lunedì 24 ottobre 2011

"Troppi pastori scappano all’arrivo del lupo". Cavalcoli replica a Cottier (Da assaporare!)

Clicca qui per leggere il bellissimo intervento.
Mi permetto di riportare qualche punto. Le parole in corsivo sono mie:


"La convinzione di una certa tendenza postconciliare secondo la quale oggi la Chiesa non deve più irrogare pene è sbagliata e viene falsamente fatta risalire al Concilio Vaticano II e a papa Giovanni XXIII, il quale invece disse, per l’esattezza, che oggi la Chiesa preferisce la misericordia alla severità e non – come vorrebbero i buonisti che usa solo la misericordia e mai la severità. Una misericordia senza giustizia diventa connivenza col crimine e con i criminali, lasciando gli offesi senza compenso e i delitti senza riparazione".

Oggi tutto si giustifica in nome del Concilio o, meglio, del presunto "spirito" del Concilio. Sappiamo dove ha portato la rinuncia alla severita' ed alla punizione in nome di una fantomatica misericordia. La Chiesa paga ancora oggi (e non solo dal punto di vista economico) per gli atroci crimini dei preti pedofili. Nel lontano 1988 il cardinale Ratzinger mise in guardia dal buonismo ma venne ascoltato solo nel 2001!

"Una delle giuste lamentele che da cinquant’anni sorgono da molti ambienti del mondo cattolico è la denuncia di un’eccessiva indulgenza, per non dire debolezza, in molti pastori, sino al limite della connivenza o della complicità nei confronti di dottrine o costumi a larga diffusione che non sono conformi alla retta fede e degradano il livello morale dei fedeli e in genere della società".

Esattamente...monumentale riflessione!

"Sono troppi oggi i pastori che scappano all’arrivo del lupo o nemmeno se ne accorgono. Un pochino di energia e di coraggio, pagando di persona, non guasterebbe, anzi sarebbe un’ottima misura, come è dimostrato da tutti i grandi e santi pastori della storia della Chiesa".

Credo che occorrerebbe stampare questa frase e mandarla a tutti i vescovi del Pianeta!

"Ma il rifiutare questi e il pensare di risolvere i problemi dottrinali e morali solo con le cortesie e le dolci parole sono una pericolosa illusione, una tremenda ingenuità ed una nefasta utopia, per non dire un’ipocrisia, che denotano la dimenticanza delle conseguenze del peccato originale e finiscono per dare campo libero ai furbi ed ai prepotenti e lasciare senza difesa gli onesti, vittime delle menzogne e dei soprusi, con grave pregiudizio per il destino eterno di tutti".

Sottoscrivo parola per parola e ringrazio padre Giovanni Cavalcoli!
R.

10 commenti:

DANTE PASTORELLI ha detto...

Tanta parte degli odierni pastori non scappano davanti ai lupi, bensì al soffiar d'un barbagianni o al "chiu" d'un assiuolo.
Parlar di lupi è nobilitarli troppo.

Raffaella ha detto...

Anche questo e' vero :-)
R.

laura ha detto...

Sì, è vero, purtroppo e, soprattutto, non vogliono problemi

Andrea ha detto...

Non per "fare le bucce" al padre Cavalcoli, ma per cercare di introdurre un elemento di chiarezza: è diffusa, purtroppo, non solo la "dimenticanza delle conseguenze del peccato originale", bensì la riduzione del Peccato Originale a semplice riferimento simbolico, cioè la sua negazione come fatto storico. In altre parole, si nega che Dio abbia creato l'uomo buono e libero.

Questo perché il Peccato Originale è il vero discrimine fra il panteismo (tutto e tutti "partecipiamo" di Dio) e il realismo personalistico biblico.

Il grande merito del professor de Mattei, citato da p.Cavalcoli, è quello di parlare del Peccato Originale.

raffaele ibba ha detto...

Ci sono due osservazioni da fare.
La prima è che padre Cavalcoli confonde la parte, ed una minima parte, con il tutto. E confonde una parte politica con il tutto.
La sposa di Cristo ha testimoniato Cristo con il sangue in Urss, in Cina, in America Latina, e pure nell'Occidente liberale e tollerante con persone com Pino Puglisi.
Migliaia di fedeli non sono scappati davanti a nessun lupo, per quanto feroce e maligno fosse.
Il Cardinal Romero e Pavel Florenskij sono due nomi che possono bastare per recuperare tutti gli altri nomi.
La seconda osservazione è che la decadenza di orizzonti di "fedeltà cristiana" davanti alla progressione della società capitalista e industriale avanzata non può portare alla cecità davanti al male che questa stessa società produce.
Così quando ci si rifugia dietro a "valori non negoziabili" si dimentica che l'unica cosa non negoziabile che una persona alla sequela di Cristo possiede è la sua fedeltà a Cristo Re ed alla Testimonianza che Gesù ci dà, ci dà sempre ed ogni giorno e non "ci ha dato" una volta per tutte, della sua obbedienza e mitezza alla volontà del Padre nei corpi di milioni di persone in ogni città del mondo e pure nelle nostre così "liberali".
Come magari pure questo blog dimostra.
Fedeltà alla mitezza ed obbedienza di Cristo al Padre condotta fino alla morte ed alla certezza della Resurrezione, "per completare nella nostra carne quel che manca alla passione di Cristo" e che il nostro bellissimo Re ci vuole far completare, per amore e solo per amore.
Quindi mi sembra facile, parlare di "peccato originale" protetti da una qualche tonaca e sopratutto della presenza di un potere politico rassicurante.
Molto meno ovvio parlarne da un convento di frati trappisti dell'Atlante algerino nel pieno di una guerra civile voluta da un potere politico ipocrita ed assassino di un paese dell'Europa "cristiana".

