venerdì 15 luglio 2011

L'arcivescovo di Tunisi: sulla laicità la rivoluzione si ispiri al Papa (Asca)

TUNISIA: VESCOVO, SU LAICITA' RIVOLUZIONE SI ISPIRI AL PAPA (SERVIZIO)

(ASCA) - Roma, 14 lug

''Il nostro primo desiderio e' di vedere il Paese finalmente in una situazione di democrazia.
Poiche' fare una rivoluzione e' una cosa, riuscire nella transizione democratica e' un'altra''. Lo scrive l'arcivescovo di Tunisi mons. Maroun Lahham, in una lettera pastorale diffusa in questi giorni nella sua comunita' di 22.000 cattolici, tutti di origine straniera, che porta la data del 24 luglio 2011.
La data scelta non e' casuale, spiega il presule al Sir: ''E' il giorno in cui si sarebbero dovute tenere le prime elezioni democratiche, poi rinviate al 23 ottobre. Siamo quindi in una situazione di attesa della nuova Tunisia''. In questo delicato frangente in cui devono trovare un delicato equilibrio tra fede tradizionale e laicita', i tunisini possono paradossalmente trarre ispirazione dalla predicazione dei papi che hanno invitato i popoli europei a non perdere le loro ''radici cristiane''.
Nella lettera di 20 pagine intitolata ''Ecco, io faccio nuove tutte le cose'' l'arcivescovo si sofferma sulle ''grandi tappe della transizione democratica'' che ''devono ancora arrivare: l'elezione della Costituente il 23 ottobre, la stesura della nuova Costituzione (un anno?), il referendum (?) sulla nuova costituzione, le elezioni legislative e presidenziali...almeno un minimo di due anni. Non importa.
Due anni non sono nulla nella storia di una nazione, soprattutto quando si tratta di un cambiamento cosi' radicale che desidera la Tunisia e che desideriamo anche noi''.
Si tratta di uno ''stato di attesa'' seguito ai giorni esaltanti della ''rivoluzione dei gelsomini'' con la caduta del regime di Ben Ali il 14 gennaio scorso. Ma, scrive mons.
Lahham, questo periodo ''permette di pensare in tutta liberta', di sperare, auspicare, addirittura sognare, ma sempre in uno spirito positivo ed ottimista, nonostante le difficolta', le incertezze e le sorprese che conoscera' il Paese, noi compresi, durante questi lunghi mesi di 'transizione'''.
Dopo la rivoluzione i cristiani in Tunisia hanno la ''grande opportunita''' di poter ''fare da ponte tra due mondi, due culture, due storie e due grandi religioni''. Per mons. Lahham, la piccola comunita' cattolica e' favorevole alla ''separazione della 'Moschea e dello Stato''' ma, aggiunge, ''affermiamo ad alta voce che una societa' democratica sana deve avere come base dei valori con una radice religiosa (liberta', rispetto, pace, uguaglianza, opzione preferenziale per i poveri, solidarieta')''. ''Non a caso - prosegue la lettera - i padri fondatori dell'Europa odierna erano anche degli uomini di fede'' e ''gli errori attuali dell'Occidente (basta pensare alla quesione degli immigrati) cono conseguenza della perdita dii questa prospettiva a vantaggio dell'interesse particolare delle persone e dei popoli''. ''Non a caso - sottolinea mons.
Lahham - i due ultimi papa non si sono stancati di ricordare agli uomini politici le radici cristiani dell'Europa. La Tunisia, cosi' come gli altri Paesi della primavera araba, possono trarne ispirazione''.
L'auspicio del presule e' che ''la nuova Tunisia possa trovare una felice soluzione per ciascuna delle aspirazioni spirituali e religiose dei suoi cittadini e ospiti''; ''che la nuova Tunisia viva al tempo stesso la transizione democratica e l'appartenenza al mondo arabo musulmano''; ''che trovi il modo per conciliare la fedelta' al Dio unico alle sfide della modernita'''; ''che possa affrontare gli eventuali pericoli, le derive e le pressioni interne ed esterne''. ''Dalla rivoluzione tunisina - conclude mons. Lahham - impariamo che i piccoli sono all'origine del rinnovamento, proprio quelli che erano considerati 'senza saggezza', 'senza ideologia' ma che hanno una grande sete di conoscere, di aprirsi e un grande desiderio di spiritualita' personale. E' sicuramente una prima volta nel mondo arabo musulmano''.

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5 commenti:

Anonimo ha detto...

il governo irlandese prepara una legge che prevede la punibilità della non denuncia di un abuso, anche quando questo viene rivelato durante la confessione...
http://kath.net/index.php

Periodaccio per il Vaticano! Tanti nodi vengono al pettine. Speriamo che siano all´altezza della situazione.

Raffaella ha detto...

Tanti nodi che vengono dal passato...
Quanto alla legge che il governo irlandese intende preparare, mi chiedo se verra' prevista la violazione del segreto professionale anche per medici ed avvocati.
R.

Anonimo ha detto...

Cerca di essere tu "all'altezza della situazione", anonimo. Tu che non hai neppure il coraggio di firmarti, sia pure con un nick.
Alessia

Anonimo ha detto...

Vabbè che il governo irlandese sia nella necessità di deviare l'ira della gente per il rischio di default, interessante la scelta dei tempi per rendere pubbliche queste rivelazioni che poi tanto rivelazioni non sono, ma chiedere alla Chiesa cattolica di tradire il segreto del confessionale mi sembra oltremodo propagandistico.
Alessia

Anonimo ha detto...

"Cerca di essere tu "all'altezza della situazione", anonimo"

Lei, signora Alessia, cerchi di non essere così aggressiva e così ipersuscettibile, dopotutto non mi pare di averla citata nel mio messaggio...

O forse mi vorrà dire che la macchina curiale vaticana si è sempre dimostrata impeccabile? Si rilegga questo blog da 4 anni a questa parte: ne troverà di manchevolezze e gestione pessima.
O è uscito l´aggiornamento del catechismo con un nuovo, l´undicesimo comandamento: non spererai che la macchina curiale vaticana sia all´altezza dei problemi.
Ahahahah

Anonimo