Dagli Stati Uniti nuovi studi su Eugenio Pacelli
Quando il "Jewish Veteran" lodava Pio XII
di GIULIA GALEOTTI
Le ricerche storiche proseguono. E danno via via sempre nuove conferme di quello che fu il tenace impegno di Pio XII in favore degli ebrei negli anni più bui della storia del Novecento. Un impegno che l'ebraismo già allora riconobbe e lodò. L'ennesimo tassello di questo mosaico che ha ormai assunto una fisionomia sempre più difficilmente confutabile, viene dal ricercatore statunitense William Doino jr. che ha recentemente riferito a Marianne Medlin, giornalista della Cna (Catholic News Agency, con sede a Denver in Colorado), le sue ultime scoperte.
Studiando i numeri degli anni Trenta della "Jewish Veteran", rivista americana ebraica, infatti, Doino ha trovato molti contributi che lodano Eugenio Pacelli, prima da cardinale e poi da Pontefice. E lo lodano perché la sua vicinanza e la sincera simpatia nei confronti dell'ebraismo non rimasero a livello teorico, ma si fecero profondo e concreto rispetto per la comunità, i suoi membri e le sue tradizioni.
Già nel numero del marzo 1939 la rivista augura al nuovo Pontefice (eletto il giorno 2 di quel mese) a long and successful reign, mentre in quello di aprile la scelta del conclave viene salutata come a source of great satisfaction to Jews. Grande è infatti la gioia per l'elezione (avvenuta nonostante le forti pressioni antisemite) di un "leale amico degli ebrei".
Né - spiega ancora William Doino jr. a Marianne Medlin - questi interventi pubblicati sulla "Jewish Veteran" a favore di un Pontefice che, fiero oppositore di fascismo e nazismo, operò per "abbattere i muri dei pregiudizi antisemiti, e che certo non ne innalzò di nuovi", rappresentano un'eccezione per l'epoca.
Nel luglio del 1944, poco dopo la liberazione di Roma, l'American Jewish Congress (fondato nel 1918) lodò pubblicamente il Vaticano per aver fornito cibo kosher agli ebrei nascosti dagli istituti cattolici durante l'occupazione nazista della città italiana. Un'attenzione al mondo ebraico che non sorprende: come noto, infatti, nel 1938 quando era segretario di Stato, il cardinale Pacelli firmò un documento in cui si opponeva pubblicamente a un disegno di legge antikosher presentato in Polonia. Il passaggio della legge, scrisse Pacelli, avrebbe rappresentato "una grave e autentica persecuzione contro il popolo ebraico".
William Doino jr. non è nuovo alla materia. A lui si deve, per esempio, la vasta bibliografia ragionata (oltre duecento pagine) riguardante "lavori su Pio XII, la seconda guerra mondiale e l'Olocausto" (limitata a testi in inglese) che compare in calce al noto volume The Pius War. Responses to the Critics of Pius XII (Lanham, Lexington Books, 2004; nel 2010 è stato ristampato in edizione economica). Curato da Joseph Bottum (giornalista di "The Weekly Standard") e da David G. Dalin (rabbino, professore universitario appassionato studioso di Pacelli) e composto da undici saggi di storici di diverso orientamento, il volume indaga Pio XII in relazione ai rapporti fra Chiesa ed ebraismo negli anni del secondo conflitto mondiale.
(©L'Osservatore Romano 24 luglio 2011)
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