lunedì 28 febbraio 2011

Card. Sarah: Credo che ci sarebbe bisogno di una rivoluzione, pacifica s'intende, all'interno dell'Onu (Izzo)

ONU: CARD. SARAH, CI VORREBBE RIVOLUZIONE AL PALAZZO DI VETRO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 27 feb.

"Credo che ci sarebbe bisogno di una rivoluzione, pacifica s'intende, all'interno dell'Onu", in modo che "i piccoli Paesi, quelli che contano di meno perche' piu' poveri, ma che sono comunque la maggioranza", possano "farsi rispettare di piu', imporre la propria presenza, imporre la propria dignita'".
Lo afferma il card. Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, per il quale "e' il momento di mettere la parola fine a tutte le forme di ingiustizia internazionale", una realta' basata sulla differenza tra paesi ricchi e paesi poveri che "purtroppo, si manifesta anche all'interno dell'Onu".
All'interno dei singoli paesi, per il porporato guineiano, occorre invece "sottolineare con insistenza che l'autorita', il potere, sono un servizio per promuovere il bene comune. E su questa strada principalmente si deve muovere ogni buona azione di governo. Le istituzioni internazionali dovrebbero appoggiare la promulgazione di leggi economiche e commerciali che non favoriscano solo la politica dei piu' ricchi, dei piu' potenti.
Cosi' facendo si creano piu' poverta', piu' instabilita' sociale, piu' violenza, piu' guerre. L'interdipendenza di oggi richiede la collaborazione di tutti per porre fine a queste strutture di ingiustizia Quello che sta accadendo oggi in tante parti del mondo e' proprio il frutto dell'ingiustizia che regna.
La povera gente comincia a ribellarsi a questi sistemi economici, finanziari e commerciali che alimentano i ricchi e affamano i poveri". Oggi, denuncia il card. Sarah nell'intervista rilasciata nei giorni scorsi all'Osservatore Romano, "contrastare le strutture d'ingiustizia e' una cosa "molto difficile da realizzare.
Personalmente, spiega il cardinale, "credo che la strada principale da percorrere, se non l'unica, sia quella della formazione dell'uomo, o meglio, della formazione del cuore dell'uomo". Secondo il presidente del dicastero vaticano, del resto, "solo con un cuore rinnovato, aperto allo Spirito, si puo' superare l'ingiustizia del mondo. Se manca la presenza di Dio nel cuore dell'uomo, tutto il male e' possibile. Dunque e' possibile anche che i ricchi diventino sempre piu' ricchi e i poveri sempre piu' poveri". "Noi - conclude - puntiamo molto sulla formazione perche' quando l'uomo avra' nel suo cuore l'occhio di Dio, riuscira' anche a vedere il bisogno del suo fratello.
A Czstochowa, con i responsabili diocesani della carita' di tutta l'Europa, e abbiamo proprio cercato di far capire l'importanza della formazione del cuore, del far riscoprire a tutti la presenza dell'occhio di Dio nel nostro cuore".

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