A Roma la Conferenza dei vescovi latini nelle regioni arabe
I cristiani in Egitto chiedono sostegno
Roma, 12.
Chiedono a gran voce di non essere lasciati soli i cristiani in Egitto, come anche negli altri Paesi del Medio Oriente nei quali sono più a rischio il rispetto dei diritti umani e delle minoranze religiose. Una richiesta di pace e libertà di cui si fa portavoce la Conférence des Evêques Latins dans les Régions Arabes (Celra) riunita in questi giorni a Roma sotto la presidenza del Patriarca di Gerusalemme dei Latini, Fouad Twal. E che si associa all’appello lanciato questa mattina, in occasione dell’udienza generale, da Benedetto XVI.
Gratitudine per le parole del Papa è espressa dal segretario generale uscente della Celra, Camillo Ballin, vicario apostolico di Arabia del Nord.
«È un appello che va nella giusta direzione e che occorre diffondere e appoggiare quanto più possibile». Missionario comboniano, da quarantadue anni nei Paesi arabi, il vescovo Ballin esprime la preoccupazione dei presuli cattolici di rito latino per il clima rovente di queste settimane, che rischia di spegnere anche le speranze suscitate dalla cosiddetta primavera araba: «I cristiani hanno paura.
In Egitto, come anche in altri Paesi come Iraq, Siria e Yemen, si vive sotto una cappa di continua tensione. La nostra gente è esposta alla violenza e si avverte una mancanza di protezione». Una situazione che viene esaminata nel corso dei lavori del Celra. Dai presuli arriva un appello alla preghiera per la pace, ma anche la richiesta di un maggiore coinvolgimento con le sorti dei cristiani del Medio Oriente. «C’è una cosa che, per iniziare, qui in Occidente tutti possono fare. Ed è, insieme alla preghiera, quello di interessarsi, di informarsi, di seguire correttamente le nostre vicende, magari contattando direttamente noi vescovi o i missionari». Una richiesta di maggiore coinvolgimento arriva anche dal vicario apostolico di Alessandria d’Egitto, Adel Zaky, che questa mattina assieme a una delegazione del Celra ha partecipato in piazza San Pietro all’udienza generale del Papa.
«Noi cristiani in Egitto abbiamo bisogno di sostegno da parte della Chiesa universale, delle istituzioni e di tutte le persone di buona volontà perché vengano rispettati i diritti umani e quelli delle minoranze religiose. Il fatto che ultimamente a essere colpiti siano stati i copti ortodossi, per noi cattolici non cambia le cose.
Anche perché la questione non è di carattere religioso. Non c’è di per sé uno scontro tra cristiani e musulmani». La crisi insomma è di ben altra natura. «Speriamo anche noi nelle elezioni di novembre. Non si può governare con il pugno di ferro. Da troppo tempo c’è un clima di violenza che ha portato all’incendio di chiese, a maltrattamenti, ma soprattutto alla morte di tante persone innocenti.
Anche noi cristiani siamo egiziani come tutti gli altri».
Iniziatisi martedì 11, i lavori della Celra si concluderanno domani, giovedì 13. Nella giornata d’apertura è avvenuta l’elezione, a nuovo segretario generale, dell’italiano bétharramita padre Pietro Felet.
(©L'Osservatore Romano 13 ottobre 2011)
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