domenica 10 luglio 2011

Il Papa: "Dio non ci costringe a credere in Lui, ma ci attira a sé con la verità e la bontà del suo Figlio incarnato: l'amore, infatti, rispetta sempre la libertà" (Izzo)

PAPA: DIO NON COSTRINGE A CREDERE MA RISPETTA LA LIBERTA'

Salvatore Izzo

(AGI) - Castelgandolfo, 10 lug.

"Dio non ci costringe a credere in Lui, ma ci attira a sé con la verità e la bontà del suo Figlio incarnato: l'amore, infatti, rispetta sempre la libertà".
Benedetto XVI ha voluto ricordarlo ai quattromila fedeli presenti oggi nel cortile della residenza di Castelgandolfo per la preghiera dell'Angelus.
Lo "stile" del Signore e' quello del seminatore, ha spiegato il Papa citando quella che ha definito "una pagina in qualche modo autobiografica" del Vangelo, che "riflette l'esperienza stessa di Gesu', della sua predicazione: Egli si identifica con il seminatore, che sparge il buon seme della Parola di Dio, e si accorge dei diversi effetti che ottiene, a seconda del tipo di accoglienza riservata all'annuncio".
Il Pontefice teologo ha ricordato le diverse risposte elencate dal Vangelo: "c'e' - ha detto - chi ascolta superficialmente la Parola ma non l'accoglie; c'e' chi l'accoglie sul momento ma non ha costanza e perde tutto; c'e' chi viene sopraffatto dalle preoccupazioni e seduzioni del mondo; e c'e' chi ascolta in modo recettivo come il terreno buono: qui la Parola porta frutto in abbondanza".
Il brano del Vangelo letto nella lutirgia di oggi e commentato da Ratzinger nel breve discorso che ha preceduto l'Angelus, "insiste anche - ha sottolineato - sul 'metodo' della predicazione di Gesu', cioe', appunto, sull'uso delle parabole, una scelta motivata dallo stesso Gesu' ai suoi seguaci con "la distinzione tra loro e la folla: ai discepoli, cioe' a coloro che si sono gia' decisi per Lui, Egli puo' parlare del Regno di Dio apertamente, invece agli altri deve annunciarlo in parabole, per stimolare appunto la decisione, la conversione del cuore; le
parabole, infatti, per loro natura richiedono uno sforzo di interpretazione, interpellano
l'intelligenza ma anche la liberta'".
In proposito Benedetto XVI ha citato oggi San Giovanni Crisostomo per il quale "Gesu' ha pronunciato queste parole con l'intento di attirare a se' i suoi ascoltatori e di sollecitarli assicurando che, se si rivolgeranno a Lui, Egli li guarira'".
"In fondo - ha rilevato il Papa - la vera 'Parabola' di Dio e' Gesu' stesso, la sua Persona che, nel segno dell'umanita', nasconde e al tempo stesso rivela la divinita'".
Dopo l'Angelus, il Papa e' tornato sullo stesso tema nel saluto ai fedeli arrivati dalla Polonia, ai quali ha detto che "la Parola sul Regno di Dio del Vangelo odierno ci incoraggia ad essere la terra fertile per il seme, la parola che viene seminata".
"Possa essa - ha auspicato - produrre molto frutto. Non la offuschino le cose di questo mondo, ne' il desiderio della ricchezza".
Benedetto XVI ha anche ricordato che le vacanze estive possono essere "occasione opportuna per la lettura della Sacra Scrittura".
In lingua italiana ha poi salutato in particolare i fedeli venuti dalla diocesi di Bari e i ragazzi di Cernobbio, "che stanno concludendo il loro 'campo' estivo".
"A tutti - ha concluso - auguro una buona domenica".

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