giovedì 18 agosto 2011

Gmg, i volontari al servizio dei pellegrini, ciascuno con la sua storia


GMG 2011-VOLONTARI: AL SERVIZIO DEI PELLEGRINI, CIASCUNO CON LA SUA STORIA

(Madrid, dai nostri inviati)

“Vengo da Barcellona. Ho seguito tutto il percorso di avvicinamento alla Giornata mondiale della gioventù.
Mi sono data da fare nella mia parrocchia, poi nella diocesi. Conoscendo diverse lingue, mi hanno proposto di fare la volontaria qui a Madrid. Ed eccomi qua”. Estefana ha 22 anni, frequenta l’università nella sua città; qui, nel cuore della capitale spagnola, ha la responsabilità di una decina di volontari come lei, e smista i pellegrini che hanno perso la strada, che cercano la chiesa dove li aspetta la catechesi oppure domandano informazioni sugli spostamenti per “vedere il Papa”. Alle domande più diverse Estefana risponde con calma, ricorda che sulle “guide” distribuite nello zainetto della Gmg si trovano quasi tutte le informazioni chieste. “Qualche volta mi sento davvero utile – spiega al SIR in un momento di pausa -, altre volte penso che un po’ più di organizzazione sarebbe utile. Parecchi giovani mi hanno detto di non trovarsi bene per l’alloggio… Ma l’esperienza di servizio qui è davvero unica”. Accanto c’è Grace, statunitense, un genitore americano l’altro italiano: “Studio lingue e questa presenza qui è importante anche per gli studi. La mattina, prima di partire, ho però deciso di tenere 15 minuti per me, per fare silenzio e per pregare un po’. Altrimenti si corre il rischio di perdersi negli impegni concreti e di non vivere la spiritualità che dovrebbe contrassegnare la Gmg”.
Tra un gruppo di volontari non lontani dalla stazione della metro “Bilbao” sembrano prevalere gli spagnoli: “Sono stato a Sidney e qui, in Spagna, con la Gmg sotto casa, non potevo mancare – spiega Patricio, 23 anni, di Toledo -. I miei genitori erano contrari perché, dicevano, avrei perso tempo per gli studi. Invece mi sono impegnato a fondo, così da terminare i miei impegni a inizio luglio. Qui mi diverto, sinceramente, le giornate passano veloci. Il momento dell’arrivo del Papa, che sembrava lontano nel tempo, è infine arrivato. Ma il nostro impegno resta soprattutto per i ragazzi che arrivano da tutto il mondo: saremo al loro servizio in questi giorni, fino al 21 agosto. E anche dopo, per sistemare ogni cosa dopo la loro partenza”. Isabelle viene dalla Francia, “dalla Bretagna” tiene a precisare; lavora come impiegata. All’inizio sembra restia a parlare, poi confida al SIR che vorrebbe diventare giornalista e, a quel punto, racconta della sua vita (con un problema familiare non specificato), il suo percorso di fede “grazie a una suora che mi ha accompagnato in alcuni momenti difficili”, gli amici, il fidanzato, l’attenzione per il Vangelo (“ne leggo una pagina al giorno”). “Per ora la fede la porto dentro di me. Ma credo che dopo questa Gmg mi verrà voglia di mostrare anche agli altri che sono cristiana”.

© Copyright Sir

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Fra i volontare c'è anche il nostro Scenron. Gli auguro di essere tra i 12 che pranzeranno con Papa Benedetto :-)
Alessia

Raffaella ha detto...

Magari :-))
R.

Anonimo ha detto...

Raffy, ti voglio segnalare dalla prima di Avvenire la bella lettera dello scrittore Paco Ignacio Taibo, laico e non credente, a Marco Tarquinio. La mia laica commozione.
Alessia

Anonimo ha detto...

La cosa più brutta è che i giornali chiamino i giovani papisti. Non sono papisti sono cristiani, ragazzi con la loro vita che non vanno li per applaudire nessuno ma per riflettere e condividere un'esperienza. Ne conosco, ma non contano nulla per nessuno. Per i giornali sono solo papisti, coreografia di un evento.

Raffaella ha detto...

Enno'!
Il cattolico e' sempre papista.
Se non lo e' non e' cattolico ma un cristiano.
R.

Raffaella ha detto...

Grazie Alessia :-)
Al momento purtroppo non si apre la pagina di Avvenire.
R.

Anonimo ha detto...

Essere papisti è la degenerazione del rispetto e dell'affetto dovuti al Santo Padre. I miei amici vanno per approfondire la fede non per far da coreografia al Papa.
Ieri a proposito Caffarra ha fatto una catechesi bellissima, davvero toccante.
C'è una Chiesa viva a Madrid.


http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/2011/08/17/563993-caffarra_alla_giornata_mondiale_della_gioventu.shtml

Raffaella ha detto...

Meno male che l'affetto ed il rispetto sono "dovuti".
R.

Anonimo ha detto...

Il rispetto è dovuto a tutti anche ai ragazzi che sono lì per crescere, per riflettere, per vivere la propria vita di cristiani non per vedersi catalogati come papisti e papa boy e far numero.
Poi sarà che ho presente alcuni di quelli che ci sono e ho partecipato a manifestazioni simili e così l'ho sempre vissuta.

Anonimo ha detto...

La puoi leggere qui
http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/13A8/13A86W.pdf
Alessia