Dal blog di Andrea Tornielli:
Ecco la trascrizione del dialogo di Benedetto XVI sull’aereo che lo ha portato da Roma a Zagabria.
La prima domanda riguardava la conoscenza che il Papa ha della Croazia.
Personalmente sono stato due volte in Croazia. La prima volta per il funerale del card. Seper mio predecessore alla congregazione per la dottrina della fede che era un grande amico mio perché era anche presidente della commissione teologica dove sono stato membro e perciò ho conosciuto la sua bontà la sua intelligenza il suo discernimento, la sua allegria e questo mi ha dato anche l’idea della Croazia stessa, un grande croato, un grande europeo. E poi sono stato ancora una volta invitato dal suo segretario particolare, che anche lui è un uomo di grande allegria, di grande bontà per un simposio e per una celebrazione in un santuario mariano, qui ho vissuto la pietà popolare che è molto simile a quella delle mie terre. Devo dire sono stato molto felice di vedere questa incarnazione della fede, una fede vissuta col cuore, dove il soprannaturale diventa naturale e il naturale è illuminato dal soprannaturale e così ho visto e vissuto questa Croazia con la sua millenaria storia cattolica, sempre molto vicina alla santa sede, e precedente storia naturalmente della chiesa antica ho visto che qui c’è una fratellanza molto profonda nella fede nella volontà di servire Dio per l’uomo, nell’umanesimo cristiano, in questo senso mi sembra c’è un collegamento naturale in questa vera cattolicità che è aperta a tutti e che trasforma il mondo, e che vuol trasformare il mondo secondo le idee del creatore.
La seconda domanda riguardava l’ingresso della Croazia nell’Unione Europea e la posizioni euro-scettiche.
Io credo che la maggioranza dei croati pensa essenzialmente con grande gioia a questo momento dove si unisce all’Unione Europea, perché è un popolo profondamente europeo. I Cardinali mi hanno detto sempre noi non siamo Balcani siamo Mittleuropa, quindi un popolo che già sta nel centro dell’Europa della sua storia, della sua cultura, in questo senso penso che è logico, giusto e necessario che entri, anche penso che il sentimento prevalente è quello di gioia, di stare dove storicamente e culturalmente la Croazia sta da sempre.
Naturalmente si può capire anche un certo scetticismo se un popolo numericamente non grande entra in questa Europa già fatta già costruita e si può capire che c’è forse paura di un burocratismo centralistico troppo forte di una cultura nazionalistica che non tiene sufficientemente conto della storia e della ricchezza della storia, anche della ricchezza della diversità storica. Mi sembra proprio che questa possa essere anche una missione di questi popoli che entrano adesso di rilevare nell’unità la diversità, l’identità europea è un’identità proprio nella ricchezza dell diverse culture che convergono nella fede cristiana, nei grandi valori cristiani perché questo sia di nuovo visibile ed efficiente mi sembra è proprio anche una missione che i croati tentano adesso per rafforzare contro un certo razionalismo astratto la storicità delle nostre culture e la diversità che è la nostra ricchezza in questo senso incoraggio i croati: il processo di entrare in Europa è un processo reciproco di dare e di ricevere. Anche la Croazia dà con la sua storia con la sua capacità umana ed economica e riceve naturalmente anche allargando così l’orizzonte e vivendo in questo grande commercio non solo economico ma anche soprattutto anche culturale e spirituale
La terza domanda riguardava il beato cardinale Stepinac, martire del comunismo.
Il cardinale era una grande pastore un grande cristiano e così anche un uomo di un umanesimo esemplare. Io direi ora la sorte del cardinale Stepiac che ha dovuto vivere in due dittature contrastanti ma erano due dittature antiumanistiche. Prima il regima Ustascia che sembrava adempiere il sogno dell’autonomia dell’indipendenza, ma in realtà era un’autonomia che era una menzogna ed era strumentalizzato da Hitler per i suoi scopi.
Il Card. Stapianc ha capito molto bene questo e ha difeso l’umanesimo vero contro questo regime difendendo serbi, ebrei, zingari… ha dato diciamo la forza del vero umanesimo anche soffrendo. E poi la dittatura contraria del comunismo dove di nuovo ha lottato per la fede per la presenza di Dio nel mondo, per il vero umanesimo che è dipendente dalla presenza di Dio, solo l’uomo è immagine di Dio, in questo modo l’umanesimo fiorisce. Così era diciamo la sua destinazione di lottare in due lotte diverse contrastanti, e proprio in questa decisione per il vero contro lo spirito dei tempi, questo vero umanesimo che viene dalla fede cristiana è il grande esempio non solo per i Croati ma per tutti noi.
http://2.andreatornielli.it/?p=1944
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