venerdì 8 luglio 2011

Da Khartoum a Juba: editoriale di padre Lombardi (Radio Vaticana)

Su segnalazione di Laura leggiamo:

Da Khartoum a Juba: editoriale di padre Lombardi

Nel contesto dello storico evento della proclamazione dell'indipendenza del Sud Sudan, vogliamo ricordare le parole pronunciate da Giovanni Paolo II durante il suo viaggio a Khartoum nel 1993. Riascoltiamo gli auspici e le riflessioni di Papa Wojtyla nell'editoriale del nostro direttore, padre Federico Lombardi, per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:

“I sudanesi, liberi nelle loro scelte, possano trovare la formula costituzionale che permetta loro di superare le contraddizioni e le lotte nel rispetto della specificità di ogni comunità”. “E’ difficile non pensare a tutte le preghiere e le sofferenze di coloro che sono colpiti dalla guerra che si protrae in questa terra, specialmente nel Sud. Tanti di voi provengono da lì, e a causa della guerra ora sono sfollati e senzatetto. L’immensa sofferenza di milioni di vittime innocenti mi impone di esprimere la mia solidarietà verso i deboli e gli indifesi, che si rivolgono a Dio chiedendo aiuto, giustizia, rispetto per la dignità che Dio ha dato loro come esseri umani, diritti fondamentali dell’uomo, libertà di credere e di praticare la propria fede senza paura o discriminazione. Io spero con tutto il cuore che la mia voce vi raggiunga, fratelli e sorelle del Sud”. “I venti di cambiamento che stanno soffiando nell’Africa esigono delle nuove strutture di organizzazione economica e politica, strutture che rispettino veramente la dignità umana e i diritti umani”.

Era il 10 febbraio del 1993, e Giovanni Paolo II passava una giornata intensissima e straordinaria a Khartoum, affrontava con il consueto straordinario coraggio davanti ai governanti i temi drammatici della giustizia e della libertà, era accolto con incredibile entusiasmo da un’immensa folla di sudanesi cattolici, per la gran parte sfollati dal Sud, in fuga dalle violenze di una guerra civile senza tregua.

Sono passati 18 anni, si calcola che due milioni di persone siano morte e quattro sfollate, ma ora si spera che la guerra sia veramente finita e che la nuova Repubblica del Sud Sudan, voluta a schiacciante maggioranza dai suoi abitanti, possa iniziare una nuova storia nella pace. I rappresentanti del Papa e il Segretario delle Nazioni Unite, vescovi di diversi Paesi e capi di Stato sono raccolti a Juba per la proclamazione dell’indipendenza.

Nonostante le sue risorse, sarà all’inizio uno dei Paesi più poveri del mondo, dovrà affrontare problemi difficilissimi per la sua unità interna, ma i suoi abitanti sperano – e tutti noi con loro – di poter costruire un futuro di libertà e di pace. La misteriosa e straordinaria vitalità dei popoli del Sudan – esplosa quella sera a Khartoum intorno a Giovanni Paolo II – non si è esaurita, ma ha bisogno di una solidarietà internazionale ed ecclesiale concreta e forte per poter fiorire. Non facciamola mancare.

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