Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:
COMUNICATO STAMPA
Inaugurato il nuovo anno accademico della Pontificia Università della Santa Croce
“La frammentazione del sapere trasforma le Università in scuole professionali finalizzate a fornire solo capacità tecniche agli studenti secondo le esigenze del mercato” (Prof. Clavell)
Master su “Religione e società” per il 25º dell’Istituto di Scienze Religiose all’Apollinare: il 12 novembre la presentazione con l’intervento del Card. Angelo Bagnasco
ROMA (11 ottobre 2011)
La “frammentarietà del sapere e della vita” che caratterizza molte aree culturali del nostro tempo, e qual è in tal senso “il contributo di una pontificia università” è stato il tema della lezione magistrale affidata quest’anno alla Facoltà di Filosofia e tenuta da Mons. Lluís Clavell, professore ordinario di Metafisica, durante l’inaugurazione dell’anno accademico 2011/2012 alla Pontificia Università della Santa Croce, celebrata lunedì 10 ottobre.
“La frammentazione trasforma le università in una sorta di arcipelago umano”, con docenti e ricercatori che “comunicano poco tra di loro, perché usano metodi e linguaggi diversi”. Secondo Mons. Clavell, è invece auspicabile “una collaborazione fruttuosa tra le scienze per una conoscenza più adeguata della realtà stessa e per un migliore servizio all’uomo”, e ciò è fattibile “solo se i professori lavorano di più insieme”.
Anche la “separazione tra la ricerca e la didattica” rischia di sgretolare “l’università stessa, come centro formativo in cui i docenti insegnano ciò che loro stessi stanno ricercando”.
In questo panorama, infatti, si fa strada la figura del “ricercatore senza docenza, che si affianca al normale professore, certamente specialistico, con compiti quasi solo didattici ma con scarso lavoro di ricerca”. Ciò trasforma le facoltà universitarie in semplici “scuole professionali finalizzate a fornire solo capacità tecniche agli studenti secondo le esigenze del mercato”.
Questa dinamica, inoltre, provoca sulle persone dei cosiddetti “effetti perversi” e rende la formazione degli studenti “composta da molti piccoli frammenti specializzati, ma dispersa e senza unità per la persona stessa e per il futuro esercizio professionale”.
Il rimedio ad una simile e diffusa problematica si incontra, secondo lo studioso, nella “interdisciplinarità, concepita come un atteggiamento personale”. È pur vero che “la presenza di diversi saperi nella stessa persona è realizzabile in modo limitato, ma dovrebbe essere operativa come inclinazione profonda”, poiché “la vera interdisciplinarità è quella che si dà in ognuno di noi nel cercare di arrivare all’unità del sapere”.
In simili termini si è anche espresso Mons. Javier Echevarria, Prelato dell’Opus Dei e Gran Cancelliere della Pontificia Università della Santa Croce, nel suo discorso a chiusura dell’atto di inaugurazione dell’anno accademico 2011/2012: “L’orientamento del nostro lavoro universitario deve contribuire a radicare la fede e la vita cristiana in noi stessi e nella cultura del nostro tempo”, superando una visione unicamente “utilitaristica” della propria missione e favorendo un più intimo rapporto con Dio.
Citando il Santo Padre Benedetto XVI nel suo discorso ai giovani professori universitari riuniti a San Lorenzo de El Escorial durante la Giornata Mondiale della Gioventù (19 agosto 2011), Mons. Echevarría ha ricordato che “non basta limitarsi ad insegnare o studiare i diversi trattati”, poiché “la fede esige di essere vissuta, incarnata ogni giorno”. Solo in questo modo è possibile essere per i giovani degli “autentici maestri”, capaci di suscitare in loro “questa sete di verità che hanno nel profondo e quest’ansia di superarsi”, e diventando al contempo “stimolo e forza”.
In questo cammino di santificazione di “quanti hanno l’incarico di collaborare alla diffusione della verità”, diventa indispensabile la virtù dell’“umiltà”, grazie alla quale “sapremo dialogare, perché avremo capacità di ascolto” e sapremo riconoscere i nostri sbagli, perché “la stessa verità è sempre più alta dei nostri traguardi” (Benedetto XVI).
Nei vari discorsi pronunciati nel corso della cerimonia di inaugurazione, che è stata preceduta dalla Santa Messa votiva dello Spirito Santo nella Basilica di Sant’Apollinare, si è anche fatto espresso riferimento alla figura del Beato Giovanni Paolo II e al suo legame con la Pontificia Università della Santa Croce. In particolare, durante l’omelia, il Gran Cancelliere ha ribadito come questo Pontefice “ha guardato con paterno affetto il lavoro della nostra Alma Mater, considerandolo come un altro crocevia di riflessione e di dialogo per aiutare professori e studenti ad addentrarsi nei misteri di Dio, ed affinché noi tutti sentissimo la necessità di essere veramente apostoli”.
Quest’anno ricorre il XXV Anniversario di fondazione dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose all’Apollinare, eretto dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica il 17 settembre 1986 e posto sotto la tutela accademica della Facoltà di Teologia.
Per l’occasione, il prossimo 12 novembre si terrà un atto accademico con la partecipazione del Card. Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che terrà la prolusione su “Magistero ecclesiastico e ordine politico: libertà e responsabilità dei fedeli laici nella vita pubblica”.
Verrà inoltre inaugurato il Biennio specialistico e Master su “Religione e Società”, che – come spiegano gli organizzatori – intende offrire una specifica attenzione all’attuale crisi antropologica ed etica della politica e dell’economia, “spaziando dalle più cruciali questioni al centro del dibattito scientifico e con uno sguardo ai problemi posti dal multiculturalismo, dal pluralismo religioso e dal rapporto tra la funzione magisteriale della gerarchia ecclesiastica e il ruolo del laico cristiano nella vita pubblica” (Per ulteriori informazioni: issrapoll@pusc.it - www.issra.it).
Come ormai consuetudine, anche quest’anno sono state consegnate le medaglie d’argento dell’Università al personale che ha compiuto i 25 anni di servizio.
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