mercoledì 17 agosto 2011

Gmg di Madrid, le catechesi dei cardinali Caffarra e Bagnasco e dei monsignori Crociata, Parmeggiani e Betori nei commenti di Salvatore Izzo

GMG MADRID: CARDINALE CAFFARRA, QUANDO UN RAGAZZO DICE "TI AMO"

Salvatore Izzo

(AGI) - Madrid, 17 ago.

"Quando un ragazzo dice ad una ragazza che la ama, che desidera condividere con lei la vita, che sia lei la madre dei suoi figli, la ragazza ha tre possibilita' di risposta: pensare che quel ragazzo non e' sincero, non e' affidabile, la sta ingannando; rifiutare semplicemente quella proposta; consentire, e quindi iniziare una storia di amore".
Con questo esempio, il cardinale Carlo Caffarra ha presentato ai giovani italiani presenti a Madrid per la Giornata Mondiale della Gioventu' il concetto di fede.
"La terza risposta - ha spiegato - implica un atto di intelligenza: 'cio' che mi sta dicendo e' vero; non mi sta ingannando'. La ragazza e' certa della verita' delle parole dette. Ma questo non e' tutto: potrebbe essere sicura che quel ragazzo non la sta ingannando, ma dirgli: 'non mi interessi non sei il mio tipo'. Perche' inizi una vera storia d'amore, e' necessario che la ragazza si senta attratta verso il ragazzo; senta come una sorta di trasporto affettivo nei suoi confronti". Per il cardinale di Bologna, anche "Dio si rivolge a ciascuno di noi e dice: 'ti voglio bene; desidero vivere con te una storia di amore, perche' io sono Amore'. L'uomo ritiene che Dio veramente gli sta parlando; che quando gli dice il suo Amore, non lo sta ingannando: gli dice la verita'. Ecco il primo costitutivo della fede: la fede e' un atto della ragione che ritiene con certezza assoluta che Dio gli sta dicendo la Verita'".
"Ma la fede - ha aggiunto Caffarra davanti ai ragazzi rapiti dall'immagine di una giovane coppia, a loro cosi' vicina - non si riduce a questo, ad un assenso della nostra ragione. Essa implica anche un profondo interesse per quanto Dio sta dicendo; implica una sorta di attrazione interiore verso la parola, meglio cio' che Dio sta dicendo: in ultima analisi verso Dio stesso. Ecco - ha concluso - il secondo costitutivo della fede: la fede e' un atto della nostra liberta' che decide di porsi nella relazione amorosa col Signore. Quando diciamo 'credere a Dio' sottolineiamo l'aspetto razionale della fede: quando diciamo "credere in Dio" sottolineiamo l'aspetto affettivo della fede".

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GMG MADRID: BAGNASCO, PREGANDO CON I GIOVANI HO TOCCATO DIO

Salvatore Izzo

(AGI) - Madrid, 17 ago.

"Quante volte, nella solitudine e nel silenzio della notte mi sono piegato per la commozione davanti al cielo stellato e al profilo dei monti. Si', posso dire con tanti, spero con tutti voi, che ho toccato Dio, ho visto nel buio la Luce: nell'oscurita' l'Invisibile mi ha visitato". A confidare questa personalissima esperienza, e l'emozione forte provata altre volte "davanti all'universo, o di fronte alla bellezza di un'anima che cercava Dio con cuore puro, o a esempi di eroismo umile e semplice di amore", e' stato, nell'affollata chiesa del centro di Madrid dove teneva la sua catechesi per i ragazzi italiani, il presidente della Cei Angelo Bagnasco, che ha anche svelato il contesto nel quale ha trovato piu' direttamente conferma alla propria fede, quello "degli innumerevoli campi scuola" con i giovani della sua parrocchia genovese. Un'esperienza che il cardinale esorta a sperimentare nella Giornata Mondiale della Gioventu' in corso nella capitale spagnola.
Ricordando la domanda che Benedetto XVI pose giusto undici mesi fa nell'Incontro con i rappresentanti delle altre religioni a Londra: "per quale motivo esiste qualcosa, piuttosto che il niente?", il presidente della Cei ha rilevato come sia proprio di tutti gli uomini di ogni tempo "il desiderio di non morire, di vivere per sempre, di una felicita' senza fine". "L'uomo - ha aggiunto - non solo vuole vivere, ma vuole sapere: vuole conoscere il mondo, ma anche il perche' e il significato del mondo, e, innanzitutto, di se stesso. L'esperienza insegna che vivere non e' consumare delle cose e del tempo, non e' un calendario di giorni, ma e' un intreccio di significati, un orizzonte di senso. E' conoscere non solo gli scopi immediati delle nostre azioni e delle scelte particolari, il lavoro, gli affetti, la casa, ma soprattutto il fine ultimo dell'esistenza".
Per Bagnassco, dunque, "la domanda che pone il Papa non e' affatto astratta ne' irrilevante: da' attualita' a voci dell'antichita' e di oggi. E non e' neppure difficile". "Dio - infatti - e' la sorgente della vita; eliminarlo equivale a separarsi da questa fonte, privarsi della pienezza e della gioia". Da qui L'invito ai giovani a non essere "dei vagabondi senza casa e senza terra, naufraghi della vita, che vivono alla giornata come viene, per i quali cio' che conta e' quanto sta loro davanti momento per momento".
Ed una proposta: trovare in Dio la risposta ai "grandi interrogativi che emergono dal cuore stesso dell'uomo". "Puntare a Dio - ha concluso - non e' una proposta fondata sul nulla perche' se ascoltiamo le voci profonde del cuore sentiamo che ognuno di noi e' una struggente nostalgia, un mendicante di Assoluto, una sinfonia incompiuta. Per questo l'uomo si spiega solo con Dio".

