domenica 14 agosto 2011

Il coraggio e la speranza. Intervista al card. Luìs Matinez Sistach, arcivescovo di Barcellona (Sir)

Il coraggio e la speranza

Il card. Luìs Matinez Sistach, arcivescovo di Barcellona

“Siamo felici di aver accolto così tanti giovani qui a Barcellona e nelle diocesi vicine della Catalogna. È molto importante anche per i nostri ragazzi vedere, conoscere e confrontarsi con altri coetanei di tanti Paesi del mondo”.
Non si sono ancora spenti gli echi della messa, nella spianata del Forum situata nel pressi della zona portuale di Barcellona, che ha celebrato, il 13 agosto, davanti a circa 40 mila giovani provenienti da oltre 60 Paesi. Mentre parla al SIR il card. Luìs Martinez Sistach, arcivescovo di Barcellona, osserva con soddisfazione le strade della sua città invase da migliaia di giovani festanti.
Molte diocesi straniere, infatti, hanno scelto di gemellarsi con quella catalana e le altre vicine, come Girona, Urgell, Tortosa e Tarragona. Tutte hanno aperto scuole, palestre e abitazioni. I loro vescovi erano sull’altare con il cardinale, e gli altri presuli ospiti, nella messa al Forum che ha aperto “I Giorni nelle diocesi” in città. Pochi giorni solo per godere dell’accoglienza catalana – già da oggi, 14 agosto, molti gruppi cominceranno a muoversi verso Madrid, ma sufficienti per lasciare il segno nella città della Sagrada Familia, luogo più visitato di Spagna. Non è un caso che aprendo la celebrazione il cardinale ha salutato i giovani presenti in varie lingue, dicendo loro “siete a casa vostra”.

Cosa rappresenta per Barcellona la presenza di così tanti giovani?

“Questi momenti sono una vera grazia di Dio. Sapere che nel mondo ci sono tanti giovani che condividono la stessa fede e che amano Gesù allo stesso modo, è di grande speranza per tutti noi”.

Nessuno tre anni fa, quando Benedetto XVI a Sydney annunciò Madrid come sede della Gmg del 2011, immaginava che questa si sarebbe svolta nel bel mezzo di una grave crisi economica e finanziaria mondiale…

“La Gmg è una manifestazione, o forse un grido, di speranza nel futuro. Abbiamo davanti un quadro a tinte fosche ma non dobbiamo rassegnarci. Il futuro non può essere così nero se confidiamo nelle nuove generazioni. Tra loro ci sono moltissimi giovani che seguono il Vangelo che propone tanti valori che se perseguiti, ricercati a fondo, offrono valide soluzioni alla crisi in atto e alle sue cause. I cristiani devono essere presenti nel mondo e la loro deve essere una presenza attenta, amorevole, solidale e di fede. Insieme possiamo costruire un futuro migliore e di speranza. Certo, le difficoltà non mancano ma abbiamo coraggio e soprattutto noi cristiani abbiamo la forza della preghiera e dell’amore di Dio”.

Ma come fare per permettere ai giovani di costruire il loro futuro?

“Dobbiamo essere ottimisti e avere speranza. Il grido dei giovani si sta alzando ovunque, in tante parti del mondo e penso per esempio al Medio Oriente, all’Europa. Osserviamo quanto sta accadendo in Inghilterra, la cieca violenza in Norvegia, le proteste qui in Spagna dove il 40% della gioventù è senza lavoro. Il loro grido chiede lavoro, giustizia, trasparenza politica. È quanto mai urgente che tutti i politici, e mi riferisco non solo ai nostri ma a tutti i leader del mondo, al di là delle differenze di opinione, sappiano trovare una soluzione, fare proposte, per dare speranza ed un futuro sereno a questi giovani senza lavoro. Parlare di speranza può sembrare una contraddizione davanti ad una crisi economica e finanziaria come quella attuale ma siamo convinti che la soluzione a questa crisi siano l’amore, la solidarietà, e la condivisione”.

Intanto nelle strade i giovani continuano a cantare, ballare e a battere le mani. È un fiume di bandiere, di cappelli e maglie multicolori. Tutti o quasi diretti verso la Sagrada Familia. All’ingresso, come di incanto, ai canti e al vociare di prima si sostituisce il silenzio e il raccoglimento. Da stasera è tempo di rifare lo zaino, domani 15 agosto, si parte per Madrid. Il pellegrinaggio continua…

a cura di Daniele Rocchi, inviato SIR a Barcellona

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