domenica 3 luglio 2011

Il Papa: lo sguardo di Gesù su immigrati, sfollati e rifugiati. Bisogna abbandonare la via dell'arroganza, della violenza utilizzata per procurarsi posizioni di sempre maggiore potere (Izzo)

PAPA: LO SGUARDO DI GESU' SU IMMIGRATI, SFOLLATI E RIFUGIATI

(AGI) - CdV, 3 lug.

"Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi daro' ristoro".
Queste parole del Vangelo "che sempre ci commuovono" e raccontano che il Maestro "sentiva compassione delle folle, perche' erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore" sono state ricordate oggi da Benedetto XVI.
"Quello sguardo di Gesu' - ha detto il Papa ai 40 mila fedeli presenti in piazza San Pietro per l'Angelus - sembra estendersi fino ad oggi, fino al nostro mondo. Anche oggi si posa su tanta gente oppressa da condizioni di vita difficili, ma anche priva di validi punti di riferimento per trovare un senso e una meta all'esistenza".
"Moltitudini sfinite - ha scandito - si trovano nei Paesi piu' poveri, provate dall'indigenza; e anche nei Paesi piu' ricchi sono tanti gli uomini e le donne insoddisfatti, addirittura malati di depressione".
"Pensiamo poi - ha aggiunto il Pontefice - ai numerosi sfollati e rifugiati, a quanti emigrano mettendo a rischio la propria vita".
Per Joseph Ratzinger, "lo sguardo di Cristo si posa su tutta questa gente, anzi, su ciascuno di questi figli del Padre che e' nei cieli, e ripete: 'Venite a me, voi tutti'".

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PAPA: FUTURO DEGNO SE SI ABBANDONANO VIOLENZA E ARROGANZA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 3 lug.

"Bisogna abbandonare la via dell'arroganza, della violenza utilizzata per procurarsi posizioni di sempre maggiore potere, per assicurarsi il successo ad ogni costo".
Lo afferma Benedetto XVI nel breve discorso che ha preceduto oggi la preghiera dell'Angelus. "Anche verso l'ambiente bisogna rinunciare - ha detto rivolto ai 40 mila fedeli radunati in piazza San Pietro - allo stile aggressivo che ha dominato negli ultimi secoli e adottare una ragionevole mitezza".
Per il Papa, "nei rapporti umani, interpersonali, sociali, la regola del rispetto e della non violenza, cioe' la forza della verita' contro ogni sopruso, e' quella che puo' assicurare un futuro degno dell'uomo".
Infatti, "il vero rimedio alle ferite dell'umanita', sia quelle materiali, come la fame e le ingiustizie, sia quelle psicologiche e morali causate da un falso benessere, e' una regola di vita basata sull'amore fraterno, che ha la sua sorgente nell'amore di Dio".
"Gesu' - ha spiegato il Papa teologo ricordando l'immagine del 'giogo leggero' contenuta nel brano del Vangelo letto oggi nella liturgia - promette di dare a tutti 'ristoro', ma pone una condizione: 'prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore'. Che cosa e' questo 'giogo', che invece di pesare alleggerisce, e invece di schiacciare solleva?".
"Il giogo di Cristo - ha ricordato - e' la legge dell’amore, e' il suo comandamento, che ha lasciato ai suoi discepoli".
"Ci aiuti la Vergine - e' stato l'auspicio conclusivo di Joseph Ratzinger - a 'imparare' da Gesu' la vera umilta', a prendere con decisione il suo giogo leggero, per sperimentare la pace interiore e diventare a nostra volta capaci di consolare altri fratelli e sorelle che percorrono con fatica il cammino della vita".

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