Missionari generosi e audaci per i nostri tempi: così il Papa all'Angelus
“Richiamare la bellezza e la centralità della fede”: il Papa all’Angelus rilancia l’urgenza di un rinnovato annuncio del Vangelo, specie nei Paesi di antica tradizione cristiana. Il servizio di Roberta Gisotti.
“Il Cristo è venuto per tutti. Possa lo Spirito Santo suscitare missionari generosi e audaci per i nostri tempi”. Così Benedetto XVI nei saluti ai pellegrini francesi riuniti insieme a fedeli di tutto il mondo nella Piazza di San Pietro dopo la Messa per la nuova evangelizzazione. Ha ripercorso il Papa all’Angelus le motivazioni di un rinnovato annuncio del Vangelo, in vista del prossimo Anno della fede:
“Ritengo che, trascorso mezzo secolo dall’apertura del Concilio, legata alla felice memoria del Beato Giovanni XXIII, sia opportuno richiamare la bellezza e la centralità della fede, l’esigenza di rafforzarla e approfondirla a livello personale e comunitario, e farlo in prospettiva non tanto celebrativa, ma piuttosto missionaria, nella prospettiva, appunto, della missione ad gentes e della nuova evangelizzazione”.
Ha commentato poi il Santo Padre, richiamando la liturgia domenicale, ciò che San Paolo scrisse ai Tessalonicesi: "Il nostro Vangelo non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione":
“Questa parola dell’Apostolo delle genti sia auspicio e programma per i missionari di oggi – sacerdoti, religiosi e laici – impegnati ad annunciare Cristo a chi non lo conosce, oppure lo ha ridotto a semplice personaggio storico”.
Ma i partecipanti come hanno accolto l’invito del Santo Padre di essere tra i protagonisti attivi della nuova evangelizzazione della Chiesa? Ascoltiamo alcune testimonianze raccolte da Marina Tomarro:
R. – Personalmente, noi lo viviamo nel nostro lavoro: tutti i giorni con i bambini e con i ragazzi a scuola. Dunque, evangelizzare significa innanzitutto non spaventarsi, non aver timore di presentarsi come persone credenti ma che, al tempo stesso, vogliono trovare un legame tra la nostra fede e la ragione. E quindi, mostrare che la fede può essere qualcosa che da senso alla vita, orientamento e anche gioia.
R. – Noi giovani in questo mondo, con tante proposte e tante offerte, dobbiamo fare scelte chiare, come quella del Vangelo. In questo senso, noi ci proponiamo come nuovi evangelizzatori: non perché siamo migliori degli altri, ma perché abbiamo il dovere morale di portare agli altri la gioia che abbiamo trovato noi, perché Gesù ci vuole così.
R. – Mi ha piaciuta la frase in cui ha detto: “Parlate a Dio per parlare di Dio”. Quindi penso che continuerò a fare così: chiedere costantemente l’aiuto a Dio prima di fare qualsiasi cosa.
R. – A casa, tutti i giorni, nel nostro lavoro, negli ambienti dove viviamo, con gli amici … ovunque siamo possiamo seminare, perché basta una parola, un riferimento, un sorriso anche …
R. – Io penso, memore anche delle parole di Giovanni Paolo II, che il miglior modo di essere evangelizzatori concreti sia essere testimoni credibili del Vangelo. Dopo aver sentito il Santo Padre, noi ci lusinghiamo di tornare a casa e di dover portare un messaggio. Penso che il primo modo, il modo più chiaro per portare al mondo il messaggio di Cristo sia vivere coerentemente con il Vangelo, con semplicità, con trasparenza, senza paura di essere giudicati, discriminati, perché non c’è niente di cui vergognarsi nell’essere cristiani.
R. – Attraverso la testimonianza di vita …
R. – E’ la resistenza che fa la differenza, non il momento puntuale dell’entusiasmo. Quando gli altri intorno a noi incominciano a chiedersi che cos’è che ti fa sorridere?, perché sei così e non ti fai opprimere dai problemi?, è l’esempio che fa!
R. – Come non accogliere l’invito del Papa per la nuova evangelizzazione? Credo che la prima cosa sia essere più vicini a Dio, perché senza la grazia di Dio non è possibile fare nulla. Poi, piano piano, avvicinarci al cuore dell’uomo, per scoprire che cosa desidera il cuore dell’uomo. E così fare la nuova evangelizzazione. Credo che sia possibile conoscere un Dio che oggi ancora tanti non conoscono: scoprire questa luce, questa grazia che è con noi … (gf)
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