Vaticano/ Papa vara norme antiriciclaggio,pene severe e Authority
Motu proprio Pontefice: "Uso improprio mercato è contro pace"
L'uso "improprio" del mercato mette a rischio la pace e l'equilibrio sociale e Santa Sede e Vaticano sono pronti a "fare proprie" le regole antiriciclaggio e antifrode che la comunità internazionale si è data. Sono le parole di Papa Benedetto XVI a spiegare, nella lettera apostolica sotto forma di 'motu proprio', la decisione di varare una nuova normativa per prevenire e contrastare questi fenomeni.
In questo modo la Chiesa si pone, spiega il portavoce della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi, in un atteggiamento "cordiale e sincero" nei confronti del sistema internazionale di legalità e degli organismi di controllo sui movimenti finanziari. "Un passo avanti", insomma, sulla strada dell'inserimento dello Stato Vaticano nella 'white list' dei paesi in regola con la prevenzione antiriciclaggio. Le nuove regole abbracciano ovviamente lo Ior - al centro di un'inchiesta su questa materia disposta dalla procura di Roma che ha anche sequestrato 23 milioni di euro - "ma non sono una normativa solo per lo Ior" perchè, sottolinea padre Lombardi, saranno "applicate a tutti gli altri enti e attività della Santa Sede che comportano attività economiche e finanziarie come anche Apsa, Propaganda Fide e alcune importanti congregazioni". La normativa è articolata in quattro leggi con pene severe che prevedono fino a 12 anni per il riciclaggio e fino a 15 per il terrorismo e si completa con la nascita dell'Autorità per l'informazione finanziaria. Una vera e propria 'Authority' "indipendente" che si dovrà coordinare con gli altri organismi internazionali di controllo e vigilare su tutto il denaro che entra o esce dal Vaticano.
Tutte le somme che escono ed entrano dal Vaticano d'ora in poi saranno controllate in base alla nuova normativa antiriciclaggio che scatterà con l'entrata in vigore della nuova legge il 1° aprile 2011. Se non si rispetterà questa procedura la neonata 'Authority' potrà erogare sanzioni pecuniarie amministrative. Inoltre alla Aif non si potrà opporre il segreto di ufficio qualora si tratti di una verifica ai fini di prevenire o accertare il riciclaggio.
E' la legge, infatti, a stabilire che le notizie in possesso di funzionari vaticani sono coperte da segreto d'ufficio "nei confronti di chiunque ad eccezione dell'Autorità di Informazione Finanziaria e dell'Autorità Giudiziaria, inquirente e giudicante, quando, per quest'ultima, le informazioni richieste siano necessarie per le indagini o per i procedimenti relativi a violazioni sanzionate penalmente".
Nel motu proprio il Pontefice esprime un giudizio positivo sul fatto che "molto opportunamente la comunità internazionale si sta sempre più dotando di principi e strumenti giuridici che permettano di prevenire e contrastare il fenomeno del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo". La Chiesa intende, dunque, "far proprie queste regole" anche in esecuzione della Convenzione monetaria tra Stato Vaticano e Unione Europea del 17 dicembre 2009 che prevedeva, entro un anno, l'adozione di misure antiriciclaggio.
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