mercoledì 17 agosto 2011

Grandi attese per la presenza di Benedetto XVI tra i giovani in Spagna (Antonio María Rouco Varela)

Grandi attese per la presenza di Benedetto XVI tra i giovani in Spagna

La capitale della speranza

Antonio María Rouco Varela,
Cardinale arcivescovo di Madrid

L’arcidiocesi di Madrid, in stretta comunione con tutte le diocesi di Spagna, cosciente del dono che implica accogliere la Giornata mondiale della gioventù in «casa propria», si è preparata ad accogliere Benedetto XVI — da quando egli aveva dato l’annuncio a Sydney nel luglio 2008 — seguendo un intenso itinerario di preghiera e con uno stile di infaticabile dedizione pastorale.
Migliaia di fedeli e cittadini hanno offerto il meglio di sé. Le comunità parrocchiali, gli istituti di vita consacrata, le associazioni, i movimenti e le diverse realtà ecclesiali hanno fatto propria la tradizione cristiana che recita hospes sicut Christus: accogliere i pellegrini come Cristo stesso. Innumerevoli volontari hanno offerto il proprio tempo. Imprese e donatori singoli hanno contribuito a finanziare parte dei costi dell’avvenimento, di una complessità e di una grandiosità eccezionali. Questo entusiasmo della società civile spagnola ha potuto contare sull’appoggio delle amministrazioni nazionale, autonomistica e municipale, che hanno prestato una collaborazione diligente e generosa. A tutti loro e agli innumerevoli madrileni di ogni condizione che hanno mostrato comprensione, appoggio e simpatia, dobbiamo esprimere la nostra più profonda gratitudine.
Per la prima volta, la Giornata mondiale della gioventù torna in un Paese che l’aveva accolta precedentemente. Quella celebrata a Santiago de Compostela nel 1989 aprì un nuovo orizzonte di speranza in un delicato momento storico: l’Europa sovietica era sul punto di crollare. Di fronte all’illusione ingannevole dei vecchi richiami, tipici dei classici nemici dell’anima, rivestiti dalle nuove forme del denaro facile, della droga e del piacere senza limiti, il Papa presentava ai giovani un cammino di donazione amorosa basato sulla libertà che Cristo ci ha regalato. Ancora risuona nelle nostre orecchie l’invito ai giovani raccolti sul Monte del Gozo compostelano: Non abbiate paura di essere santi! Non a caso la messa inaugurale della Gmg 2011 a Madrid è stata proprio quella del beato Giovanni Paolo II.
Ventidue anni dopo, i problemi che affronta la gioventù attuale sono diversi, sebbene in un certo senso simili a quelli che preoccupavano la generazione «dell’89». La recessione internazionale e il dramma della disoccupazione giovanile sono il volto più eclatante di una crisi dalle radici molto profonde, che va oltre l’economico, il sociologico e il politico e tocca le coscienze di molti che non sanno più distinguere tra il bene e il male; tra il giusto e l’ingiusto; tra il vero e il falso. Una crisi, in definitiva, etica e spirituale, che riguarda l’intimità più profonda dell’uomo, provocando l’inquietudine e l’abbandono che dominano la vita di tanti giovani.
La gioventù — ha scritto Benedetto XVI nel suo Messaggio per la Gmg di Madrid — è il momento in cui si guarda al futuro, il momento delle aspettative. Quando si è giovani, si alimentano ideali, sogni e progetti. La gioventù è il momento in cui maturano le scelte decisive per il resto della vita. Per affrontare queste situazioni cruciali, il Papa propone ai giovani Cristo come la Via, la Verità e la Vita, e li incoraggia a radicare le proprie vite in Cristo, fondati in Lui e saldi nella fede.
Ogni Giornata mondiale della gioventù costituisce un grande avvenimento ecclesiale. Si è abituati a qualificarla come una «grande festa della fede», celebrata nella comunione della Chiesa, presieduta dal successore di Pietro. I frutti evangelizzatori sono indiscutibili. Chi ha partecipato a qualcuna delle sue edizioni è testimone della loro capacità di fortificare la fede dei giovani credenti e la loro coscienza di appartenere alla Chiesa. Ma sono anche un’attraente proposta di avvicinamento a Cristo e alla sua Chiesa per tutti i giovani: credenti e non. Benedetto XVI ha esortato in proposito: «vorrei che tutti i giovani, sia coloro che condividono la nostra fede in Gesù Cristo, sia quanti esitano, sono dubbiosi o non credono in Lui, potessero vivere questa esperienza, che può essere decisiva per la vita». Effettivamente, l’incontro personale con Gesù Cristo, che si verifica in quei giorni, significa per molti la decisione di seguire Gesù da vicino. Sono numerose le vocazioni al sacerdozio, alla vita consacrata e al matrimonio, che fioriscono in ogni Giornata mondiale e quasi tutti identificano questi incontri come una pietra miliare indimenticabile nel cammino delle proprie vite.
Ai profondi effetti spirituali esercitati dalla Gmg bisogna aggiungere la sua penetrazione profonda nel campo della cultura, della convivenza e della cooperazione sociale, conosciuta e constatabile nel corso della sua lunga storia venticinquennale. La Giornata mondiale di Madrid offrirà un ricco programma culturale con più di trecento attività che riflettono la fede fatta cultura. Tra le altre cose, l’itinerario al Museo del Prado, con quattordici capolavori dei più grandi pittori della storia dell’arte (Velázquez, Tintoretto, Rubens), culminante ne «La deposizione» di Caravaggio dei Musei Vaticani, che ringraziamo per aver permesso che questo gioiello artistico sia potuto arrivare a Madrid. Giovani di tutto il mondo potranno scoprire Cristo per mano di questi geniali artisti che si sforzano di convertire «la parola» in immagine, contemplandolo in pitture di una bellezza incomparabile, nelle quali si mostrano diverse descrizioni metaforiche di Cristo. L’appuntamento di Madrid ci si presenta, poi, come uno straordinario momento di grazia per la Chiesa universale e, in special modo, per la Chiesa di Spagna, terra di santi.

(©L'Osservatore Romano 17-18 agosto 2011)

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