venerdì 25 febbraio 2011

Esorcisti, guide spirituali contro l’azione del Maligno. Ma i casi di autentica «possessione» restano pochi (Turrisi)

AL SERVIZIO DELLA VERITÀ

Esorcisti, guide spirituali contro l’azione del Maligno

Alessandra Turrisi

Accompagnare, ascoltare, consigliare chi è affetto da disagio dell’anima. È questo il compito degli esorcisti: guide spirituali, capaci di cogliere la sofferenza e trasformarla in strumento di salvezza. Ma per farlo con competenza, è necessario avere una conoscenza approfondita non solo della teologia, ma delle nuove proposte pseudo religiose ed esoteriche che giungono da ogni parte del mondo, della complessità dei disturbi psichici, per non cadere nell’ingenuità o nell’inganno. E, se non si è sicuri nel discernimento dei casi di presunta presenza del Maligno, occorre farsi aiutare da medici specialistici, vicini alle cose di Dio, che sappiano sgombrare il campo da errori. In sintesi, serve una maggiore collaborazione tra esorcisti e psichiatri per raggiungere l’obiettivo ultimo che è il benessere dell’uomo.
È questa la chiave di lettura del settimo incontro di formazione regionale per esorcisti, dedicato ai «Disagi dell’anima e terapia esorcistica», in corso alla Casa del fanciullo di Bagheria, alle porte di Palermo. Un momento di confronto fondamentale per i 20 sacerdoti esorcisti delle diocesi siciliane, che quotidianamente ascoltano storie e sofferenze di uomini e donne e cercano di discernere quando la causa è un’azione straordinaria del Maligno.
A organizzare l’incontro di quattro giorni è fra’ Benigno Palilla, frate minore rinnovato alla guida del Centro pastorale Giovanni Paolo II, voluto dalla Conferenza episcopale siciliana (Cesi) proprio per la cura di chi svolge questo delicato ministero. Prevista anche la presenza del cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo e del suo ausiliare Carmelo Cuttitta, di Salvatore Pappalardo arcivescovo di Siracusa, delegato della Cesi per la Liturgia e Salvatore Muratore vescovo di Nicosia, delegato per la Catechesi. «L’azione del maligno sul piano straordinario è la punta dell’iceberg – spiega fra’ Benigno –. C’è un’azione più massiccia che è la tentazione, che cerca di separare l’uomo da Dio. Il nostro compito non è quello di fare i distributori di esorcismi, ma di essere guide spirituali».
Ci sono volte, però, in cui il confine tra possessione diabolica e malattia psichiatrica non è chiaro. Allora risulta importantissima la collaborazione fra esorcisti e medici specialisti. Fra’ Benigno ha costituito un’équipe nel centro diagnostico psico-spirituale nella diocesi di Monreale, con due medici, uno psicopatologo forense, una pedagogista e una psicologa. Una collaborazione tra scienza e fede che hanno messo in atto anche due dei relatori invitati al corso, monsignor Sante Babolin, esorcista della diocesi di Padova e Carmelo Miola, psichiatra dell’Ulss 16 di Padova.
«La dimensione del benessere umano – spiega Miola – comprende anche la sfera spirituale. Io stesso ho inviato persone a monsignor Babolin. Come terapia preventiva ho dato loro solo un po’ di tranquillante, ma è di un sacerdote che avevano bisogno». Ma occorre una presa di coscienza sia del mondo ecclesiale che di quello scientifico. L’indebolimento generalizzato della fede in Cristo rischia «di aggravare quei disagi dell’anima che talvolta sembrano infettare intere famiglie – aggiunge monsignor Babolin –. In questa situazione, le persone sono più vulnerabili e più esposte a frustrazioni e sofferenze, mentre i disagi dell’anima crescono in forma esponenziale e diventano più complessi».
Una situazione di debolezza che vivono anche i giovanissimi, «che soffrono per la latitanza e l’indifferenza del mondo adulto» sottolinea Monica Lazzaretto, docente ed esperta di formazione. Questo suggerisce «la presenza di un nuovo ministero – rilancia Babolin –, che riesca ad accompagnare le persone con disagi dell’anima, all’interno della pastorale per la salute. Il sacerdote offrirà consolazione a coloro che soffrono per conflitti di natura spirituale, mentre il medico accompagnerà coloro che soffrono disagio per conflitti di natura fisica, psichica e relazionale».
«Il nostro sogno –dice fra’ Benigno – è quello di estendere a tutte le diocesi la formazione per i sacerdoti, come abbiamo già fatto ad Agrigento. Il mondo del demoniaco è ancora un tabù, invece noi, nella pastorale ordinaria, ci incontriamo col problema. Non dobbiamo dimenticare che il mandato di Gesù è di annunciare, guarire e scacciare i demoni».

