sabato 23 luglio 2011

A colloquio con monsignor Antonio Neri, sotto-segretario della Congregazione per il Clero. I preti portatori di speranza e di pace (Gori)

A colloquio con monsignor Antonio Neri, sotto-segretario della Congregazione per il Clero

I preti portatori di speranza e di pace

di NICOLA GORI

Una sorta di sentinella, un osservatore che scorge i cambiamenti, le difficoltà, le attese: così monsignor Antonio Neri descrive l'impegnativo incarico di sotto-segretario della Congregazione per il Clero, affidatogli due mesi fa da Benedetto XVI. Un compito che permette di entrare in contatto con le diverse realtà del mondo sacerdotale, da quelle più prossime, fino alle più lontane dall'Urbe; e che fa del dicastero e di quanti vi lavorano un punto di riferimento fondamentale per i circa quattrocentomila preti sparsi nei cinque continenti. Quarantanove anni, originario di Catanzaro, monsignor Neri racconta al nostro giornale la sua esperienza all'interno del dicastero, in cui lavorava già come officiale dal 2008.

Come ha vissuto la promozione a sotto-segretario?

Scriveva san Massimiliano Maria Kolbe che l'obbedienza, ed essa sola, è quella che ci manifesta con certezza la divina volontà: chi obbedisce non sbaglia. È questo lo spirito che mi anima e mi ha animato nel ministero fino a oggi. Certamente è stata una grande sorpresa della Provvidenza, per la quale sono profondamente grato al Papa per la fiducia accordatami. L'esperienza come officiale, soprattutto per l'acquisita conoscenza della preziosissima prassi della Curia Romana, rende ancora più totalizzante il mio impegno, poiché permette di conoscere fin nelle pieghe più nascoste il lavoro del dicastero e di leggere, al di là degli aspetti puramente giuridici, anche le grandi problematiche teologiche ed ecclesiologiche che sono a essi sottese. È stato un passaggio confortato, poi, dall'affetto dei confratelli colleghi della Congregazione, che ringrazio per collaborazione.

Quali sono i suoi compiti specifici?

Il prefetto regge il dicastero, lo dirige e lo rappresenta, mentre il segretario, con la collaborazione del sotto-segretario, aiuta il prefetto nel dirigere le persone e nel trattare gli affari della Congregazione. Perciò il sotto-segretario coadiuva il segretario nel trattare le questioni e le pratiche allo studio, nel curare il funzionamento del dicastero e nella gestione del personale. In particolare: funge da attuario nelle sessioni plenarie e ordinarie; rivede le minute di lettere e di altri documenti; in caso di assenza o di impedimento del segretario, lo supplisce in alcune funzioni; concede, per giusta causa, eventuali permessi di assentarsi durante l'orario di ufficio; può essere autorizzato a firmare atti esplicitamente determinati; attende a particolari attività che i superiori gli affidano.

Venendo a contatto con le realtà di ogni continente, quali sono secondo lei i tratti universali del clero?

In tutto il mondo gli oltre quattrocentomila sacerdoti vivono un'intensa esperienza di servizio agli uomini e di dedizione alla causa del Regno di Dio. Sono presenti nelle varie realtà culturali e sociali, portando quanto di più vero ed autentico il cuore umano possa desiderare: l'incontro con Cristo Salvatore. Mi colpisce sempre l'operosità dei confratelli che, quando vigila attentamente per evitare di degenerare in attivismo, è un segno di quel dono totale di se stessi che trova solo nel rapporto con il Signore la propria radice autentica. Senza vanagloria e senza complessi d'inferiorità, è necessario e doveroso riconoscere come i sacerdoti siano una "parte buona" dell'umanità, si direbbe teologicamente portio electa del popolo di Dio. Sono ovunque portatori di speranza e di pace, spesso segno di contraddizione rispetto a una società apparentemente dimentica dei valori dello spirito. Moltissimi, poi, sono letteralmente eroici nell'affrontare le avverse condizioni culturali e sociali e, perfino, la persecuzione, pur di annunciare il Vangelo.

E quali sono le caratteristiche più rilevanti dei preti appartenenti a popoli e nazioni diverse?

