Il cardinale Marx inviato del Papa alle celebrazioni per il 350° anniversario del santuario mariano tedesco di Werl
Radici cristiane e nuova evangelizzazione dell'Europa
«Dobbiamo creare tempi nuovi e non evocare i tempi passati». Lo ha detto, a proposito della nuova evangelizzazione dell'Europa, il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di München und Freising, inviato speciale del Papa alle celebrazioni del 350° anniversario del santuario mariano di Werl, nell'arcidiocesi tedesca di Paderborn, che hanno avuto luogo il 2 luglio scorso.
Il porporato, che è nato in questa arcidiocesi e ne è stato vescovo ausiliare dal 1996 al 2001, ha presieduto l'eucaristia nella Gänsevöhde di Werl. Concelebrante principale era l'arcivescovo di Paderborn, monsignor Hans-Josef Becker. «Dobbiamo prendere nuovamente coscienza di ciò che significa essere cristiani» ha detto il cardinale Marx all'omelia, esortando ad approfondire in modo nuovo il significato del termine «cristiano». Secondo il porporato, infatti, molti non sono consapevoli che «essere cristiani è straordinario, travolgente: non esiste nulla di più bello -- ha commentato -- che farsi guidare da Cristo».
Oltre duemila pellegrini provenienti da ogni parte dell'arcidiocesi di Paderborn si erano messi in cammino per partecipare alla processione cittadina in occasione della festa della visitazione della Vergine Maria che ha preceduto la messa, momento culminante delle celebrazioni. Guidava la processione il francescano Ralf Preker, guardiano del convento annesso al santuario, che ha salutato i vari gruppi di pellegrini e i loro sacerdoti accompagnatori.
All'omelia il cardinale Marx ha invitato a venerare con devozione la Vergine Maria e -- citando la lettera pontificia di nomina -- ha spiegato che «ciò riveste una particolare importanza, perché all'inizio del terzo millennio cristiano occorre dare inizio alla nuova evangelizzazione dell'Europa e al contempo riscoprire la preziosa eredità, nonché i valori umani, cristiani e spirituali del continente». Per il celebrante, del resto, «compiere un pellegrinaggio significa cercare una vita più grande, scoprire che cosa corrisponde alla vita». Si giunge alla meta quando si trova Cristo. In tutto questo, Gesù cerca sempre ogni singola persona: «Dio -- ha detto -- ci ha trovati, si cala nella realtà umana, conosce tutti gli ambiti della vita».
È qui che entra in gioco il Vangelo: «Esaminarne ogni lettera -- ha detto -- e spiegarlo non è un messaggio orientato all'indietro, bensì un compito orientato in avanti». Perciò imparare e sperimentare l'essere cristiano nella celebrazione dell'Eucaristia costituisce una sfida e un compito. In essa la persona scopre la propria natura e constata che Dio si è legato a ciascuno. «Tutti -- ha aggiunto in proposito il cardinale Marx -- sono immagine del Dio vivente. Il Vangelo corrisponde all'uomo, scopre le possibilità della vita e della fede». Per questo deve essere accolto come un messaggio che non nega, ma piuttosto rende possibile.
Quindi, parlando del santuario di Werl, il cardinale lo ha definito un luogo di innovazione e di partenza. E le celebrazioni dell'anniversario devono costituire un impulso a non desistere, «poiché il messaggio cristiano è il messaggio del futuro». In tal senso Werl, con il suo antico santuario, rappresenta una sorgente di forza. «Questa città può essere un luogo di consolazione e al contempo un punto di partenza per la nuova evangelizzazione», ha detto.
Da parte sua l'arcivescovo Becker ha ringraziato per i profondi legami con il santuario di Werl e l'arcidiocesi di Paderborn espressi da Benedetto XVI attraverso la nomina di un suo inviato speciale: tanto che a conclusione della celebrazione solenne è stata impartita la benedizione apostolica.
Il presule ha anche letto alcuni passaggi della lettera inviatagli nella circostanza dal Pontefice. «Ancora una volta -- ha ricordato monsignor Becker con parole del Papa -- in questo anno giubilare molti pellegrini si recheranno a Werl per la festa patronale della visitazione di Maria. Maria porta a Elisabetta e a Giovanni il Figlio di Dio. Chi incontra la Madre, incontra anche il Figlio. E così anche a Werl: la Madonna forma con il Bambino un'unità indivisibile. Cristo, la Sapienza, siede nel grembo di Maria come su un trono. La Madre presenta il Figlio e indica colui che è “la via, la verità e la vita” (Giovanni 14, 6). Egli è fonte di gioia, speranza e consolazione. Chi trova Cristo attraverso Maria viene risollevato e consolato». Ecco allora l'attualità del ruolo di questo santuario mariano: «Anche oggi c'è bisogno di persone e luoghi che offrano un orientamento e che nell'afflizione possano indicare la speranza autentica. Spetta a noi cristiani fare in modo che le persone non dimentichino il cielo e che risplenda per loro la speranza nella persona di Gesù Cristo. Per certi versi il santuario di Werl è il cuore materno dell'arcidiocesi di Paderborn. Anche oggi, le persone giungono da vicino e da lontano per recarsi da Maria e affidare a lei le loro angosce e le loro preoccupazioni e per chiedere alla “Consolatrice degli afflitti” aiuto in ogni difficoltà». Quindi l'auspicio conclusivo che tutti i pellegrini possano «anche oggi inserirsi in questo grande fiume di fede e di fiducia e diventare partecipi della benedizione che Elisabetta ha rivolto a Maria: “beata colei che ha creduto” (Luca 1, 45)».
(©L'Osservatore Romano 14 luglio 2011)
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