© Copyright Avvenire, 25 febbraio 2011 consultabile online anche qui.

TESTIMONIANZA

Ma i casi di autentica «possessione» restano pochi

Alessandra Turrisi

Per una donna cinquantenne ci sono voluti dieci anni di esorcismi, preghiere di liberazione, sofferenze terribili nel corpo. Quest’anno ha celebrato i suoi 25 anni di matrimonio senza scappare davanti al crocifisso, riuscendo a ricevere la Comunione e manifestando tranquillità con i suoi cari. Per una ragazza di vent’anni, invece, sono bastati otto esorcismi: all’inizio più persone dovevano tenerla ferma, ma le bestemmie e gli sputi non riuscivano a frenarli. Adesso la giovane va alla preghiera con i suoi piedi, prova gioia e il suo viso è diventato luminoso. Per un’altra donna di 35 anni, ancora in cura, l’unico sollievo dalle continue vessazione del Maligno è derivato da un perentorio ordine dell’esorcista: «In nome di Gesù, domani non devi disturbarla».
È sorprendente cosa può succedere a chi viene posseduto dal demonio, ma non sempre è semplice riuscire a discernere una vera presenza del Maligno. I primi a non voler vedere il diavolo ovunque sono proprio gli esorcisti, «sono meno del 2% i casi veri» dicono e lo dimostrano rivolgendosi a medici esperti per essere aiutati. Fra’ Benigno Palilla ha costituito un’équipe nel centro diagnostico psico-spirituale nella diocesi di Monreale, con due medici, uno psicopatologo forense, una pedagogista e una psicologa. Insieme hanno affrontato una decina di casi difficili e in otto di questi anche i medici hanno dovuto ammettere che si trattava di possessione.
«Quando non ci vedo chiaro, convoco l’équipe e insieme affrontiamo il caso – racconta –. Incontriamo la persona, ciascuno fa le proprie domande mirate e tutti partecipiamo al rito dell’esorcismo. Perché è fondamentale che anche psichiatri e psicologi vedano le reazioni che avvengono durante l’esorcismo, a volte sono proprio quelle che fanno propendere per un’ipotesi piuttosto che per un’altra. Poi la persona va via e noi decidiamo quale terapia avviare». E così, per esempio tre sorelle che sembravano vessate dal diavolo, in realtà si suggestionavano vicendevolmente, quindi la strategia migliore era quella di farle vivere separate per un po’.
Monsignor Sante Babolin, a Padova, in quattro anni ha ascoltato 593 persone e ne ha inviato 91 dallo psichiatra, «di cui più di venti hanno raggiunto una completa guarigione – dice –. Il popolo di Dio ha bisogno di questo servizio, l’alternativa è data dai maghi, dai guaritori. Lo strumento principale è la Parola di Dio, che illumina le menti, risana i cuori spezzati e, talvolta, guarisce anche da infermità psichiche e fisiche».

© Copyright Avvenire, 25 febbraio 2011 consultabile online anche qui.

1 commento:

LAURA ha detto...

MOLTO INTERESSANTE , SOPRATUTTO IN QUESTO TEMPO IN CUI IL MALESSERE PSICHICO, IL DISORIENTAMENTO SPIRITUALE E LA MANCANZA DI PUNTI DI RIFERIMENTO, FANNO PERDERE LA TESTA E LA PACE.GRAZIE PER LA SEGNALZIONE