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11 commenti:
il 75enne Policarpo è da poco stato prorogato di 2 anni. Vista l'alzata di scudi dei suoi "colleghi" meglio così, il Papa deve aver avuto sentore di una caduta dalla padella alla brace. L'ignoranza non è ammissibile in un vescovo.
Alessia
Ottimo intervento, lucido e motivato, che mi conferma autorevolmente nelle mie posizioni espresse a commento di altro post (I vescovi portoghesi ecc.). Poiché non mi è riuscito mandare un'email al p. Scalese dal suo blog (client non correttamente impostato ecc.) e non avendo qui, in campagna, questa email nella rubrica, desidero ringraziarlo da questa pagina, soprattutto per averci fornito un'altra indicazione, che io non conoscevo, la risposta della CdF al "dubbio" che taglia la testa al toro circa il carattere d'infallibilità del Magistero che, ripeto con p. Scalese, si fonda su Vangelo e Tradizione.
Come cattolico accetto le determinazioni dei Papi. La Chiesa ha però uno strumento semplice, elementare direi, per dirimere definitivamente (veramente definitivamente) la questione: "proclamare dogma il divieto del sacerdozio femminile". Ora, un piccolo, malevole dubbio sorge: perché non lo fa? Forse ne è certa al 99%, non al 100%, per cui evita di coinvolgere direttamente il Padre Eterno, enunciando un dogma.
Anchio mi domando perchè la Chiesa non privilegi il rigore dottrinale e l'ortodossia di fede nella scelta dei futuri vescovi. Non mi pare che il card. Oullet abbia migliorato la situazione precarissima delle nomine!
Ripeto ciò che ho scritto in un precedente commento: non c'è bisogno di proclamar dogmi in materia di divieto dell'ordinazione sacerdotale delle donne. Che il sacerdozio cattolico sia riservato ai "viri", che son maschi come Cristo, dovendo essi agire in persona Christi, ce lo dice il Vangelo, la Tradizione ed il Magistero il quale, quando ribadisce una dottrina sempre professata, è infallibile. L'ordinazione maschile e solo maschile fa parte del Deposito della Fede e non ha bisogno di ulteriori sigilli.
Possibile che non venga esplicitato il perché di QUELLA Tradizione che risale al Signore Gesù Cristo? Ed è insita nella natura dell'uomo e riguarda i ruoli dei due diversi generi che Dio ha creato che sono 'scritti' nella loro stessa natura, anche se oggi si cerca di far passare come 'normale' qualunque 'deviazione' che normale non è.
"Se la risposta alla vocazione è, per ognuno, la concreta risposta dell'amore divino e possiede un senso sacrificale, nella prospettiva del sacrificio di Cristo, la risposta alla vocazione sacerdotale immerge l'uomo nel momento sorgivo della grazia, rendendolo cooperatore speciale del Redentore, chiamato a conformarsi a Cristo nell'atto stesso del sacrificio redentivo." (cito p. Zangheratti FI)
Ovvio che anche le donne sono chiamate a 'configurarsi' a Cristo, ma in base alla loro natura: Gratia non destruit sed perficit naturam.
Ebbene, la maschilità di Gesù, del Verbo fatto Uomo, si basa principalmente sul dato biblico: Gesù è il nuovo Adamo, il Nuovo Mosè, il Nuovo Davide, lo Sposo, che per forza di cose dice relazione alla Sposa, il vero Agnello pasquale, che doveva essere maschio, ecc. Ma anche nelle civiltà non inquinate come la nostra, dalla quale il sacrificio di Cristo è scomparso perfino dal culto che è ius divinum di Dio, prima che Opera Redentiva nei nostri confronti, si trova conferma della sacrificalità della vocazione maschile.
Normalmente pensiamo alla madre che, nel prendersi cura, si sacrifica per la famiglia e dovrebbe farlo anche come atto di sottomissione, che non significa inferiorità: il senso vero è che "ciò che sta sotto sorregge". Ma teniamo ben presente che il sacrificio della madre tocca la singola persona prima che la famiglia nel suo insieme, ed è consumato nella intimità della relazione personale, mentre quello dell'uomo è il sacrificio "pubblico", a favore della comunità in quanto tale.
Certo il fatto che oggi la donna sta dimostrando di essere in grado di svolgere nella società molti ruoli normalmente propri dell'uomo, può ingenerare confusione o perplessità. Ma nella rispettiva natura i 'generi' conservano pur sempre una identità fontale che nessun ruolo sociale può cambiare. Infatti la donna, nello svolgimento dei suoi ruoli sociali, esprime la peculiarità del suo essere-donna.
