Benedetto XVI mostra il lato laico della nuova Chiesa
Il Pontefice spegne la contestazione indicando un modello di fede vicino alla gente
di RAFFAELE IANNUZZI
Il sarcasmo del quotidiano El Paìs non fa breccia: «Saldi di agosto». Il riferimento è alla decisione dell'Arcivescovo di Madrid di concedere ai sacerdoti la facoltà di perdonare il peccato dell'aborto ai giovani presenti alla Gmg.
Scelta saggia e intelligente e, a quanto urticante per i laicisti che vorrebbero, da un lato, la leggenda nera della Chiesa padronale e tradizionalista, dall'altro, il monopolio sulla società atea e laicista costruita mediaticamente insieme al residuale mondo zapateriano e radicaleggiante. Invece, la Chiesa spariglia le carte e avanza nella società spagnola con il passo di un Papa equilibrato e sapiente. L'impressione è che la Gmg spagnola realizzi un altro successo pastorale modello Regno Unito.
I fatti sono testardi e parlano da soli. L'incontro con i Reali di Spagna, al palazzo reale della Zarzuela. Il re offre al Papa una statua della Vergine dell'Almudena, Patrona di Madrid. Il Papa ricambia con un mosaico che rappresenta Piazza di Spagna. La forza simbolica dei doni costituisce una cifra non solo relazionale, ma anche pubblica e politica. Politica nel senso in cui Il Card. Newman intendeva la «politica» nella Chiesa: essere «parte» per parlare con il «tutto».
E così opera il teologo-pastore Ratzinger. Si sta creando, attraverso gesti e fatti, un linguaggio spirituale e politico che, insieme, costituiscono la cornice della nuova evangelizzazione di un mondo in cui domina l'«eclissi di Dio». Senza Dio, niente io. Dopo il Palazzo, c'è la Religione. Le suore che pregano per la salvezza del mondo, unitamente ai giovani docenti, tutti incontrati al monastero dell'Escorial, rappresentano i due segmenti di un'unica trama ordinata alla verità ed alla fede. Il Papa si diffonde sulla vocazione della cultura e dell'università come scuola di entusiasmo insormontabile. Un pensiero disegnato con tipica sobrietà agostiniana non privo di tonalità mistiche. Il Papa parla di mistica feriale e cultura cristiana. Perché, alla base, c'è il Dio che si fa carne e, dunque, l'eclissi di Dio - come già Buber, inventore della fortunata espressione aveva sottolineato - carica di dramma ultimativo la vicenda umana: per aggredire il mostro secolarista, ci vuole la fede secolare, cioè incarnata. La laicità del Pontefice riapre la partita da nuove angolazioni e il laicismo ideologico e totalitario non riesce a distinguere tra la democrazia dispotica e la cristianità totalizzante. Zapatero sta tramontando per deficit mistico, per dirla con Péguy, in assenza di un socialismo popolare teso all'assoluto, non per carenze meramente politiche. L'incontro con Benedetto XVI sancisce questo scacco storico.
Il Papa, in realtà, costituisce la cartina di tornasole di questa crisi, in una terra piena di giovani neopagani vogliosi, però, di abbracciare qualcosa di solido, stanchi delle nebbie alla Unamuno, unica merce imposta dai nichilisti. È il Logos che si fa carne, il fondamento di ogni cultura umana e di ogni umanesimo del lavoro. Ad una «società sgretolata ed instabile» si risponde soltanto con l'attraente proposta di Cristo, non con la gerdarmeria ideologica. La Via Crucis, dedicata ai «poveri di Iahvè» della terra, in un silente esultare di fede e devozione, esprime questa verità. Il Dio Crocifisso, osserva il Papa, è la via «estrema della speranza». L'unica che edifica la vita e, con essa, la comunità umana. La teoria «pratica» della Croce comunica amore e speranza al mondo. La ripartenza del mondo accade così, come un miracolo di novità.
© Copyright Il Tempo, 20 agosto 2011 consultabile online anche qui.
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