domenica 10 luglio 2011

Domenica dal Pontefice familiari dei sequestrati ancora in mano ai pirati. Solidarietà e vicinanza ai marittimi e ai pescatori (O.R.)

Domenica dal Pontefice familiari dei sequestrati ancora in mano ai pirati

Solidarietà e vicinanza ai marittimi e ai pescatori

Non sono gli attacchi dei pirati il male peggiore per gli uomini di mare. Quel che li ferisce di più è l'assoluta noncuranza della maggior parte dell'opinione pubblica per la difficile situazione in cui vivono e lavorano quotidianamente. Di loro, delle loro problematiche non si parla mai se non nei casi di disastri o, appunto, quando restano vittime della pirateria. E nessuno si rende conto di quanto sia invece indispensabile il servizio reso dai marittimi. La Chiesa segue da vicino le vicende della gente di mare. Già agli inizi del 1920 fu avviata una particolare assistenza spirituale per loro. Ed è in questa ottica che domani, 10 luglio, si celebra la Domenica del mare, un'iniziativa adottata proprio per richiamare l'attenzione su questa vasta porzione d'umanità.
Per esprimere la continuità di questa sollecitudine pastorale Benedetto XVI proprio domani incontrerà a Castel Gandolfo, dopo l'Angelus, una rappresentanza delle famiglie che hanno parenti ancora oggi nelle mani dei pirati in varie parti del mondo. Li accompagnerà don Giacomo Martino, direttore nazionale dell'Apostolato del Mare. Ci saranno Nicola Verrecchia, Nunzia Nappa, Libera Lubrano Lavatera, Cosma Cesaro, Teresa Anna Costagliola Di Fiore e Adriano Bon, che gli racconteranno delle loro preoccupazioni e speranze.
Da parte sua il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti ha dedicato all'avvenimento un documento pastorale «per accrescere la consapevolezza -- si legge nel messaggio a firma dell'arcivescovo Antonio Maria Vegliò, e dal vescovo Joseph Kalathiparambil, rispettivamente presidente e segretario del dicastero -- nelle comunità cristiane e nella società in generale, di quanto sia indispensabile il servizio reso dai marittimi, e per far conoscere il ministero che i Cappellani e i volontari dell'Apostolato del Mare svolgono in numerosi porti del mondo».
Il beato Giovanni Paolo II non mancò di esprimere la solidarietà e la vicinanza della Chiesa a quanti lavorano sul mare. Lo fece a Fano (Ancona), il 12 agosto 1984, rivolgendosi ai marittimi e ai pescatori: «La mia presenza oggi in mezzo a voi -- disse -- vuole sottolineare che la Chiesa vi è vicina, onora il vostro lavoro, non di rado pericoloso e duro, conosce le vostre ansie e preoccupazioni, sostiene i vostri diritti, consola le vostre solitudini e le vostre nostalgie».
Queste parole «rappresentano un forte messaggio di speranza per i circa 1,5 milioni di marittimi di oltre 100 nazionalità (due terzi dei quali dai Paesi in via di sviluppo), che quotidianamente rispondono alle esigenze dell'economia globale trasportando il 90 per cento del commercio mondiale».
«In anni recenti -- si nota nel documento -- la criminalizzazione degli equipaggi a causa di incidenti marittimi, l'abbandono in porti stranieri senza cibo e denaro, le nuove restrizioni per scendere a terra, la mancanza di sicurezza e protezione, e i lunghi imbarchi hanno aggiunto ulteriore stress e ansia non solo alla vita di questi lavoratori, ma anche a quella delle loro famiglie».
L'Apostolato del Mare conosce molto bene le numerose situazioni «disumane che ancora persistono nel mondo marittimo e si schiera a fianco della gente di mare per ribadire che i loro diritti umani e lavorativi devono essere rispettati». Ricordando la recente dichiarazione sulla pirateria del 26 maggio 2011, nel messaggio si sottolinea l'importanza che il settore marittimo «lavori a stretto contatto con Governi, organizzazioni internazionali e agenzie di welfare per mettere in atto misure preventive al fine di garantire la sicurezza di queste persone. E, per assicurare ulteriore protezione a quanti lavorano sul mare, ci rivolgiamo a tutti i Governi affinché adottino quanto prima la Convenzione dell'Ufficio Internazionale del Lavoro (Ilo) sul Lavoro Marittimo (Mlc) 2006 e ne favoriscano l'entrata in vigore. Essa, altrimenti, avrebbe unicamente valore teorico, pur restando uno dei risultati più significativi di tutta la storia dei diritti dei marittimi».
Nella lotta per la giustizia nel mondo marittimo, l'Apostolato del Mare è guidato dai principi evangelici e dall'insegnamento della dottrina sociale della Chiesa. «Le parole -- si sottolinea nel testo -- con cui, il 17 aprile 1922, Papa Pio XI approvava e benediceva le prime costituzioni e il regolamento dell'Apostolato del Mare, ci incoraggiano a proseguire la missione “di espansione del ministero marittimo” affinché l'Opera “raccolga la più abbondante messe di frutti di salute”». Infine, l'arcivescovo Vegliò ha annunciato la convocazione, a Roma, del XXIII Congresso mondiale dell'Apostolato del Mare, dal 19 al 23 novembre 2012, per riflettere sulle sfide poste dai continui cambiamenti nel mondo marittimo.

(©L'Osservatore Romano 10 luglio 2011)

Nessun commento: