martedì 2 agosto 2011

Croazia, sul monastero di Dajla l’intervento deciso del Vaticano (Vatican Insider)

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Alessia.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Quindi che succederà al vescovo di Pola che fa intervenire il presidente della Repubblica croata pur di non accettare la decisione della S. Sede?

Deporlo?
Se adesso ci si mettono anche i vescovetti di diocesi di provincia a contestare le decisioni papali, andiamo bene!!
Jacu

Andrea ha detto...

Caro Jacu, come ben sai, tu che contesti giustamente l'autorità delle Conferenze Episcopali, OGNI Vescovo è successore degli Apostoli, quindi ha un'importanza estrema.
Di conseguenza, dovrebbe anzitutto sentire la propria integrale dipendenza dal Vicario di Cristo, come gli Apostoli sapevano bene Chi era Cristo rispetto a loro.

Quando non la sente, dimostra quanto il suo orizzonte sia "nazionale", cioè terreno (cfr. l'antitesi fra "Heimat" e "Patrie", alla francese), e purtroppo quanto la sua anima sia in pericolo.

Anonimo ha detto...

Quando il Papa vuole la sua legge ha vigore e sembra che eserciti bene la sua autorità:se vuole....In base alla sentenza
la diocesi di Pola dovrà dichiarare fallimento per pagare i benedettini.
Per riparare a una ingiustizia si finisce col commettere un'altra ingiustizia...aprendo la via ad altre rivendicazioni che con la fede non hanno nulla a che fare.
Questa vicenda mi ricorda i beni degli assegnati durante la Rivoluzione francese:nessun governo della Restaurazione ne ha mai preteso la restituzione ai pur legittimi proprietari.
Mi spiace dirlo ma la commissione che ha consigliato il Santo Padre ha agito con leggerezza senza informarsi dal punto di vista storico...dovevano sapere che in Croazia in fatto di amministrazione ecclesiastica dei beni temporali ci si rifà alle leggi che vigevano nell'Impero d'Austria, leggi che tutelavano i vescovi.
Il Vaticano,son sicuro non il Santo Padre,ha preteso metterci il naso ed ha combinato un disastro...

DANTE PASTORELLI ha detto...

Non credo che nella commissione cardinalizia non ci fossero esperti di diritto e rapporti internazionali.
Quanto al fallimento della Diocesi
il ragionamento potrebbe aver un suo valore in altri luoghi ed in altre circostanze.
In ambito finanziario i cardinali ora ci stanno abbastanza attenti.