domenica 14 agosto 2011

Gmg, card. Rouco Varela: Madrid sarà una grande famiglia

GMG 2011-VESCOVI: CARD. ROUCO VARELA, MADRID SARÀ “UNA GRANDE FAMIGLIA”

(Madrid, dai nostri inviati)

La terza visita di Benedetto XVI in Spagna, in sei anni di pontificato, mostra il grande “apprezzamento” del pontefice per la Chiesa iberica, assieme a una positiva “valutazione del cattolicesimo spagnolo, della sua storia, del presente e delle possibilità per il futuro”.
Lo dichiara l’arcivescovo di Madrid, card. Antonio María Rouco Varela, in un’intervista all’edizione odierna del “magazine” domenicale del quotidiano “El Mundo”, nella quale parla della Giornata mondiale della gioventù (Gmg), del rapporto tra la Chiesa e i giovani, della secolarizzazione e del suo prossimo 75° compleanno (età nella quale, per prassi, i vescovi presentano al Papa le proprie dimissioni).
Papa Benedetto, ricorda il cardinale, “ha detto che noi spagnoli abbiamo un Dna cattolico”. E anche se i sondaggi parlano di un calo dei praticanti, vi è una “consonanza ancora profonda tra la coscienza degli spagnoli, della società spagnola, e una visione della vita segnata dalla fede cattolica. Nel Paese il peso reale dei cattolici e della Chiesa nell’insieme della vita sociale – osserva – è molto rilevante”.
“Noi – prosegue il card. Rouco Varela – oggi muoviamo tra il 20 e il 30% della popolazione. Se s’inscrivono questi dati nel contesto di una società come quella odierna in Spagna, è molto. Che ogni domenica 10 milioni di persone vadano alla Messa è un dato incredibile, formidabile. Se si ricorda che tutti i giorni in Spagna vanno a Messa due milioni di persone, ebbene, in che settore o ambito della vita si registra qualcosa di simile?”.
Sempre l’arcivescovo di Madrid, parlando al quotidiano “Abc”, esprime il suo auspicio per le giornate che la capitale spagnola si appresta a vivere. “Madrid – afferma – in questi giorni si trasformerà in una grande famiglia di un milione di giovani” per i quali si sta allestendo “una cornice materialmente e spiritualmente favorevole”,affinché sia quel “grande momento d’incontro con Gesù Cristo che il Santo Padre desidera e cerca per i giovani all’inizio del terzo millennio”. Un appuntamento, spiega, rivolto a credenti e non credenti. L’obiettivo, difatti, è quello di “mostrare una Chiesa aperta al mondo nell’annunciare il Vangelo”, “accessibile” a “tutti coloro che lo vogliono sentire”. Esso è una “buona notizia” perché “richiama a quella verità e al bene che l’uomo spera quando non si chiude a Dio”.

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