giovedì 4 agosto 2011

Croazia-Vaticano: i vescovi accettano la decisione di Roma

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5 commenti:

Anonimo ha detto...

le decisioni di Roma, se vengon dal Papa non vanno mai messe in discussione!

laura ha detto...

Ancora una volta il Papa interviene sempre in prima persona e si prende ogni responsabilità. L'obbedienza è uno dei voti della professione religiosa, ma ,a quanto pare, non è più di moda


http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2011/3-agosto-2011/papa-risarcite-l-abbazia-praglia-1901228626132.shtml

Anonimo ha detto...

seondo il trattato di Osimo la Conferenza Epioscopale Croata non ha poteri giuiridici sulle diocesi. Ad Istria la situazione è confusa

Anonimo ha detto...

Corrisponde al vero che la CEI ha lautamente finanziato la costruzione della 'nuova e fantasmagorica' sede centrale della Conferenza Episcopale Croata? (crf. Dall'Istria un siluro a Benedetto XVI di Michele Poropat 03-08-2011, pubblicato da La Bussola quotidiana).
Se sì, perché? Non rientra certamente nelle finalità dell'8 per mille sovvenzionare Conferenze Episcopali se non in stato di evidente necessità. (E se i fondi non provengono dall'8 per mille, da dove provengono? E poi mai un bilancio serio??)
Se la notizia è vera è davvero uno schifo: i soldi dati alla CEI prendono strade tutt'altro che legittime e ben lontane dalla carità...
ATTENTI SIGNORI DELLA CEI CHE A TIRARE TROPPO LA CORDA (per esempio: sede centrale CEI semplicemente faraonica, spese indecenti per gli uffici centrali, commesse a Fuksas, Piano... ora gli omaggi alla Conf. Episc. Croata) C'È IL RISCHIO CHE SI ROMPA!

Anonimo ha detto...

Il testamento del capodistriano conte Francesco Grisoni, stabilì:

"Lascio al Venerando Monastero di S.Maria di Praglia nella provincia di Padova:

1° La mia possessione in Daila distretto di Buje colli caseggiati, terreni d'ogni sorta, animalie che si trovano sopra la medesima, affitti, utensili, abenzie, pertinenze, azioni e ragioni, in una parola tutto ciò che è alla stessa attinente, tutto compreso e niente eccettuato nello stesso modo e forma come viene da me presentemente possesso"

Oltre a questo punto, è interessante notare che il conte lasciò anche:

"2° La mia possessione in Contrada S.Onofrio distretto di Pirano, colle animalie, utensili ed ogni altra cosa come sopra alla stessa appartenente.
3° La metà di tutte le mie saline nel distretto di Pirano esistenti".

Rilevato quindi che il monsignor cancelliere del vescovo Milovan non ha problemi a raccontar frottole pur di sostenere la sua tesi, sarebbe interessante sapere se l'abbazia di Praglia ha intentato causa anche per i beni oggi in Slovenia.

Nella sentenza del tribunale popolare circondariale di Capodistria che condannò i monaci di Daila e sancì la confisca dei loro beni (ricordiamo anche il nome del presidente del tribunale: Lodovico Battista, e la verbalizzante Bruna Casanova), c'è scritto che "Il Monastero stesso col proprio patrimonio mobile e immobile è da ritenersi persona giuridica, ciò che risulta dall'estratto tavolare (proprietario intavolato degli immobili è il "Monastero dei RR.PP.Benedettini Cassinesi di Daila")".

Ebbene: anche ammettendo che tale monastero, come afferma il cancelliere della diocesi di Parenzo, fosse il reale proprietario *in proprio* dei beni (cosa che non risulta, stante il testamento del Grisoni), esiste il canone 123 del Codice di Diritto Canonico, che stabilisce quanto segue:

"Estinta la persona giuridica pubblica, la destinazione dei beni e dei diritti patrimoniali e parimenti degli oneri della medesima viene retta dal diritto e dagli statuti; se questi tacciono, essi toccano in sorte alla persona giuridica immediatamente superiore, salvi sempre la volontà dei fondatori e degli offerenti come pure i diritti acquisiti; estinta la persona giuridica privata, la destinazione dei beni e degli oneri della medesima è retta dagli statuti propri".

Ebbene: a norma del diritto canonico, estinto il monastero di Daila i suoi beni spettano in sorte COMUNQUE all'abbazia di Praglia ("la persona giuridica immediatamente superiore"), che in questo caso perfettamente riunisce in sé anche la caratteristica d'essere quella che rispetta "la volontà dei fondatori e degli offerenti".
Vista la presa di posizione della Conferenza Episcopale Croata non ci sono grandi speranze per la diocesi di Parenzo-Pola, a meno che il primate di Croazia sotto sotto (e in silenzio, onde non smentire la sua propria decisione nella commissione di arbitrato) non stia lavorando per una soluzione alternativa.
Osimo qua c'entra molto poco.Eufemia