Anche se sono all'inizio del mio servizio, attingendo dalla precedente esperienza mi pare di poter porre in evidenza caratteristiche più legate alle differenti aree di influenza culturale, che non alle nazionalità o ai popoli. I sacerdoti che vivono nelle regioni legate alla cultura occidentale sono alla ricerca di una maggiore sottolineatura della spiritualità. L'immersione nel mondo ha portato alcuni a veder sfocata e perfino a perdere la propria identità; in Occidente si avverte con forza l'esigenza della riscoperta gioiosa dell'identità, letta sempre nell'indispensabile e corretta relazione con tutti i fedeli, con i quali si condivide la comune vocazione battesimale, inclusiva del sacerdozio comune, e per la cui santificazione il ministero viene esercitato. Colpisce poi l'entusiasmo davvero evangelico dei sacerdoti che operano nella zone emergenti e nelle Chiese più giovani. Pur con pochissimi mezzi a disposizione, si spendono totalmente per l'annuncio del Risorto e perché, con l'arrivo del Vangelo autenticamente vissuto, possano mutare anche le condizioni sociali e di vita delle popolazioni. Non che il clero di queste aree geografiche non presenti problemi, anche disciplinari; ma è in forte cammino e domanda, anche alle Chiese di più antica tradizione, di essere accolto, sostenuto e guidato. Credo sia proprio questo uno degli aspetti più interessanti antropologicamente e commoventi teologicamente, di quella realtà divina e umana che è la Chiesa. Nessuno al mondo dispone di forze umane tanto grandi, eppure così inadeguate alla vastità della missione; tanto differenziate e ricche, eppure così unite in un sol corpo; un "personale" - mi si perdoni l'espressione - tanto dedito e qualificato eppure talvolta fragile e che, proprio per questo, confida più in Dio e nel suo Spirito, che in se stesso.

In che modo la Congregazione promuove l'aggiornamento pastorale del clero?

Più che di aggiornamento, si parla ormai di formazione permanente, intendendo in tal modo porre in evidenza come la dimensione della formazione non caratterizzi unicamente la prima fase della vita dei sacerdoti, cioè il seminario, ma rappresenti una delle dimensioni dell'esistenza. Questo non solo per ovvie ragioni di carattere teologico e pastorale, ma soprattutto per la dimensione soprannaturale della formazione cristiana, la quale è sempre consapevole che il modello è Dio stesso, fatto uomo in Gesù di Nazareth, e quindi la tensione è sempre verso un di più, verso quell'infinito mistero al quale tutti siamo chiamati a conformarci. La Congregazione, oltre a sostenere le iniziative promosse dalle varie Conferenze episcopali e circoscrizioni ecclesiastiche per la formazione permanente, promuove, su mandato del Pontefice, eventi di carattere internazionale, come il recente Anno sacerdotale, con i convegni che lo hanno accompagnato, e offre - anche attraverso il proprio sito www.clerus.org - molto materiale di carattere formativo, per approfondire argomenti di particolare interesse, e perfino suggerimenti per la predicazione domenicale, nelle principali lingue della Chiesa. Esiste infine, all'interno del dicastero, l'istituto Sacrum Ministerium, presieduto dall'arcivescovo segretario, che ha come scopo proprio la formazione, a livello internazionale, dei delegati degli ordinari per la formazione del clero.

Oltre che degli aspetti spirituali, il dicastero si occupa anche dei beni materiali del clero?

Bisogna distinguere tra beni ecclesiastici e beni personali dei chierici. La Congregazione, per mezzo dell'ufficio amministrativo, si occupa innanzitutto di tutto quello che spetta alla Santa Sede per l'ordinamento dei beni ecclesiastici e concede le necessarie approvazioni; inoltre procura perché si provveda al sostentamento e alla previdenza sociale del clero. La licenza del dicastero è necessaria per la valida alienazione dei beni, il cui valore supera la somma massima o minima stabilita dalla Conferenza dei vescovi, degli oggetti ex voto e delle cose preziose artistico-storiche. Il dicastero, quindi, è anche competente a fornire il proprio parere alla Congregazione per i Vescovi circa la recognitio alle delibere delle Conferenze episcopali che stabiliscono quali siano gli atti di straordinaria amministrazione. La recognitio del dicastero è necessaria anche alle norme delle Conferenze episcopali relative al trattamento economico e alla previdenza sociale del clero, e in questo senso il suddetto ufficio ha avviato lo studio di alcuni modi di intervento del dicastero perché si provveda al sostentamento e alla previdenza sociale del clero, nonché l'indagine conoscitiva sui vari sistemi di amministrazione ecclesiastica adottati nelle differenti nazioni.

(©L'Osservatore Romano 24 luglio 2011)

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