lunedì 28 febbraio 2011

La coscienza si ribella. Un severo monito del Papa agli uomini che "spesso lasciano sole le donne incinte" (Sir)

La coscienza si ribella

Un severo monito agli uomini che "spesso lasciano sole le donne incinte"

"Il grave disagio psichico sperimentato frequentemente dalle donne che hanno fatto ricorso all’aborto volontario rivela la voce insopprimibile della coscienza morale, e la ferita gravissima che essa subisce ogniqualvolta l’azione umana tradisce l’innata vocazione al bene dell’essere umano, che essa testimonia. In questa riflessione sarebbe utile anche porre l’attenzione sulla coscienza, talvolta offuscata, dei padri dei bambini, che spesso lasciano sole le donne incinte".
Lo ha detto Benedetto XVI ricevendo in udienza i partecipanti alla XVII Assemblea generale della Pontificia Accademia per la vita, che ha affrontato quest’anno due temi: "Le banche di cordone ombelicale" e "Il trauma post-aborto".

Discernere il bene e il male. È compito della coscienza morale, ha ricordato il Papa, "discernere il bene dal male nelle diverse situazioni dell’esistenza, affinché, sulla base di questo giudizio, l’essere umano possa liberamente orientarsi al bene. A quanti vorrebbero negare l’esistenza della coscienza morale nell’uomo, riducendo la sua voce al risultato di condizionamenti esterni o ad un fenomeno puramente emotivo, è importante ribadire che la qualità morale dell’agire umano non è un valore estrinseco oppure opzionale e non è neppure una prerogativa dei cristiani o dei credenti, ma accomuna ogni essere umano". "Nella coscienza morale – ha aggiunto - Dio parla a ciascuno e invita a difendere la vita umana in ogni momento. In questo legame personale con il Creatore sta la dignità profonda della coscienza morale e la ragione della sua inviolabilità". Nella coscienza "l’uomo tutto intero - intelligenza, emotività, volontà - realizza la propria vocazione al bene, cosicché la scelta del bene o del male nelle situazioni concrete dell’esistenza finisce per segnare profondamente la persona umana in ogni espressione del suo essere". Tutto l’uomo, infatti, "rimane ferito quando il suo agire si svolge contrariamente al dettame della propria coscienza". Tuttavia, "anche quando l’uomo rifiuta la verità e il bene che il Creatore gli propone, Dio non lo abbandona, ma, proprio attraverso la voce della coscienza, continua a cercarlo e a parlargli, affinché riconosca l’errore e si apra alla Misericordia divina, capace di sanare qualsiasi ferita".

Il ruolo dei medici e della società. Secondo il Pontefice, "i medici, in particolare, non possono venire meno al grave compito di difendere dall’inganno la coscienza di molte donne che pensano di trovare nell’aborto la soluzione a difficoltà familiari, economiche, sociali, o a problemi di salute del loro bambino". Specialmente in quest’ultima situazione, "la donna viene spesso convinta, a volte dagli stessi medici, che l’aborto rappresenta non solo una scelta moralmente lecita, ma persino un doveroso atto ‘terapeutico’ per evitare sofferenze al bambino e alla sua famiglia, e un ‘ingiusto’ peso alla società. Su uno sfondo culturale caratterizzato dall’eclissi del senso della vita, in cui si è molto attenuata la comune percezione della gravità morale dell’aborto e di altre forme di attentati contro la vita umana, si richiede ai medici una speciale fortezza per continuare ad affermare che l’aborto non risolve nulla, ma uccide il bambino, distrugge la donna e acceca la coscienza del padre del bambino, rovinando, spesso, la vita famigliare". È necessario poi, per il Santo Padre, che "la società tutta si ponga a difesa del diritto alla vita del concepito e del vero bene della donna, che mai, in nessuna circostanza, potrà trovare realizzazione nella scelta dell’aborto". Parimenti sarà necessario "non far mancare gli aiuti necessari alle donne che, avendo purtroppo già fatto ricorso all’aborto, ne stanno ora sperimentando tutto il dramma morale ed esistenziale. Molteplici sono le iniziative, a livello diocesano o da parte di singoli enti di volontariato, che offrono sostegno psicologico e spirituale, per un recupero umano pieno. La solidarietà della comunità cristiana non può rinunciare a questo tipo di corresponsabilità".

Ricerche che promuovono il bene comune. La coscienza morale dei ricercatori e di tutta la società civile è implicata anche nell’utilizzo delle banche del cordone ombelicale, a scopo clinico e di ricerca. "La ricerca medico-scientifica – ha chiarito Benedetto XVI - è un valore, e dunque un impegno, non solo per i ricercatori, ma per l’intera comunità civile. Ne scaturisce il dovere di promozione di ricerche eticamente valide da parte delle istituzioni e il valore della solidarietà dei singoli nella partecipazione a ricerche volte a promuovere il bene comune". Questo valore, e la necessità di questa solidarietà, si evidenziano molto bene "nel caso dell’impiego delle cellule staminali provenienti dal cordone ombelicale. Si tratta di applicazioni cliniche importanti e di ricerche promettenti sul piano scientifico, ma che nella loro realizzazione molto dipendono dalla generosità nella donazione del sangue cordonale al momento del parto e dall’adeguamento delle strutture, per rendere attuativa la volontà di donazione da parte delle partorienti". Di qui l’invito a farsi "promotori di una vera e consapevole solidarietà umana e cristiana".

© Copyright Sir

2 commenti:

Anonimo ha detto...

OT, Raffa
Dopo essersela presa con Padre Pio ora è la volta del "crocifisso di stato". Parlo di Sergio Luzzatto.
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201102/110228galli.pdf
Alessia

Anonimo ha detto...

Altro OT
Il solito P. F.D.A chiama alla riscossa i cattolici cristiani (non viceversa) provando a strumentalizzare pro domo sua il loro comprensibile disagio.
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201102/110228floresdarcais.pdf
Qui il sito del Centro giovanile Antonianum
http://www.antonianum.info/
Alessia