ciao
r

Andrea ha detto...

Ma il punto è, caro Raffaele: l'uomo cade continuamente nel male perché, dopo che Dio l'ha creato buono e destinato al Paradiso, ha preferito seguire il "consiglio" del Demonio, oppure perché il mondo è un groviglio di Bene e Male e l'uomo ne fa parte?
Ci sono stati Adamo ed Eva, da cui tutti discendiamo, o no? (Pio XII, "Humani Generis", IV).

Il "Depositum Fidei" ("dato" una volta per tutte) esiste - il dogma del Peccato Originale ne fa parte - i primi a disprezzarlo, come p.Cavalcoli dice, sono (ahinoi) molti pastori.

raffaele ibba ha detto...

Andre, grazie, ma ...
... non voglio aprire qui una discussione per cui non ho neppure gli strumenti.
Però ho l'impressione (in realtà un bel po' più che una semplice "impressione") che dietro il problema del "mistero del male" e della malvagità dell'essere umano, deviato dalla sua relazione con Dio in nome della propria "libertà" (che poi è il tema proposto dal mito del peccato originale, il quale non è accaduto una volta per tutte ma accade sempre e sempre si rinnova ogni volta che scegliamo la nostra libertà contro Dio) ci sia una banale diffidenza (per dire poco, "avversione" è il termine giusto) per ogni orientamento etico-politico si proponga un miglioramento delle condizioni umane a partire dalla capacità umana di essere "anche" "buoni", cioè almeno disposti verso l'altro.
La discussione "teorica" è folle, a mio avviso.
Cioè non abbiamo gli strumenti teorici per decidere la malvagità di Goebbels. Abbiamo bensì quelli pratici. Non giudicare vale, specie in questi casi. Sono convinto che se Goebbels fosse nato negli stessi anni in Usa sarebbe diventato un grande imprenditore cinematografico, osannato da tutti benché simpatizzante nazista.
Il tema del male è impossibile, teoricamente.
Lo si può affrontare solo nella preghiera e dentro la fede in Cristo.
Il quale è nostro Re proprio perché affronta il male ed il suo mistero in silenzio e senza condannare nessuno.
Invece il problema pastorale è tutt'altra cosa.
Se ti trovi davanti ad un/una persona omosessuale (per fare un esempio facile facile ed "alla moda") angosciata/o dal problema del rapporto tra la sua fede e la sua sessualità che cosa fai? lo mandi all'inferno e non se ne parla più?
Ovviamente non fai così, ma cerchi strade.
La pastorale ha avuto ed ha innumerevoli versioni, quanti sono i preti cattolici nel mondo. Se non ti piace questo vai da quello.
Infine, poi, nell'assetto "teorico" la punizione e la condanna ci sono stati abbondantemente, anche oltre il necessario.
Come mi pare sia (altro esempio "facile") il caso di Jan Sobrino, dove comunque sono state condannate delle proposizioni e non una ricerca o una persona (se non sbaglio).
Se trovo tutta la faccenda "teorica" del male inquinata da questioni politico-culturali molto mondane non mi sembra di avere torto.
Anche perché nessuno di noi, e non io di sicuro, vive già in Paradiso davanti al Volto di Dio (uffa! ... c'è ancora da aspettare ... chissà quanto!).

Grazie del tono accogliente della tua risposta e scusami se il mio non è così accogliente.

Andrea ha detto...

_dal Catechismo Maggiore, detto di san Pio X_


Peccato di Adamo ed Eva, e loro castigo.

18. Iddio aveva posto Adamo ed Eva in uno stato perfetto di innocenza, di grazia e di felicità, esenti perciò dalla morte e da ogni miseria di anima e di corpo.

