martedì 16 agosto 2011

Gmg 2011. Il sorriso italiano. Mons. Domenico Pompili, sottosegretario Cei

Il sorriso italiano
Mons. Domenico Pompili, sottosegretario Cei


Dopo gli spagnoli, padroni di casa, gli italiani, a vedere le statistiche del Comitato organizzatore, rappresentano il gruppo più numeroso tra quelli iscritti. “Un segno – spiega mons. Domenico Pompili, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali – che rivela la vitalità della nostra Chiesa”. Mons. Pompili è a Madrid per la Gmg e il SIR lo ha incontrato.

La Gmg ha sempre esercitato un fascino particolare sugli italiani, e i numeri lo confermano…
“Se è vero come sostengono alcune statistiche che nel periodo che va da giugno a settembre sono circa due milioni gli italiani che, nelle diverse fasce di età, giovani, adulti e anziani, partecipano a momenti aggregativi sia per conto delle parrocchie che di associazioni, movimenti e aggregazioni laicali, direi che il numero rilevante dei giovani italiani alla Gmg non è che una proiezione in campo internazionale di un fenomeno che è costante e pervasivo, e questa mi pare una annotazione importante. La Gmg non è un evento a se stante ma epilogo e ripartenza di un cammino. In questa forma la Gmg si rivela come un grande catalizzatore di energie che ricadono nella pastorale quotidiana”.

Un numero così elevato può essere quindi considerato anche come segno di un buon lavoro pastorale condotto con i giovani?

“La risposta è indice di una domanda diffusa, quella di essere accompagnati in un apprendistato all’arte di vivere di cui la Chiesa si fa carico nella sua dimensione educativa e la scelta degli Orientamenti pastorali del decennio in corso di dare all’educazione la priorità su ogni altra necessità sta a dire che si è intuita questa domanda e la si vuole accompagnare facendo leva sulla collaudata capacità della Chiesa italiana di offrire sul campo educatori di diverse fasce di età con diverse identità ministeriali, laici, sacerdoti, religiosi, religiose. Lo scopo è quello di rendere la Chiesa un’esperienza che consenta a ciascuno di vivere la propria vocazione”.

I giovani di oggi saranno gli animatori di domani?

“Direi che sia un orizzonte quasi inevitabile per chi ha fatto un’esperienza positiva e di crescita come la Gmg. Dopo eventi come questo si sente il bisogno di ritrasmettere ciò che ha vissuto. In questo modo si rinnova quella catena generazionale, di cui l’educazione è parte, per cui ciascuno trasmette le proprie esperienze di fede”.

Domani, 16 agosto, si apre ufficialmente la Gmg. Qual è il suo auspicio per i giovani italiani?

“L’auspicio, e non solo per i nostri giovani, è che ciascuno viva in profondità questa Giornata e che si senta interlocutore diretto dell’appello di Dio, attraverso il Vangelo, e possa compiere un vero pellegrinaggio nella fede. Madrid sarà abitata, come accaduto anche in altre città, dalla speranza contagiosa dei giovani”.

a cura di Daniele Rocchi, inviato SIR a Madrid

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