Gmg. Mancano 11 giorni: le attese dei giovani nelle diocesi italiane
Mancano 11 giorni all’atteso appuntamento della Giornata Mondiale della Gioventù. In Italia, in particolare, non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cresce la trepidazione per questo evento, in programma dal 16 al 21 agosto a Madrid. Il servizio di Giorgia Innocenti:
Con il trascorrere dei giorni, si avverte, tra i giovani che si recheranno a Madrid, un sempre maggiore entusiasmo. Per molti, è l’occasione di vivere una profonda esperienza di fede, come sottolinea Miriam Paschetta, ragazza piemontese di Cantalupa, che parteciperà alla Gmg con la diocesi di Pinerolo:
R. – Sono alla mia seconda Gmg, perché ho già partecipato a quella di Colonia nel 2005. E’ stata un’esperienza importantissima, divertente ed anche profonda. Ho deciso di partecipare di nuovo a quella di Madrid, quest’anno, e partirò con la diocesi di Pinerolo. Non vedo l’ora di partire per la Spagna!
D. – Benedetto XVI ci ha invitati ad essere radicati, fondati in Cristo e saldi nella fede. Come leggi questo messaggio?
R. – E’ una frase forte, perché al giorno d’oggi, soprattutto i giovani, si trovano in un mondo che spesso propone dei messaggi opposti che ci invitano a seguire dei modelli che sono soltanto apparenza ed effimero. Invece questo è un invito a rimanere saldi nella fede, in qualcosa che continua, non cambia di giorno in giorno, non è apparenza, ma è qualcosa di profondo che ci aiuta ad affrontare tutti i giorni quello che ci capita nella vita. I giovani, soprattutto, che devono ancora passare attraverso diversi momenti importanti della vita, hanno un punto di riferimento verso cui guardare.
Diventare testimoni autentici della fede significa vivere con gioia l’invito del Papa ad essere “radicati e fondati in Cristo”. Ma come dare questa testimonianza? Ascoltiamo Francesco Santi, giovane corista nella parrocchia di San Cristoforo Martire ad Urbania, nelle Marche:
R. – Portando degli esempi semplici, oppure avendo anche il coraggio e la forza di testimoniare sempre la Parola di Cristo. Nella società di oggi è sempre più difficile parlare di Dio, parlare di religione. Dobbiamo avere più senso di appartenenza alla comunità cristiana e portare con più coraggio la Parola di Cristo. Anche il Papa dice che nella società di oggi si tende a considerare la fede sempre più come un fatto privato e non rilevante nella società, ma questo sicuramente porta Dio ad uscire dalla nostra vita e dalla società e quindi dalla quotidianità. Dobbiamo avere più coraggio!
D. – Si dice che cantando si prega due volte. Che importanza ha la preghiera nella tua vita?
R. – E’ molto importante; la preghiera mi permette di ringraziare il Signore e di chiedergli d'illuminarmi per le scelte nella vita quotidiana.
Essere cristiani, in una società sempre più materialista, è una sfida. E’ quanto sottolinea Alessandro Ferrara, giovane di Montefalcone nel Sannio, in Molise:
R. - Ho 18 anni e sto studiando. Faccio parte della Pastorale giovanile della diocesi di Trivento e nella mia vita cerco di dare testimonianza del Cristo risorto.
D. – Ma la cultura attuale tende ad escludere Dio…
R. - Sappiamo la difficoltà odierna di essere cristiani e credenti. E’ difficile essere un credente, nella nostra società, perché quando sentono che sei cristiano ti disprezzano, ti mettono da parte. Cerchiamo comunque di andare avanti, annunciando sempre Gesù Cristo, che è la nostra forza.
D. - Bisogna passare attraverso le debolezze ma continuare ad andare sempre dritti verso Dio…
R. - Questo è vero, perché il cammino di un cristiano non è privo di croci, debolezze o sofferenze. Le ha subite lo stesso Gesù, ci è passato anche lui. Anche il nostro cammino, quindi, è fatto di croci, però poi si arriva alla meta. Questa nostra meta è Cristo, che ci dà la corona della gloria.
D. - Quali sono le tue aspettative per la Gmg?
R. - La mia aspettativa è incontrare Gesù Cristo e farlo incontrare anche a quei giovani che non lo conoscono e che magari vengono per altri motivi. (vv)
La Giornata mondiale della Gioventù, per molti giovani, è anche un’esperienza già vissuta, come nel caso di Sergio Spata, della diocesi siciliana di Ragusa:
R. - E’ la mia terza Gmg. Sto partendo anche come organizzatore del gruppo ragusano.
D. - Come pensi che si possa essere cristiani nella nostra società e nel futuro?
R. - Essere cristiani è sempre stata una sfida e parlando di futuro, lo è ancora di più. Posso dire che per me, al di là dell’ottimismo, c’è anche la speranza che sostiene ogni cristiano, quella che ci permette di andare avanti. Bisogna avere un progetto chiaro, che si basi sull’educazione e, non a caso, nei prossimi anni il tema per i giovani sarà proprio quello dell’educazione. Un tema importante per aiutare i giovani ad avvicinarsi a Cristo.
D. - Quali sono le tue aspettative per la Gmg?
R. - Vedere tutti questi giovani uniti in Cristo, che danno una testimonianza viva e giovane di una Chiesa che non è vecchia, che non è legata al passato ma che è proiettata verso il futuro.
D. - Come portare i giovani a confidare in Dio?
R. - Con la testimonianza, a partire dai coetanei. Anche gli adulti devono però svolgere il proprio ruolo, soprattutto investendo sui giovani. Quando i giovani sentono la fiducia da parte degli adulti, è molto più facile. (vv)
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