Sabato il Papa a Zagabria
Insieme in Cristo per rinnovare la società
Josip Bozanić,
Cardinale, arcivescovo di Zagabria
Con grande gioia la Chiesa che è in Croazia è pronta ad accogliere Benedetto XVI a Zagreb il 4 e il 5 giugno.
Il Papa viene in occasione della prima Giornata nazionale delle famiglie cattoliche croate, per ribadire e promuovere i valori derivanti dal matrimonio, per riaffermare il ruolo dell’istituzione familiare, un dono per l’esistenza di ogni uomo, nel quale fa la conoscenza dell’amore e impara ad amare, sviluppando la propria identità e la propria personalità.
Per ogni Chiesa e per ogni popolo la visita del Successore di Pietro è una benedizione. Gli viene offerta la possibilità di prendere maggiore coscienza del cammino compiuto, di fare una sincera verifica del presente e soprattutto di aprire il cuore a quella speranza che le parole del Papa sanno infondere mentre illuminano i passi verso il futuro.
Per la Chiesa che è in Croazia la visita di Benedetto XVI è un vero dono dello Spirito in questo tempo pasquale. Sappiamo bene quanti fedeli vogliono videre Petrum, essere vicini al Papa, comunicare con lui non solo nell’intimità della preghiera — attraverso quelle vie che sono conosciute solo a Dio — ma anche dimostrando visibilmente il loro desiderio di incontrare il Pontefice, partecipando alle celebrazioni.
Il seme della parola del Papa cadrà sul terreno in cui si trovano le diverse realtà ed esperienze presenti in Croazia. Bisogna tener presente che sono passati solo due decenni dalla caduta del regime comunista e che, subito dopo, il Paese si è trovato davanti ai disastri causati da una guerra che ha provocato distruzioni e ferite difficilmente sanabili. O almeno tali da non poter essere sanate solo attraverso interventi politici o di carattere economici, senza cioè rivalutare la verità storica e, soprattutto, senza riscoprire l’incontro personale con Dio, Padre di misericordia. La Chiesa che è in Croazia è grata per le moltissime testimonianze di radicale adesione al Vangelo nel corso della storia, fino all’epoca delle oppressioni del regime comunista e alle vicende della recente guerra. È l’eredità di martiri e testimoni del Vangelo, le cui più alte espressioni sono la vita e la morte del beato Alojzije Stepinac. La Chiesa, malgrado le ancora forti opposizioni di una parte della società dinanzi all’esigenza della purificazione della memoria, dà grande rilievo questa ricca eredità spirituale, che non potrà mai essere racchiusa nei soli fatti storici. Accanto al beato Stepinac ci sono molti uomini e donne, chierici e laici, che hanno trasmesso i valori cristiani e testimoniato la vera cultura dell’umanesimo cristiano.
Joseph Ratzinger ha già avuto modo di fare conoscenza con i fedeli croati, con la nostra storia e con la nostra cultura in diverse circostanze, già dai tempi in cui era professore, vescovo e poi cardinale. Conosce quindi molto bene le dimensioni più profonde della fede e della cultura croate. Nel viaggio apostolico incontrerà anche una nuova generazione di giovani, per la maggior parte nata dopo la caduta del regime comunista. Vive la stessa realtà dei coetanei europei, ed è anche molto sensibile ai valori spirituali e alle iniziative della Chiesa universale.
La visita è articolata in quattro incontri, che rappresentano la nostra unità, i capisaldi della nostra azione pastorale ed abbracciano simbolicamente gli ambiti della vita umana: dalla cultura, alle famiglie, ai giovani, alle vocazioni.
(©L'Osservatore Romano 3-4 giugno 2011)
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