Vaticaneide, per Scola numerosi ostacoli
di Andrea Bevilacqua
Da lunedì ogni giorno è buono perché Papa Benedetto XVI annunci, attraverso la sala stampa della Santa Sede, l'arrivo nella diocesi di Milano del nuovo arcivescovo, il cardinale Angelo Scola. Prenderà il posto del cardinale Dionigi Tettamanzi. La data giusta dell'annuncio potrebbe essere la festa dei santi Pietro e Paolo, mercoledì 29 giugno.
La nomina arriva dopo giorni molto difficili oltre il Tevere. Benedetto XVI non ha per nulla digerito la fuga di notizie seguita alla plenaria della Congregazione dei vescovi nella quale il cardinale Angelo Bagnasco ha redatto, in qualità di ponente, la terna dei nomi da portare al Papa. Oltre a Scola c'erano quelli del vescovo di Rimini Francesco Lambiasi, e l'osservatore permanente della Santa Sede al Consiglio d'Europa, Aldo Giordano. Secondo il Pontefice sarebbe stata opportuna maggiore riservatezza da parte dei cardinali membri della stessa plenaria ma così non stato.
A Milano molto fa discutere l'arrivo di un cardinale legato, almeno stando alla sua formazione giovanile, al movimento di Comunione e Liberazione. Don Luigi Giussani, soprattutto negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, ha rappresentato una spina nel fianco della curia ambrosiana, un forza diversa e dirompente rispetto agli schemi consueti di gestione della diocesi stessa.
Con l'arrivo del cardinale Carlo Maria Martini nel 1980 le distanze si sono acuite e per questo suona davvero come singolare la scelta del Papa di portare Scola a Milano. Oltretutto Scola lascia una sede prestigiosa: chi guida Venezia assume il titolo di patriarca. Chi lascia Venezia perde questo titolo.
Durante la recente campagna elettorale per le comunali, sono arrivate diverse critiche al cardinale Dionigi Tettamanzi anche da parte di esponenti del mondo cattolico milanese. Tettamanzi era giudicato reo di aver appoggiato apertamente la candidatura di Pisapia.
In difesa di Tettamanzi è sceso in campo un gruppo nutrito di cattolici anch'essi diocesani che su Europa ha firmato un appello dove si leggono queste parole: «La porteremo sempre nel cuore, memori anche delle forme concrete del suo magistero, rilegate nel suo motto episcopale Gaudium et pax (gioia e pace). Una gioia che nasce dall'incontro col Risorto e che non può essere scalfita dalle accuse e dalle cattiverie che accompagnano la vita di chi testimonia l'evangelo; la pace poi che si diffonde su tutti, sui piccoli e sui grandi, sui buoni e sui cattivi, su quanti sono sinceramente credenti e su quanti sono sinceramente in ricerca. E anche su quanti si trincerano dietro l'ipocrisia, il rancore e l'ostinazione».
Il nodo del contendere è principalmente uno: sono stati Tettemanzi e Martini due arcivescovi degni della grande tradizione ambrosiana o invece hanno rappresentato una rottura rispetto agli arcivescovi precedenti, gli indimenticati Alfredo Ildefonso Schuster, Giovanni Battista Montini e Giovanni Colombo? Secondo una vulgata – la cosa è stata sottolineata anche dall'appello firmato su Europa –, Tettamanzi e Martini hanno interpretalo al meglio quanto lasciato loro dai predecessori. Secondo coloro che leggono nell'arrivo di Scola una svolta a 360 radi no: Scola rappresenterebbe un ritorno ai grandi di un tempo e una svolta rispetto agli ultimi due arcivescovi.
A Martini e Tettamanzi in molti imputano il non essere stati in grado di aver contenuto la forte emorragia di fedeli dalle parrocchie, per non parlare del seminario che ogni anno perde vocazioni. Ma, dicono in diocesi, come vanno le vocazioni e quanti fedeli ci sono nelle parrocchie condotte da arcivescovi di altro «colore»?
© Copyright Italia Oggi, 25 giugno 2011 consultabile online anche qui.
Il punto non e' fare "una gara fra diocesi" in materia di vocazioni.
C'e' una fuga generalizzata dai seminari diocesani, in Italia ed all'estero. I seminaristi piu' giovani si rivolgono agli ordini religiosi, specialmente quelli piu' legati alla Tradizione. Lo spiego' perfettamente Papa Benedetto un paio di anni fa: i giovani vogliono vivere la radicalita' del Vangelo.
Per questo personalmente ho molta fiducia nei giovani, "allevati" alla scuola di Benedetto XVI.
Il punto, quindi, non e' fare una classifica fra l'emorragia di fedeli dalle parrocchie o di seminaristi da Venegono. Il problema e' che la chiesa ambrosiana pensa di essere un'entita' a se stante non disdegnando l'appoggio dei media che la considerano "la migliore".
Parliamoci chiaro: quale altro arcivescovo (figuriamoci il Papa!) ha goduto di cosi' ampia difesa sulla stampa italiana?
Forse che gruppi di giornalisti, scrittori o intellettuali cattolici hanno firmato appelli a sostegno del Santo Padre quando a Benedetto XVI e' stato impedito di andare alla Sapienza?
O quando e' stato messo sulla graticola dopo il discorso di Ratisbona? Forse hanno firmato appelli quando egli e' stato insultato nelle piu' diverse manifestazioni, compreso il "siparietto" di una nota comica in Piazza Navona?
Forse che, lo scorso anno, questi solerti avvocati difensori hanno preso carta e penna e sostenuto Papa Benedetto nella sua lotta alla pedofilia ricordando tutto il lavoro fatto dall'allora cardinale Ratzinger? Hanno forse reagito alla campagna denigratoria della stampa internazionale? Non mi risulta...
Per questo appoggi cosi' plateali ad un arcivescovo mi lasciano perplessa e per questo sono convinta che a Milano serva una "svolta".
R.
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3 commenti:
Se il Papa ha fatto questa scelta avrà i suoi motivi e non si deve discutere. Del resto, mi sembra che con il Cardinale Scola ci sia una notevole intesa
Raffa, ti segnalo questo articolo partorito da "Noi siamo chiesa" (gli altri no). Vi un punto che d'acchito fa vedere rosso e poi ridere di tanta presuntuosa stupidità e falsità
....
"Tra i collaboratori del Card. Tettamanzi si cerca di sostenere che sono la diocesi e le situazioni
concrete che “fanno” il vescovo, che può essere “convertito” (come avvenne per Mons. Romero).
....
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201106/110625bellavite.pdf
Alessia
ahahahahahahahahahahaha
Ciao Alessia :-)
Il fatto che possa arrivare nella mia diocesi un vescovo che mette tanta paura a certi "movimenti" ed al clero ambrosiano mi fa giubilare anticipatamente :-)
p.s. hai notato, Alessia?
Le folle di Piazza San Pietro non fanno notizia, anzi!
Pero' gli ottomila di ieri in Piazza Duomo (con tutto un settore vuoto e buchi evidenti qua e la') sono una "folla" per i giornaloni.
R.
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