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GMG MADRID: CROCIATA, LA FEDE E' UN ATTEGGIAMENTO IRRINUNCIABILE

Salvatore Izzo

(AGI) - Madrid, 17 ago.

"La fede, prima di essere una virtu' teologale, e' un atteggiamento umano caratteristico", senza il quale "non potremmo vivere". Lo ha ricordato il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, parlando ai ragazzi italiani che partecipano alla Giornata Mondiale della Gioventu' di Madrid.
"Noi - ha osservato - ci fidiamo che il cibo che troviamo a tavola sia buono, anche se immediatamente non possiamo provarlo ricostruendo tutta la filiera della sua produzione e lavorazione; ci fidiamo che la medicina che andiamo a comprare in farmacia sia stata preparata bene in modo tale che assumendola raggiunga l'effetto per cui e' stata prescritta; ci fidiamo che le persone incontrate ci dicono, cio' che troviamo scritto nei libri, leggiamo sui giornali, ascoltiamo in tv o alla radio, seguiamo in altri mezzi di comunicazione corrisponda al vero".
Ed anche "il fatto che in alcuni casi scopriamo di essere stati ingannati e' la dimostrazione che normalmente possiamo fidarci.
Se noi dovessimo controllare ad ogni passaggio tutto cio' con cui veniamo in contatto o di cui abbiamo bisogno, semplicemente non potremmo piu' vivere, non vivremmo piu'". Ma, ha aggiunto il vescovo, se "questo tipo di fede umana e' la struttura delle nostre relazioni personali e sociali", di fatto e' "anche la struttura del nostro rapporto con la realta' intera. Naturalmente la nostra fiducia dev'essere sempre critica, cioe' capace di vigilare su possibili inganni, falsificazioni, imprevisti; ma essa e' pur sempre affidamento alla realta', convinzione che essa non ci deludera'. Il senso positivo e affidabile della vita e di tutto cio' che entra nella nostra esperienza, ma anche di cio' che non viene direttamente in contatto con noi ma fa parte del mondo in cui viviamo, e' la premessa di una vita umanamente sostenibile e degna". "Anche il pessimismo piu' nero o la diffidenza piu' cinica sono - ha scandito monsignor Crociata - atteggiamenti costruiti in contrasto con l'affidabilita' e la positivita' di fondo della realta'". Ovviamente, ha poi concluso, la fede in Dio "ha una somiglianza" con tutto questo, pure se "nella sua essenza se ne differenzia profondamente, perche' si riferisce a Dio a cui si affida totalmente, alla cui parola da il pieno assenso e alla cui promessa si apre. Essa e' grazia e dono dello Spirito Santo, e allo stesso tempo atto pienamente umano di intelligenza e di volonta', necessario ma libero".

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GMG MADRID: MONSIGNOR PARMEGGIANI, DIABOLICA LA FELICITA' SENZA DIO

Salvatore Izzo

(AGI) - Madrid, 17 ago.

