martedì 5 luglio 2011

Il Papa visita l'Osservatore Romano: i media dovrebbero dare anche le buone notizie. Il quotidiano della Santa Sede si presenta come una preziosa risorsa, che chiede di essere sempre meglio conosciuta e valorizzata (Izzo)

PAPA: I MEDIA DOVREBBERO DARE ANCHE LE BUONE NOTIZIE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 5 lug.

E' importante per i media "registrare i problemi sociali, riportando di conseguenza i fatti, anche gli aspetti negativi, causati spesso dal progressivo allontanamento dai valori umani e cristiani", ma e' necessario che essi diffondano con altrettanto impegno anche "le notizie positive e incoraggianti che non mancano nel nostro mondo, ma che il piu' delle volte non hanno un adeguato spazio giornalistico".
Lo ha rilevato il Papa nel breve discorso rivolto oggi a giornalisti e poligrafici dell'Osservatore Romano che compie 150 anni e che lo sforzo di offrire ai lettori anche le buone notizie lo attua da sempre, pur senza fare sconti nelle denunce sui temi sociali.
"Mediante la vostra opera quotidiana, nascosta e non priva di fatica, voi - ha detto il Papa al direttore Giovanni Maria Vian e a tutti i suoi collaboratori - date vita a questo singolare mezzo di comunicazione che si pone al servizio del ministero del Successore di Pietro,
per portare uno specifico contributo alla diffusione del Vangelo e alla testimonianza alla verita'".
Infatti, "diffondendo gli insegnamenti del Papa, informando sulla sua attivita' e su quella della Curia Romana, e facendosi eco della vita cattolica nel mondo, l'Osservatore Romano aiuta i fedeli a considerare i problemi del momento alla luce della parola di Cristo e del Magistero della Chiesa e nella costante attenzione ai segni dei tempi".
Per il Papa teologo, la redazione dell'Osservatore Romano, dunque, "non e' solo una officina, e' soprattutto un grande osservatorio, come dice il nome; osservatorio per vedere le realta' di questo mondo e informare noi su queste realta'" che "riflettono sia le cose lontane che quelle vicine". In questa ottica, ha aggiunto parlando a braccio, "uno dei grandi vantaggi dell'Osservatore Romano" e' poter offrire "un'informazione universale che realmente vede il mondo, e non solo una parte".
"Nei giornali normali - invece - si informa, ma con una preponderanza del proprio mondo che fa qualche volta dimenticare molte altre parti di questa terra che sono non meno importanti".
"Qui si vede - ha rilevato Benedetto XVI nel discorso trasmesso dalla Radio Vaticana nel suo radiogiornale - qualcosa di questa coincidenza di 'urbs et orbis' che e' caratteristica della cattolicita', in un certo senso anche una eredita' romana: realmente, vedere il mondo e non solo se stessi".
Ancora, ha proseguito il Papa, "l'Osservatore Romano si occupa delle cose lontane" anche in un altro senso: non rimane nella superficie degli avvenimenti, ma va alle radici: oltre la superficie, ci mostra le radici culturali, il fondo delle cose". "E' per me - ha confidato Joseph Ratzinger - non solo un giornale, ma anche una rivista culturale. Ammiro come sia possibile ogni giorno darci grandi contributi che ci aiutano a capire meglio l'essere umano, le radici da cui vengono le cose e dove sono comprese, realizzate, trasformate".
Ma il quotidiano vaticano "vede anche le cose vicine", il "nostro piccolo mondo che tuttavia e' un mondo grande". Benedetto XVI ha poi constatato che "nessuno puo' informare su tutto" e quindi "e' sempre necessaria una scelta, un discernimento.
E' percio' decisivo, nella presentazione dei fatti, il criterio di scelta: non c'e' mai il fatto puro, c'e' sempre anche una scelta che determina che cosa debba apparire e cosa non debba apparire". In proposito Ratzinger ha rilevato che oggi queste scelte delle priorita', "sono spesso e in molti organi dell'opinione pubblica, molto discutibili". L'Osservatore Romano - assicura il Papa che ne e' l'atipico editore - si fa invece guidare dal senso di giustizia e dal Vangelo" che indica "come criterio la giustizia" e "la speranza che viene dalla fede". Ecco perche', ha concluso Ratzinger, non fa solo "informazione" ma anche "formazione".
Da parte sua, il direttore del giornale, il professor Giovanni Maria Vian, ha espresso la sua gratitudine per l'incontro familiare che il Papa ha riservato ad ogni dipendente dell'Osservatore Romano e ha ricordato il motto che campeggia sulla testata "Unicuique suum, non praevalebunt".
"Unicuique suum - ha detto - un principio della filosofia antica, la giustizia, tratta dal diritto romano, l'altra non prevalebunt, deriva dal detto di Gesu' nel Vangelo di Matteo. E' lo stesso detto che contiene il Tu es Petrus. Quindi questo significa veramente un'unita' profonda, profondamente intrecciata tra 'Tu es Petrus' e 'non prevalebunt'. Siamo naturalmente - ha concluso il direttore rivolto al Papa - tutti nella stessa piccola barca, navicula Petri".

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PAPA: OSSERVATORE ROMANO E' RISORSA DA VALORIZZARE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 5 lug.

"Il quotidiano della Santa Sede si presenta come una preziosa risorsa, che chiede di essere sempre meglio conosciuta e valorizzata".
Lo ha affermato Benedetto XVI che compiendo una visita alla redazione dell'Osservatore Romano ha voluto celebrare con molta semplicita' "il notevole traguardo dei 150 anni di vita" di questo "singolarissimo giornale", augurando "di vero cuore come si fa in casa" il suo "buon compleanno".
E riconoscendo che la ricorrenza "suscita sentimenti di gratitudine e di legittima fierezza", ha voluto esprimere la propria "riconoscenza a ciascuno di coloro che il giornale concretamente lo fanno, con passione umana e cristiana e con professionalita'".
"Continuate, cari amici - ha detto al direttore, professor Giovanni Maria Vian, e ai suoi collaboratori - ad operare con gioia nel grande 'areopago' della comunicazione
moderna, facendo tesoro della lunga storia di questa insigne testata". Infatti, ha sottolineato Papa Ratzinger, "la memoria del passato e' feconda se diventa occasione per attingere a solide radici e guardare con speranza al futuro".
"Non dimenticate - ha poi raccomandato a giornalisti e poligrafici del giornale vaticano - che, per portare a compimento la missione affidatavi, occorre certo un'adeguata formazione tecnica e professionale, ma e' necessario soprattutto che coltiviate incessantemente in voi uno spirito di preghiera, di servizio e di fedele adesione agli insegnamenti di Cristo e della sua Chiesa". "Vi aiuti e vi protegga sempre - ha poi concluso - la Vergine Maria, Stella della nuova evangelizzazione".

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