19. Egli aveva loro permesso, di mangiare di tutti i frutti del paradiso terrestre, e solamente aveva loro vietato di gustare quelli di un albero, che era in mezzo al paradiso, e che la S. Scrittura chiama l’albero della Scienza del bene e del male. Così fu chiamato, perché per mezzo di esso, in virtù dell’obbedienza, Adamo ed Eva avrebbero avuto bene, cioè aumento di grazia e di felicità; o in pena della disobbedienza sarebbero decaduti dalla loro perfezione essi ed i loro discendenti, ed avrebbero fatto esperienza del male, tanto
spirituale, quanto corporale.

Voleva Iddio che Adamo ed Eva nell’omaggio di questa obbedienza lo riconoscessero per Signore e Padrone.

Il demonio, invidioso della loro felicità, tentò Eva, parlandole per mezzo del serpente, e istigandola a trasgredire il ricevuto comando. Eva spiccò del frutto vietato, ne gustò, indusse Adamo a gustarne egli pure, ed ambedue peccarono.

20.Questo peccato produsse per loro e per tutto il genere umano i più disastrosi effetti.
Adamo ed Eva perdettero la grazia santificante, l’amicizia di Dio, e il diritto al paradiso: diventarono schiavi del demonio, e meritevoli dell’inferno. Il Signore pronunziò contro di essi la sentenza di morte: li sbandì da quel luogo di delizie, e li cacciò fuori a guadagnarsi il pane col sudore della loro fronte, fra innumerevoli stenti e fatiche.

21. Il peccato di Adamo poi si propagò a tutti i loro discendenti, eccetto Maria SS.; ed è quello con cui tutti nasciamo, e che si chiamò peccato originale.

22. Il peccato originale macchia l’anima nostra fin dal primo istante di nostra esistenza, ci rende nemici di Dio, schiavi del demonio, esclusi per sempre dal paradiso, soggetti alla morte ed a tutte le altre miserie.



Non "mito" (parola che ha tutt'altro significato: vedi antichi Greci), ma realtà degli inizi della storia umana, e della Storia di Dio con gli uomini.


_dallo stesso Catechismo: _

Ma avendo Iddio per sua bontà voluto preparare all’uomo un premio molto più grande ed elevato di quanto mai l’uomo potesse pensare e desiderare, volendo cioè metterlo a parte della sua medesima felicità, ne venne di conseguenza che a tanto fine la religione naturale più non bastasse, e perciò Dio stesso avesse ad istruire l’uomo ne’ suoi doveri religiosi. Si comprende quindi che la religione fin dal principio dovette essere, rivelata, ossia svelata da Dio all’uomo.

Anonimo ha detto...

Mi sia consentito, per amore di verità, almeno come io sento questo amore - e fuori quindi dalle "ipocrisie" che spesso infarciscono, intristendolo e deviandolo, il discorso "vero" (e non addomesticato) sui problemi della Chiesa e dei Vescovi in particolare - di far rilevare un aspetto rilevante della deriva anarchica del clero ed anche dei vescovi.
Spesso i Vescovi, coprendosi dietro ad una voluta cortina fumogena "di sviste", rinunciano a "controllare meglio" i presbiteri che da loro dipendono, consentendo, di fatto, agli stessi di fare tutto quello che vogliono, salvo inteervnire, ovviamente in ritardo, quando gli scandali diventano pubblici. E' il caso recente del prete amante del rock e del sesso che ha messo al mondo un figlio in quel di Padova.
Magari, come cattolico, sarà un pessimo esempio di atteggiamento evangelico perché mi permetto di "malignare" (anche se spesso ci si azzecca), ma ho il dubbio, anche un po' consistente, che i Vescovi "lascino correre tutto", perché qualche volte anche loro hanno messo "qualche loro sceletro" negli armadi, che il tempo sconsiglia di estrarre. Un vecchio adagio recita: "Mal comune, mezzo gaudio". Troppe volte ho assistito a comportamenti pubblici "riprovevoli" di sacerdoti i cui vescovi, pure informati, erano "assenti" e lasciavano fare, sperando "nel tempo". Oggi la Chiesa non sarebbe così debole, né così estranea ai giovani, se essa non avesse "steso" un velo di omertà sui comportamenti dei preti pedofili (più di quanto si pensi) o dei preti (goderecci) tutt'altro che alieni al sesso.
Oggi, purtroppo, noi fedeli cattolici, osserviamo che "i nodi sono venuti al pettine" e che la divaricazione dei giovani dalla fede è dipesa, almeno in parte, anche dai cattivi esempi di preti e vescovi.
Purtroppo, non mi pare che le Gerarchie e la CEI, nel caso italiano, abbiano molta voglia di mettere seriamente mano alle discrasie.
Anonimo

Andrea ha detto...

Soprattutto, caro Anonimo, l'idea dei responsabili (Vescovi e altri) è "Siamo tutti persone mature ("adulte"...) - ognuno si assumerà la responsabilità delle proprie scelte".

Il Clero viene concepito come congregazione di (ahinoi) "illuminati".