venerdì 10 giugno 2011

Si avvicina la nomina di Angelo Scola ad arcivescovo di Milano. È il suo nome ad essere uscito dalla riunione della Congregazione dei vescovi che si è svolta ieri (Tornielli)

Scola alla diocesi di Milano
Manca solo la firma del Papa


Domani sarà presentata a Benedetto XVI la proposta dei vescovi

ANDREA TORNIELLI

CITTA' DEL VATICANO

Si avvicina la nomina di Angelo Scola ad arcivescovo di Milano. È il suo nome ad essere uscito dalla riunione della Congregazione dei vescovi che si è svolta ieri mattina nel palazzo apostolico.
I cardinali e vescovi membri del dicastero che collabora con il Papa nel vagliare la classe dirigente della Chiesa cattolica, hanno esaminato quattro «provviste», cioè le nomine per tre diocesi più quella di un vescovo ausiliare inglese. La seconda all’ordine del giorno era quella di Milano, la diocesi più importante d’Europa e forse del mondo. Lo scambio di pareri non è durato a lungo né è stato troppo acceso. Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, in qualità di «ponente», ha dovuto riassumere ai colleghi porporati l’esito delle tre ampie consultazioni condotte dal nunzio in Italia per individuare il candidato più adatto.
I membri della Congregazione dei vescovi, che avevano ricevuto già da qualche giorno tutta la documentazione, si sono trovati di fronte a una terna di nomi – il patriarca di Venenzia Scola, il vescovo di Rimini Francesco Lambiasi, l’osservatore permanente della Santa Sede al Consiglio d’Europa Aldo Giordano – e a seguire una rosa più ampia, formata da altri candidati che avevano ricevuto voti e di segnalazioni, come il «ministro della Cultura» vaticano, il cardinale Gianfranco Ravasi, e il nunzio in Venezuela Pietro Parolin.
Com’era prevedibile, è stata sollevata un’obiezione riguardo all’età di Scola, che ha 69 anni e mezzo e dunque ha davanti a sé un episcopato non lungo. Ma anche questa riserva sembra superata. Del resto, altre due recenti nomine per importanti sedi europee e americane hanno visto Benedetto XVI scegliere candidati non giovani: nel gennaio 2010 il Papa ha infatti designato arcivescovo di Bruxelles il settantenne André-Joseph Léonard, e undici mesi dopo ha nominato arcivescovo di Santiago del Cile l’ormai sessantanovenne Ricardo Ezzati Andrello. Lo stesso arcivescovo uscente, il cardinale Dionigi Tettamanzi, aveva 68 anni e mezzo al momento dell’ingresso a Milano.
Nella riunione di ieri si è discusso anche di un’altra diocesi italiana, Urbino, e di una diocesi spagnola, oltre che del nuovo ausiliare a Londra. Ora il Prefetto della Congregazione dei vescovi, il cardinale Marc Ouellet, preparerà la documentazione da portare sul tavolo del Papa, forse già nell’udienza di domani. Benedetto XVI, il quale ha voluto che la nomina di Milano seguisse l’iter normale, dopo quasi un secolo di designazioni papali dirette, riceverà il dossier con i voti, il verbale della discussione, la rosa finale di nomi, l’indicazione su Scola. Tutto è ancora possibile, dato che il Pontefice può cambiare le scelte della Congregazione, com’è avvenuto l’anno scorso per l’arcivescovo di Torino, quando Ratzinger scelse su Cesare Nosiglia, da lui conosciuto personalmente.
In questo caso però tutto lascia pensare che il Papa confermi l’indicazione di Scola. L’annuncio ufficiale si prevede per fine mese. Benedetto XVI conosce da molti anni il patriarca di
Venezia, che è stato seguace di don Giussani nel movimento di Cl. Ratzinger e Scola facevano parte della redazione della rivista teologica Communio, nata dopo il Vaticano II per raccogliere la linea dei teologi conciliari che non si riconoscevano nella rivista progressista Concilium. Il nuovo arcivescovo di Milano dovrà confrontrarsi con i malumori per l’accorpamento delle parrocchie nelle nuove unità pastorali, le polemiche sul nuovo lezionario ambrosiano, gli equilibri dell’Istituto Toniolo – la «cassaforte» dell’università Cattolica, e la nuova amministrazione milanese guidata da Giuliano Pisapia. E dovrà preparare la visita del Papa, in arrivo nel capoluogo lombardo fra un anno.

© Copyright La Stampa, 10 giugno 2011 consultabile online anche qui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

OT.
La Diocesi di Madison spiega la normativa vigente sul modo di ricevere la Santa Eucarestia: "Impedendo di ricevere la Comunione sulla lingua o in ginocchio rischiamo anche di usurpare il trono di Pietro".

http://www.madisoncatholicherald.org/guestcolumn/2299-matenaer.html
Alberto