LEFEBVRIANI: MONSIGNOR POZZO, FUORI LUOGO PREVEDERE INSUCCESSO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 4 ott.
"In questo momento il testo del Preambolo dottrinale e' stato consegnato a monsignor Fellay e ai superiori della Fraternita' San Pio X, perche' essi possano esaminarlo e dare una risposta, che noi auspichiamo nella sostanza favorevole, positiva, affermativa.
C'e' sempre la possibilita' di chiedere alcune precisazioni, alcuni chiarimenti che da parte nostra verranno certamente dati entro tempi ragionevoli. Porre il problema di quello che succedera' qualora le difficolta' dovessero essere considerate gravi, insormontabili, mi pare che sia fuori luogo".
Risponde cosi' monsignor Guido Pozzo, segretario della Commissione Ecclesia dei, alla quale Benedetto XVI ha affidato la "trattativa" per l'auspicato rientro dei seguaci di monsignor Marcel Lefebvre nella piena comunione con la Chiesa Cattolica.
"Chi e' veramente e pienamente cattolico - spiega in proposito il prelato ai microfoni di Gloria tv - puo' abitare pienamente e debitamente nella Chiesa Cattolica, dovunque la Chiesa Cattolica esiste e si sviluppa".
Questa, chiarisce, "non e' solo un'affermazione di principio, e' un'affermazione esistenziale che corrisponde alla realta' della Chiesa Cattolica". Ed anche se ammette che esistono "delle difficolta', anche a motivo della situazione critica in cui si trovano molti cattolici, il mondo cattolico, in questi ed in altri paesi", monsignor Pozzo e' ottimista sull'esito finale del cammino di riconciliazione con i tradizionalisti incorsi nello scisma di Lefebvre, che il Papa ha voluto avviare tre anni fa con il motu proprio "Summorum Pontificum" che liberalizza l'uso dell'antico messale in latino e il successivo perdono, con remissione delle scomuniche, offerto ai quattro vescovi che lo stesso Lefebvre aveva consacrato illecitamente. "Non credo - ricorda infatti all'intervistatore - che nella storia non si siano verificati casi analoghi e quindi la risposta e' molto semplice: chi e' veramente e pienamente cattolico, non solo ha diritto, ma vive bene e si trova bene nella Chiesa Cattolica".
Quanto ai diffusi "mal di pancia" che le decisioni del Papa hanno provocato, il segretario della Ecclesia Dei li spiega con "il pregiudizio cosi' ancora diffuso contro la liturgia della forma straordinaria del Rito Antico".
"E' da tener presente - dice monsignor Pozzo a Gloria Tv - che per molti anni non e' stata offerta una formazione liturgica veramente adeguata e completa nella Chiesa Cattolica. Si e' voluto introdurre il principio di una rottura, di un allontanamento, un distacco radicale tra la riforma liturgica proposta, instaurata, promulgata, da Papa Paolo VI e la liturgia tradizionale. In realta' le cose stanno diversamente, perche' e' chiaro che c'e' una continuita' sostanziale nella liturgia, nella storia della liturgia; c'e' crescita, progresso, rinnovamento, ma non rottura, non discontinuita', e quindi questi pregiudizi influiscono in misura determinante nella forma mentis delle persone, degli ecclesiastici e anche dei fedeli". Secondo monsignor Pozzo, "occorre superare questo pregiudizio, occorre dare una formazione liturgica completa, autentica, e vedere come, appunto, una cosa sono i libri liturgici della riforma voluta da Paolo VI, altra cosa sono le forme di attuazione che in tante parti del mondo cattolico si sono verificate nella prassi, e che sono autentici abusi della stessa riforma liturgica di Paolo VI e contengono anche errori dottrinali che devono essere corretti e respinti". "E' questo - ricorda - che il Santo Padre Benedetto XVI, in un discorso all'Ateneo Anselmiano, recentemente, nella tarda primavera di quest'anno, ha voluto ancora una volta ribadire. Una cosa sono i libri liturgici della riforma, altra sono le forme concrete di attuazione che, purtroppo, in tante parti si sono diffuse e che non sono coerenti con i principi che erano stati fissati ed esplicitati dalla stessa Costituzione del Concilio Vaticano II 'Sacrosantum Concilium', sulla divina liturgia".
A una domanda, infine, su alcune fughe di notizie che hanno accompagnato i colloqui dottrinali dei mesi scorsi tra gli esperti della Commissione e quelli della Fraternita', monsignor Pozzo ridimensiona il problema facendo notare che in effetti si trattava di informazioni generiche: i media, infatti, il giorno dopo l'incontro decisivo del 14 settembre tra monsignor Fellay e il cardinale Joseph William Levada, prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede e presidente della Ecclesia Dei, "hanno ripreso sostanzialmente il comunicato stampa che gia' informava di alcuni elementi essenziali del Preambolo Dottrinale e quindi i contenuti profondi del Preambolo, nei loro particolari, non sono noti, almeno finora non sono stati resi noti, e i giornalisti non ne hanno parlato, non hanno descritto nei particolari lo svolgimento e l'elaborazione del Preambolo Dottrinale; quindi - conclude - la riservatezza sostanzialmente in questo caso credo sia stata mantenuta. Spero che lo sara' anche in seguito".
© Copyright (AGI)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Beh, a leggere le "uscite" di qualche facinoroso c'è poco da stare allegri. Ti confesso che veramente non so cosa augurarmi.
http://www.asca.it/news-LEFEBVRIANI__MILLE_MESSE_DI_RIPARAZIONE_PER__SCANDALOSO__INCONTRO_ASSISI-1055116-ORA-.html
Alessia
Posta un commento