lunedì 8 agosto 2011

Memoria di San Domenico. Il Papa: Cristo è il bene più prezioso che l'umanità ha il diritto di conoscere e amare (R.V.)

Su segnalazione di Laura leggiamo:

Memoria di San Domenico. Il Papa: Cristo è il bene più prezioso che l'umanità ha il diritto di conoscere e amare

Oggi la Chiesa celebra la memoria liturgica di San Domenico di Guzmán, fondatore dell’Ordine dei Frati Predicatori, meglio noti come Domenicani. Benedetto XVI gli ha dedicato l’udienza generale del 3 febbraio dell’anno scorso. Ce ne parla Sergio Centofanti.

Di San Domenico il Papa ricorda innanzitutto una caratteristica: l’umiltà. Ebbe grandi onori e importanti incarichi ma visse tutto come servizio, senza mai cedere alla tentazione di vivere il sacerdozio come una brillante carriera ecclesiastica:

“Non è forse una tentazione quella della carriera, del potere, una tentazione da cui non sono immuni neppure coloro che hanno un ruolo di animazione e di governo nella Chiesa? … Sappiamo come le cose nella società civile, e, non di rado nella Chiesa, soffrono per il fatto che molti di coloro ai quali è stata conferita una responsabilità, lavorano per se stessi e non per la comunità”.

San Domenico, nato intorno al 1170 da una nobile famiglia della Vecchia Castiglia, l’attuale Spagna, ha un grande amore per lo studio e la teologia ma di fronte alle carestie causate dalle guerre del tempo, scosso dall’indifferenza di tanti non esita a vendere tutto quello che ha di più prezioso, ovvero i suoi libri, per dare da mangiare a chi non ha cibo. Il suo desiderio più grande è annunciare l’amore e la verità, la Parola di Dio fatta carne: l’Ordine dei Domenicani è chiamato a evangelizzare chi non conosce Cristo e a rievangelizzare chi ha lasciato la vera fede:

“Questo grande Santo ci rammenta che nel cuore della Chiesa deve sempre bruciare un fuoco missionario, il quale spinge incessantemente a portare il primo annuncio del Vangelo e, dove necessario, ad una nuova evangelizzazione: è Cristo, infatti, il bene più prezioso che gli uomini e le donne di ogni tempo e di ogni luogo hanno il diritto di conoscere e di amare!”.

Il suo motto è “Predicare e camminare” ma vuole che i suoi compagni per annunciare la Parola di Dio abbiano una grande preparazione teologica; così li invia a formarsi nelle Università:

“Lo sviluppo della cultura impone a coloro che svolgono il ministero della Parola, ai vari livelli, di essere ben preparati. Esorto dunque tutti, pastori e laici, a coltivare questa ‘dimensione culturale’ della fede, affinché la bellezza della verità cristiana possa essere meglio compresa e la fede possa essere veramente nutrita, rafforzata e anche difesa”.

San Domenico era un uomo di poche parole e se apriva la bocca era solo per parlare con Dio o di Dio. Soprattutto aveva una grande fede nella preghiera. Per aiutare la gente semplice a pregare insegna a meditare sui misteri della vita di Gesù recitando l’Ave Maria. E’ il primo inizio del Rosario. Per lui pregare significa conquistare anime a Dio. Per questo si prende particolare cura dei monasteri femminili di clausura:

“…credette fino in fondo al valore della preghiera di intercessione per il successo del lavoro apostolico. Solo in Paradiso comprenderemo quanto la preghiera delle claustrali accompagni efficacemente l’azione apostolica!”.

San Domenico muore il 6 agosto 1221 nel convento domenicano di Bologna, in una cella non sua, perché lui, il Fondatore, non l’aveva. Ai frati lascia questo testamento spirituale: «Abbiate la carità, conservate l’umiltà, accumulatevi i tesori della santa povertà ». Viene canonizzato il 13 luglio 1234 da Papa Gregorio IX. L'Ordine dei Domenicani conta oggi più di 600 case con circa 6000 membri.

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