Quel che fa più impressione è vedere una donna-militare imbracciare le armi: una grande contraddizione che colei che è chiamata a dare e custodire la vita si addestri a distruggerla come 'mestiere'... non scendo in altri dettagli, ma mi sembra che anche questo faccia parte della grande confusione che siamo chiamati a vivere.
La cara Alessia, nella circostanza, mi sembra "superficiale" nei suoi giudizi. Pensare, seriamente, che il primate del Portogallo sia "un emerito pasticcione, poco preparato, poco accorto, dalle idee confuse, mi sembra una riflessione basata su preconcetti giudizi di valore.
Non voglio qui difendere il sacerdozio femminile; come cattolico mi attengo pienamente alle decisioni della Chiesa e, uscendo un attimo dalle materie dottrinali e teologiche, sul piano pratico, credo che una ipotetica promiscuità (uomini e donne) nel presbiterato potrebbe causare più inconvenienti che vantaggi alla Chiesa.
Altra cosa è la questione dottrinale-teologica, su cui il Vescovo Portoghese aveva esternato. Le spiegazioni che sacerdoti e cattolici intervenuti sul blog non mi convincono pienamente; più che sul Vangelo sembrano cristallizzarsi sulla Tradizione e sulle consuetudini storiche. Dio, come dice S.Paolo, ha parlato in molti modi ed in molti modi, da ultime attraverso suo Figlio. Quanto Dio ha voluto vietare, lo ha fatto chiaramente nei comandamenti e nei precetti di vita (beatitudine ed esortazioni varie). Se, nella materia del sacerdozio femminile Cristo non lo ha fatto (o non lo ha fatto chiarissimamente), avrà avuto le sue buone ragioni.
Dunque qualche dubbio (a discolpa del Vescovo portoghese) resta.
Ammesso e non concesso che l'ordinazione riservata ai soli maschi si fondi solo sulla Sacra Tradizione, essendo questa una delle fonti delle Rivelazione, perciò stesso fa parte del Deposito della Fede. Il fatto che la Chiesa, dopo aver riproposto a credere questa verità più volte nel suo Magistero, dichiari il suo insegnamento definitivo, pone fine alla questione.
Diventa una fissazione quella di voler la promulgazione di un dogma in materia e, soprattutto, sotto sotto, certo inconsapevolmente, se ne può ricavare un rigetto del Magistero ordinario infallibile e della Tradizione come fonte della Rivelazione.
Per un'improvvisa disconnessione il precedente commento è partito mentre stavo correggendo l'ultimo periodo che va letto, dunque, come di seguito:
"Diventa una fissazione quella di voler la promulgazione di un dogma in materia e, soprattutto, se ne può ricavare un rigetto, certo inconsapevole, del Magistero ordinario infallibile e della Tradizione come fonte della Rivelazione".
Rileggendo meglio il commento dell'Anonimo, tuttavia, quell' "inconsapevole" mi sembra forse minimizzante il suo rifiuto del Magistero ordinario infallibile e, ancor prima, della Rivelazione tramite la Tradizione.
Mi appare grave l'affermazione circa la "cristallizzazione" delle opinioni dei commentatori sulla Tradizione (lascio da parte le consuetudini storiche che qui non c'entrano), come se questa fosse un canale marginale e non certo e non vincolante della trasmissione della verità. Ancor più grave il pensare che siccome Cristo non ha espressamente vietato il sacerdozio femminile, deve aver avuto qualche ragione... cioè, in sostanza: non lo vieto, fate voi.
Un po' come fanno i seguaci dell'Uaar e dei movimenti omosessuali a cui pure vari reti si ispirano: Cristo non ha mai esplicitamente proibito il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
In una proposizione positiva o atto positivo è già contenuta la condanna dell'opposto.
Il dotto Dante Pastorelli fa un esempio assolutamente sbagliato: assimila il silenzio di Gesù sui matrimoni gay alle mancate esternazioni dello stesso Gesù sul sacerdozio femminile.
Il matrimonio gay è immorale ed è già condannato dal sesto comandamento, come atto impuro; non c'era alcun bisogno che Gesù lo vietasse espressamente; l'eventuale scelta di un sacerdozio femminile non è di per sé un atto impuro, non attiene a pratiche delle donne contro la morale dei comandamenti.
Quindi, Pastorelli, prima di fare paragoni sbagliati è opportuno riflettere sul loro contenuto.
Prima di parlare sì, avresti dovuto riflettere su tante cose. L'alter Christus, essendo Cristo maschio, non può essere una donna, a meno che il sesso sia una connotazione non essenziale d'una persona.
L'esempio era diretto a far capire che non tutto quel su cui Gesù ha taciuto è per questo lecito. E per capir questo non c'è bisogno d'esser dotti. Non per nulla facevo cenno all'UAAR...
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