Benedetto XVI al Convegno diocesano di Roma: gli uomini dimenticano Dio, voi annunciategli il Vangelo
“La gioia di generare alla fede nella Chiesa di Roma. L’iniziazione cristiana”. Questo il tema dell’annuale Convegno diocesano aperto ieri sera a San Giovanni in Laterano dall’intervento del Papa. “In un contesto sociale di crescente secolarismo vogliamo interrogarci con coraggio e fiducia su come annunciare Cristo e educare alla fede le nuove generazioni” ha detto nel saluto iniziale il cardinale vicario Agostino Vallini a nome di tutti i presenti, vescovi, parroci, presbiteri, diaconi, ai quali il Papa ha rivolto parole di incoraggiamento.“Non abbiate paura di impegnarvi per il Vangelo”, ha detto “credere, significa trovare la vita vera, la vita piena”. Il servizio è di Gabriella Ceraso:
Le forze vive e laboriose della Chiesa di Roma riunite intorno al loro vescovo. E’ l’atmosfera di ieri sera in San Giovanni in Laterano gremita e festosa all’arrivo del Papa; è il Convegno diocesano, una nuova tappa della verifica pastorale iniziata tre anni fa, come ha ricordato il cardinale vicario, Agostino Vallini, per riflettere sulla trasmissione della fede. Fede che, ha sottolineato nel suo intervento dopo la preghiera di apertura Benedetto XVI, “non si conserva di per se stessa nel mondo, non si trasmette automaticamente nel cuore dell’uomo, ma deve essere sempre annunciata e perché l’annuncio sia efficace deve partire da un cuore che crede, spera, ama”.
Così fu, prosegue il Papa citando dagli Atti degli Apostoli, testo di meditazione per l’assise, l’annuncio di San Pietro dopo la discesa dello Spirito Santo nella Pentecoste e tutti si “sentirono trafiggere il cuore”. “La gente di Gerusalemme comprese che la risurrezione di Gesù era ed è in grado”, sottolinea il Papa, “di illuminare l’esistenza umana”, dandole un senso nuovo. E “la risposta della fede nasce quando l’uomo scopre, per grazia di Dio, che credere significa trovare la vita vera, la ‘vita piena’”:
“Cari amici, la Chiesa, ciascuno di noi, deve portare nel mondo questa lieta notizia che Gesù è il Signore, Colui nel quale la vicinanza e l’amore di Dio per ogni singolo uomo e donna, e per l’umanità intera si sono fatti carne. Questo annuncio deve risuonare nuovamente nelle regioni di antica tradizione cristiana”.
E’ la nuova evangelizzazione, spiega il Papa citando il Beato Giovanni Paolo II, rivolta a quanti “non apprezzano più la bellezza del cristianesimo anzi talvolta lo ritengono un ostacolo alla felicità”; agli uomini che dimenticano Dio perché riducono la persona di Gesù a uomo sapiente, ne negano la divinità, non potendo cogliere così la novità radicale del cristianesimo, che è l’incarnazione. E’ dunque un più forte impegno per una rinnovata stagione di evangelizzazione da parte di tutti i membri della Chiesa, quello che il Papa torna a chiedere:
“In quest’ora della storia, non è forse questa la missione che il Signore ci affida: annunciare la permanente novità del Vangelo, come Pietro e Paolo quando giunsero nella nostra città? Non dobbiamo anche noi oggi mostrare la bellezza e la ragionevolezza della fede, portare la luce di Dio all’uomo del nostro tempo, con coraggio, con convinzione, con gioia? Molte sono le persone che ancora non hanno incontrato il Signore: ad esse va rivolta una speciale cura pastorale”.
Poi, la riflessione del Pontefice va ai singoli protagonisti del lieto annuncio, nella case, nella comunità, nella società. Messaggeri sono “soprattutto i genitori”, ai quali Benedetto XVI ricorda, “spetta il compito di chiedere il Battesimo per i propri figli. Tutti i papà e le mamme sono chiamati a cooperare con Dio nella trasmissione del dono inestimabile della vita, ma anche a far conoscere Colui che è la Vita”:
“Cari genitori, la Chiesa, come madre premurosa, intende sostenervi in questo vostro fondamentale compito. Fin da piccoli, i bambini hanno bisogno di Dio, perché l'uomo dall'inizio ha bisogno di Dio ed hanno la capacità di percepire la sua grandezza; sanno apprezzare il valore della preghiera - del parlare con questo Dio - e dei riti, così come intuire la differenza fra il bene ed il male. Sappiate, allora, accompagnarli nella fede, in questa conoscenza di Dio, in questa amicizia con Dio, in questa conoscenza della differenza tra il bene e il male. Accompagnateli nella fede sin dalla più tenera età”.
Quindi, il ruolo della comunità cristiana che, prosegue il Papa citando San Cipriano, coltiva il germe della vita eterna man mano che il bambino cresce, rendendo viva e attraente la parola della fede che, altrimenti, rimarrebbe muta:
“Ancora oggi gli oratori, i campi estivi, le piccole e grandi esperienze di servizio sono un prezioso aiuto per gli adolescenti che compiono il cammino dell’iniziazione cristiana, a maturare un coerente impegno di vita. Incoraggio, quindi, a percorrere questa strada che fa scoprire il Vangelo non come un’utopia, ma come la forma piena e reale dell’esistenza”.
Infine, la specificità dei catechisti. “Perché tutto questo risulti efficace e porti frutto”, sottolinea il Papa, “è necessario che la conoscenza di Gesù cresca e si prolunghi oltre la celebrazione dei sacramenti”. Da qui, una speciale raccomandazione:
“La catechesi è azione ecclesiale e pertanto è necessario che i catechisti insegnino e testimonino la fede della Chiesa e non una loro interpretazione. Proprio per questo è stato realizzato il Catechismo della Chiesa Cattolica, che idealmente questa sera riconsegno a tutti voi, affinché la Chiesa di Roma possa impegnarsi con rinnovata gioia nell’educazione alla fede”.
Con l’auspicio che nelle parrocchie romane il silenzio della preghiera si unisca alla creatività catechetica, le ultime parole di Benedetto XVI sono per tutti di incoraggiamento e di affidamento a Maria, stella dell’evangelizzazione, e al Beato Giovanni Paolo II che fino all’ultimo si prodigò per l’annuncio.
“Non abbiate paura di impegnarvi per il Vangelo! Nonostante le difficoltà che incontrate nel conciliare le esigenze familiari e del lavoro con quelle delle comunità in cui svolgete la vostra missione”.
Il primo giorno del Convegno si è chiuso successivamente con la relazione del direttore dell’Ufficio catechistico della diocesi, una fotografia dell’iniziazione cristiana sul territorio con luci e ombre. Al consistente dato dei battesimi - quasi 20 mila rispetto ai 25 mila nati nel Comune di Roma - a quello di efficaci esperienze di catechesi per giovani, di accompagnamento delle famiglie con bambini piccoli, si affianca quello problematico di un 58% solo di bambini che dopo la Comunione riceve la Cresima e della necessità di dare forza ai contenuti della fede negli itinerari di catechesi, che sarà al centro delle riflessioni di oggi e di domani.
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