Su segnalazione di Laura leggiamo:
VATICANO
Papa: Nella Giornata missionaria mondiale, tre nuovi santi che hanno amato Dio e il prossimo
Benedetto XVI ha canonizzato mons. Guido Maria Conforti, fondatore dell’istituto dei Missionari saveriani; don Luigi Guanella, fondatore dei Servi della Carità e delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, al servizio dei disabili; Bonifacia Rodriguez de Castro, fondatrice della Congregazione delle Serve di San Giuseppe. Tutti e tre hanno testimoniato “amore appassionato verso Dio e verso il prossimo”.
Città del Vaticano (AsiaNews)
“Ringraziamento” e “supplica”, ma anche “lode al Signore” per la coincidenza della Giornata missionaria mondiale, “appuntamento annuale che intende risvegliare lo slancio e l’impegno per la missione”, con la proclamazione di tre nuovi santi che sono stati “segno eloquente” di “amore appassionato per Dio… e verso il prossimo”.
È quanto Benedetto XVI ha sottolineato nell’omelia tenuta alla messa per la canonizzazione di tre beati: Guido Maria Conforti (1865-1931), arcivescovo-vescovo di Parma, fondatore della Pia Società di San Francesco Saverio per le Missioni Estere (Missionari Saveriani) ; Luigi Guanella (1842-1915), sacerdote, fondatore della Congregazione dei Servi della Carità e dell’Istituto delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, dediti all’accoglienza e all’educazione dei disabili; Bonifacia Rodriguez de Castro(1837-1905), fondatrice della Congregazione delle Serve di San Giuseppe.
Il papa si sofferma anzitutto sul messaggio del Vangelo del giorno (Matteo 22,34-40) in cui Gesù unisce come “simili” il primo comandamento, l’amare Dio con tutto se stessi e l’amare il prossimo come se stessi. “Gesù – spiega il pontefice - lascia intendere che la carità verso il prossimo è importante quanto l’amore a Dio. Infatti, il segno visibile che il cristiano può mostrare per testimoniare al mondo l’amore di Dio è l’amore ai fratelli”. E aggiunge: “Quanto provvidenziale risulta allora il fatto che proprio oggi la Chiesa indichi a tutti i suoi membri tre nuovi Santi che si sono lasciati trasformare dalla carità divina e ad essa hanno improntato l’intera loro esistenza. In diverse situazioni e con diversi carismi, essi hanno amato il Signore con tutto il cuore e il prossimo come se stessi «così da diventare modello per tutti i credenti» (1Ts 1,7)”.
Guido Maria Conforti, “fin da …. fanciullo, dovette superare l’opposizione del padre per entrare in Seminario, diede prova di un carattere fermo nel seguire la volontà di Dio, nel corrispondere in tutto a quella caritas Christi che, nella contemplazione del Crocifisso, lo attraeva a sé. Egli sentì forte l’urgenza di annunciare questo amore a quanti non ne avevano ancora ricevuto l’annuncio, e il motto ‘Caritas Christi urget nos’ (cfr 2Cor 5,14) sintetizza il programma dell’Istituto missionario a cui egli, appena trentenne, diede vita: una famiglia religiosa posta interamente a servizio dell’evangelizzazione, sotto il patrocinio del grande apostolo dell’Oriente san Francesco Saverio”.
“Egli per primo sperimentò e testimoniò quello che insegnava ai suoi missionari, che cioè la perfezione consiste nel fare la volontà di Dio, sul modello di Gesù Crocifisso. San Guido Maria Conforti tenne fisso il suo sguardo interiore sulla Croce, che dolcemente lo attirava a sé; nel contemplarla egli vedeva spalancarsi l’orizzonte del mondo intero, scorgeva l’’urgente’ desiderio, nascosto nel cuore di ogni uomo, di ricevere e di accogliere l’annuncio dell’unico amore che salva”.
In san Luigi Guanella, sottolinea il papa, il Signore “ci ha dato un profeta e un apostolo della carità. Nella sua testimonianza, così carica di umanità e di attenzione agli ultimi, riconosciamo un segno luminoso della presenza e dell’azione benefica di Dio: il Dio - come è risuonato nella prima Lettura - che difende il forestiero, la vedova, l’orfano, il povero che deve dare a pegno il proprio mantello, la sola coperta che ha per coprirsi di notte (cfr Es 22,20-26). Questo nuovo Santo della carità sia per tutti, in particolare per i membri delle Congregazioni da lui fondate, modello di profonda e feconda sintesi tra contemplazione e azione, così come egli stesso l’ha vissuta e messa in atto”.
Di santa Bonifacia Rodriguez de Castro, il pontefice, ricorda che ha iniziato la sua missione attraverso il lavoro, proprio come san Paolo che lavorava ed evangelizzava. “ Così nascono le Serve di San Giuseppe, nell'umiltá e semplicitá evangeliche, che nella casa di Nazareth si presentano come una scuola di vita cristiana”.
"Madre Bonifacia, che si consacra con viva gioia all'apostolato e comincia ad ottenere i primi frutti dei suoi sforzi, vive anche questa esperienza dell'abbandono e del rifiuto precisamente delle sua discepole, e in ciò impara una nuova dimensione della sequela di Cristo: la Croce. La abbraccia con la sopportazione che dà la speranza offrendo la sua vita per l'unità dell'opera nata dalle sua mani".
“Ci raccomandiamo alla sua intercessione e chiediamo a Dio per tutti i lavoratori, soprattutto per quelli che fanno i lavori più modesti e a volte non abbastanza apprezzati perché, nel loro lavoro quotidiano vedano la mano amica di Dio e testimonino il suo amore, trasformando la loro fatica in un canto di lode al Creatore
“Lasciamoci attrarre – ha concluso il papa - dai loro esempi, lasciamoci guidare dai loro insegnamenti, affinché tutta la nostra esistenza diventi testimonianza di autentico amore verso Dio e verso il prossimo”.
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