflessione critica sul nostro ruolo passato nell'area e su come contribuire a un equilibrio stabile che, se non vogliamo fondato sulla sabbia come le dittature che erano salde solo in apparenza e si sono dissolte assai rapidamente, deve fondarsi sulla dignita' della persona umana sulla liberta' religiosa". "Credevamo, sbagliando di grosso che vi fosse inconciliabilita' tra il mondo arabo e la rivendicazione dei diritti e delle liberta'", ha osservato Frattini.
Ma, ha aggiunto, "questa certezza si e' sgretolata quando abbiamo visto scendere in piazza i giovani per chiedere qualcosa e non contro qualcuno, magari bruciando le bandiere usa e israliana". "Avevamo pensato - ha continuato -che il nostro interesse fosse il nostro fabbisogno di petrolio e la gestione del problema immigrati invece abbiamo capito che la nostra storia deve guidarci.
Abbiamo permesso che la convenienza delle nostre relazioni facesse premio sulle nostre convinzioni. Ma era una convenienza apparente, cosi' come era una stabilita' fragile quella di governi che apparivano stabilissimi e invece avevano piedi di argilla perche' non erano fondati su valori duraturi. Regimi che non erano in grado di governae i loro popoli".
"Questo - si e' domandato ancora Frattini - fa cadere il principi dell'interesse nazionale come perno della nostra diplomazia?". "Io - ha risposto - non credo vi sia contraddizione tra l'interesse nazionale e quei valori che debbono fondare la convivenza civile. Affermare i diritti, costruire un nuovo umanesimo, sostituire il paternariato al paternalismo aiuta il nostro interesse nazionale. Lavorare per la prosperita', la stabilita' e la sicurezza e' possibile solo se si costruisce su un tessuto comuna. Non e' la convenienza con la c minuscola che deve guidarci ma il bene della nostra nazione. Se dimentichiamo la dimensione etica dell'interesse nazionale, che ci impone di difendere i diritti ovunque siano in pericolo non facciamo buon servizio all' interesse nazionale".

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ONU: FRATTINI, DOBBIAMO INTERROGARCI SU INGERENZA UMANITARIA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 15 giu.

La vicenda della Libia, i militari italiani uccisi in Iraq e ora in Afghanistan e piu' in generale l'andamento delle missioni internazionali spingono "a interrogarci su quel principio dell'ingerenza che la carta Onu ha affermato e alla luce del quale le azioni umanitarie si sono trasformate in azioni belliche". Lo ha affermato il ministro degli esteri italiano Franco Frattini, intervenuto all'ambasciata d'Italia presso la Santa Sede alla presentazione del Meeting di Rimini. "E' possibile, necessario e indispensabile - ha spiegato Frattini - riflettere su quella regola dell'Onu in nome della quale andiamo a ristabilire i diritti e privilegiare l'aspetto della prevenzione su quello della reazione che ci ha impegnato in modo esclusivo fino ad ora. E questo senza voler mettere in discussione la carta dell'Onu, ma semplicemente ponendo il problema in nome di valori come la vita e la dignita che sono al di sopra di tutto".

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LIBIA: FRATTINI, SANGUINARIO GHEDDAFI RESISTE PERCHE' HA SOLDI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 15 giu.

"Il regime di Gheddafi non e' ancora caduto per l'indole particolarmente sanguinaria di chi lo guida e l'immensa quantiita' di denaro di cui dispone".
Ne e' convinto il ministro degli esteri Franco Frattini, intervenuto oggi poeriggio alla presentazione del meeeting di Rimini che si e' tenuta all'ambasciata d'Italia presso la Santa Sede. Secondo Frattini, in Libia "troppa gente fa il tifo per abbandonare il paese nelle mani di Gheddafi". E' dunque essenziale, ha aggiunto il ministro, "impedire le stragi", e "trovare una soluzione politica che e' una priorita' assoluta".
In Libia dunque, ha spiegato ai giornalisti, "dobbiamo continuare a sviluppare un'azione umanitaria che serva ad evitare queste stragi". "Bisogna - ha scandito - impedire le stragi e cercare una soluzione politica cui partecipino tutte le tribu', che rappresentano la realta' di questo Paese". Quanto alla durata della missione, Frattini ha ricordato che "ci sono i termini fissati dalla Nato".
"Mi preoccupa invece - ha rivelato il ministro - che si arrivi a una assemblea libica di riconciliazione per un governo di transizione". Frattini ha poi concluso sottolinenando che nel momento in cui "ci sara' un mandato di arresto per Gheddafi il solo obbligo che vale per tutti sara' quello di arrestarlo".

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