Come ai tempi di San Paolo, quando "tra i cristiani di Colosse si era infiltrato qualcuno che voleva accalappiarli sostituendo il Vangelo di Cristo con la filosofia umana", rappresenta anche oggi un problema "il potere diabolico del male e degli uomini che cercano loro stessi, il loro potere, la loro liberta' prescindendo da Dio e credendo che solo cosi' si trovi la felicita'". Lo ha detto monsignor Mautro Parmeggiani, vescovo di Tivoli, nella catechesi proposta ai giovani italiani che si trovano a Madrid per la Gmg. Si tratta, ha denunciato, di "un potere mondano e slegato da Dio che sempre cerca di imporsi anche ai cristiani e sotto il quale anche diversi di noi, in vari campi dell'impegno umano, politico, economico, dei media, della vita sessuale ed affettiva, soccombono credendo di aver trovato la vera felicita' e liberta' vivendo come se Dio non esistesse ma, in realta', cadendo nelle peggiori delle schiavitu'". Monsignor Parmeggiani che fu tra gli organizzatori della Gmg di Tor Vergata nel 2000, ha ricordato che in quell'occasione il cardinale Joseph Ratzinger parlo' ai catechisti di "un particolare contesto di 'oblio di Dio', una sorta di 'eclissi del senso di Dio', un contesto dove un laicismo diffuso elimina Dio dalla vita pubblica" facendo appunto "perdere all'uomo il riferimento a Dio che e' la sorgente della vita e al Creatore dell'essere umano, la dignita' e l'identita' vera del medesimo essere umano".

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GMG MADRID: MONSIGNOR BETORI "SBUGIARDA" WOODY ALLEN E SUA IRONIA

Salvatore Izzo

(AGI) - Madrid, 17 ago.

"Dio e' morto, Marx e' morto, e anch'io mi sento poco bene". Questa frase di Woody Allen, che riechggia la terribile sentenza di Nietzsche sulla morte di Dio "con un'espressione, forse meno angosciata ma non meno rivelatrice nella sua leggerezza pensosa", e' stata oggi a Madrid il punto di partenza di una riflessione proposta dall'arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori ai ragazzi italiani della Gmg. "Il noto regista americano - ha detto l'ex segretario della Cei - non e' del tutto sincero in questa sua affermazione, perche' l'aver cancellato Dio dalla vita, l'aver dovuto constatare che non ci sono ideologie con cui poterlo rimpiazzare, non mette l'uomo semplicemente in crisi, rendendolo meno sicuro delle sue certezze, ma lo svuota totalmente di senso, perche' gli sottrae il suo stesso fondamento. Mettere in crisi il posto di Dio nella nostra vita pone in crisi la vita stessa". Per monsignor Betori, "la fede non e' solo questione di Dio, ma e' anche questione dell'uomo. Solo accettando di mettersi in questione nella fede, l'uomo puo' percepirne il reale valore e la sua sostanziale necessita' per l'esistenza. Credere non e' sapere o dire qualcosa su Dio, ma scoprire come io e Dio siamo vicendevolmente implicati, per suo dono e per suo amore".
"La risposta che dobbiamo a chi vorrebbe negare la presenza, l'esistenza, la realta' stessa di Dio non e' rintracciabile - ha affermato l'arcivescovo di Firenze - nel contrapporre idea a idea, ma nel narrare una storia che e' gia' redenzione: mostra un Dio piu' forte della morte a cui gli uomini lo condannano e illumina una vita che si irradia da una croce assunta per amore. Il cammino della fede non chiude gli occhi di fronte al mistero di un Dio umile e povero che si lascia trattare dagli uomini secondo la loro (malvagia) volonta'". In questo modo, "l'esperienza della Chiesa, guardando a se stessa e al mondo, puo' andare ben oltre le mille denunce che Nietzsche e i suoi meno acuti ripetitori ci hanno presentato, sbattendo Dio e i credenti sul banco degli imputati della storia".
"Ma - ha concluso Betori - quella stessa esperienza ci dice che della domanda su Dio non possiamo fare a meno, perche' con essa ne va non solo della questione di Dio, ma anche della questione dell'uomo. Non e' uccidendo Dio che l'uomo afferma se stesso. La storia dice, al contrario, che eliminando Dio, l'uomo perde ogni riferimento e dal nichilismo non si esce da soli ne' per volonta' di potenza, ne' mediante il riconoscimento dei meccanismi psicologici con cui ci difendiamo, ne' attraverso progetti sociali che promettono di portare il paradiso in terra".

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