PAPA: IL FRATELLO, NOSTRO PADRE CI HA INSEGNATO ANTINAZISMO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 22 lug.
I due fratelli Ratzinger furono costretti ad arruolarsi nella "Hitlerjugend", la Gioventu' hitleriana, ma il futuro Papa si rifiuto' di partecipare alle sue attivita' e la famiglia ne venne penalizzata.
E loro padre, che era un commissario di polizia, "fin dall'inizio e' stato un grande oppositore del nazismo.
Capi' subito che il nazionalsocialismo sarebbe stato una catastrofe e che non era solo un grande nemico della Chiesa ma piu' in generale di ogni fede e di ogni vita umana".
Lo racconta monsignor Georg Ratzinger in un libro intervista in uscita in Germania, del quale anticipa oggi alcune pagine "Vaticaninsider", il sito specializzato del quotidiano La Stampa. "Lo Stato - ricorda - aveva disposto che tutti i ragazzi delle scuole, in base alla loro eta', dovessero iscriversi a determinati gruppi giovanili. Quando divenne obbligatorio, venimmo iscritti in blocco. Non c'era liberta' di scelta e il non presentarsi avrebbe avuto certamente delle conseguenze negative. Mio fratello Joseph pero' non frequentava questi raduni e non si presentava agli appelli. Questo comporto' un danno economico per la mia famiglia in quanto non beneficio' piu' dello sconto sulle tasse scolastiche". Il fratello di Benedetto XVI conferma anche che un loro cugino fini' ucciso nell'"Aktion T4", il progetto di eutanasia nazista. "Era - ricostruisce l'anziano sacerdote nel libro - un nostro cugino, figlio di una sorella di mia madre. Era un ragazzo carino e allegro, ma soffriva di disturbi mentali. Non era in grado di dialogare correttamente o di partecipare alle conversazioni". Si era detto che il giovinetto fosse affetto dalla sindrome di Down, ma monsignor Georg non ricorda "nulla di preciso sulla sua malattia". "Solo molto piu' tardi - rivela - scoprimmo che i nazisti erano venuti a prenderlo a casa e che era stato ucciso in un campo di sterminio".
"Eravamo - continua il fratello del Papa - una famiglia molto unita. Nostro padre era commissario di polizia, proveniva da un'antica famiglia di agricoltori della Bassa Baviera. Mia madre era figlia di artigiani, e prima di sposarsi aveva lavorato come cuoca. Quando era possibile noi bambini andavamo alla messa quotidiana.
Si faceva colazione a casa. Poi ci si vedeva di nuovo a pranzo. Secondo la tradizione bavarese mangiavamo prima una zuppa e poi il piatto principale. Il pomeriggio facevamo i compiti e poi con mio fratello andavamo a passeggiare per la citta'. Poi si cenava insieme. All'epoca non c'erano ne' radio ne' Tv e la sera nostro padre suonava la cetra e cantava canzoni. Poi si andava presto al letto".
Nel libro "Mio fratello il Papa", monsignor Georg - intervistato a Ratisbona, dove per lungo tempo ha diretto il famoso coro di voci bianche dei 'Domspatzen', i 'passerotti del Duomo' - confida i propri sentimenti di affetto e rispetto per Joseph Ratzinger, fin dal giorno della sua nascita.
"Era - dice - il Sabato Santo del 1927. Gia' dall'alba c'era una gran confusione in casa, e io non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. Volevo alzarmi, ma mio padre mi disse di continuare a dormire perche' mi era nato un fratellino.
Lo vidi solo dopo: era piccolo e delicato. Fu battezzato il giorno successivo nella chiesa parrocchiale di Marktl sull'Inn, il paese dove abitavamo.
Quel giorno pioveva, nevicava e tirava vento, cosi' i miei genitori decisero di lasciare a casa me e mia sorella per non correre il rischio che ci ammalassimo". Il futuro Papa, confida, "era un bambino vivace, ma non un terremoto. Ed era sempre allegro. Fin da piccolo mostrava una grande sensibilita' nei confronti degli animali, dei fiori e, in generale, della natura.
Forse anche per questo a Natale lui riceveva sempre in dono animali di pezza.
La sua attenzione per la natura e gli esseri viventi e' un suo tratto caratteristico". Quando nel 1935 Georg entro' nel seminario arcivescovile di Traunstein, Joseph decise di seguirne le orme. "Mio fratello ed io - rievoca l'anziano sacerdote musicista che ricevette anche lui l'ordine sacro il 29 giugno 1951 - eravamo entrambi chierichetti, tutti e due servivamo messa. Ci fu presto chiaro, prima a me e poi a lui, che la nostra vita sarebbe stata a servizio della Chiesa".
Da parte sua Benedetto XVI ha definito pubblicamente suo fratello Georg "una guida affidabile". "Dall'inizio della mia vita - disse, infatti, il 22 agosto 2008 ringraziando il sindaco di Castelgandolfo per aver concesso la cittadinanza onoraria a Georg Ratzinger - mio fratello e' stato sempre per me non solo compagno, ma anche guida affidabile.
E' stato per me un punto di orientamento e di riferimento con la chiarezza, la determinazione delle sue decisioni. Mi ha mostrato sempre la strada da prendere, anche in situazioni difficili".
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2 commenti:
Che bella la foto dei tre fratelli :-). La sorella Maria con in braccio un gattino, Georg sembra abbia del gel nei capelli e il Papa, ehm Joseph a quel tempo, è davvero un bel bambino.
Alessia
Joseph era proprio carino e la foto con il gattino è molto dolce.
Forse sente nostalgia anche Lui della sua famiglia e della Sua patria. Anche se è per noi Papa Benedetto, avrà sentimenti come noi tutti. Anche Gesù ha provato i sentimenti degli uonini e il ruolo non solleva dalle sofferenze e dai sentimenti che proviamo tutti
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