lunedì 11 luglio 2011

La lingua latina e la liturgia antica. Don Biagio Amata commenta il Motu Proprio Summorum Pontificum (Maurizio Tripi)

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12 commenti:

Anonimo ha detto...

Il problema non è il latino. In latino si celebra anche il NO. Il problema è andare a escare nell'ampollosità barocca, nei pizzi, nella magnificenza e nell'opulenza, nello scenografico. Latino per latino non si potrebbe recuperare la semplicità delle basiliche paleocristiane, la scarnificata essenzialità del romanico e del gotico??
E è poi l'idea di Chiesa che c'è dietro che lascia perplessi.

don gianluigi ha detto...

@ Anonimo
Perché che idea di chiesa rivela la Messa tradizionale? È la Chiesa di sempre o la nuova liturgia ha creato una nuova immagine di chiesa? Ma allora dove sarebbe la continuità tra prima e dopo?
Il problema non è l'ampollosità barocca ecc. ma che i gesti e le parole del rito tradizionale non hanno autore umano, sono impercettibili germogli della liturgia opus Dei, che ogni generazione ha arricchito alla luce della fede, mentre la nuova messa è opera datata e firmata da uomini con nomi e cognomi, cominciando da Bugnini, che hanno agito prescindendo dalla fede del popolo di Dio, forti solo della loro scienza e della loro iniziativa. Tant'è vero che i vescovi bocciarono la messa di "prova" del Consilium, ma essi l'imposero lo stesso.

Anonimo ha detto...

Che idea di Chiesa rivela la Messa tradizionale?? Una Chiesa molto gerarchica, chiusa in sé, ostile al dialogo.I tradizionalisti sono tutti abbastanza simili parlano in fotocopia. Quando ci fu la vicenda del vescovo negazionista pensai ad un caso ma visitando molti siti ci si accorge che caso non è. I tradizionalisti rifiutano la modernità anche quella positiva. E' inutile negarlo, sono legati a ideologie di estrema destra, inneggiano al politicamente scorretto e di cavillo in cavillo rifiutano la dottrina sociale della Chiesa.
E poi esteticamente certi paramenti sono brutti, io amo il minimalismo non ci posso fare niente. Se si vuole recuperare il passato andrei a recuperare esperienze a me più consone. preferisco Suger, le nude pareti delle cattedrali illuminate solo dalla luce delle vetrate, non l'ampollosità barocca. Ma perché per celebrare bisogna ricoprirsi di strati e strati di paramenti visto che ci sono tradizioni nella Chiesa più sobrie??
Ma San Francesco è vissuto prima o dopo il Vaticano II???

Anonimo ha detto...

Istruzioni Generali al Nuovo Messale in Usa: non sarà più possibile introdurre canzoni né canti a piacimento.
http://www.chantcafe.com/2011/07/dramatic-changes-in-music-rubrics-for.html
Alberto

Anonimo ha detto...

L'una è opera dell'uomo, l'Altra Opus Dei!

don gianluigi ha detto...

Con tutti 'sti Anonimi non ci si capisce più niente. A quello delle 9.36
Caro Anonimo non puoi generalizzare, non tutti i tradizionalisti scrivono nei blog e non tutti quelli che scrivono sono come li dipingi tu. Quanto alla messa tradizionale, che esprima una chiesa gerarchica è naturale la chiesa è così; sia che tu la guardi dal basso come popolo di Dio, sia che la guardi dall'alto dal Signore, al papa, ai vescovi, è la stessa realtà. Che poi sia chiusa in sé, è una tua impressione, anzi il porsi davanti a Dio e il rimanere in silenzio per gran parte della celebrazione, mi pare sia più rispettoso di inondare i partecipanti con un mare di parole, senza dare spazio alla voce dello Spirito. Che sia ostile al dialogo, poi non l'ho capita. Quando si celebra si dialoga con Dio, perché è Dio che ci dà la capacità di una parola d'amore verso gli altri, per dialogare con gli altri ci sono altri momenti.
Quanto ai paramenti, non tirare in ballo S. Francesco, egli viveva nella povertà, ma voleva lo splendore per la casa di Dio e il sacerdote non si mette in mostra con strati di vesti, ma si nasconde sotto i paramenti per lasciar apparire il ministro di Cristo. L'uomo peccatore, che per primo si batte il petto, chiedendo al popolo di invocare il perdono di Dio, ai piedi dell'altare, lascia il posto all'"alter Christus". Nota che nella messa nuova tutto questo non esiste più. Il prete è al centro dell'assemblea e dell'attenzione, non chiede più al popolo un perdono particolare, ma si confonde con esso, c'è poco dialogo con Dio perché emarginato dalle tante parole del celebrante.
E, infine, il Barocco a me piace è un segno della ricchezza e dell'abbondanza della Grazia. Non hai mai visto le opere di Gaudì, così ricche, piene di pizzi e merletti? Oseresti dire che sono brutte? È brutta la Sagrada Familia? E tu vorresti che la chiesa tutta si adeguasse ai tuoi gusti?

Anonimo ha detto...

Per Anonimo. Io sono un tradizionalista che non parla come da fotocopia, come tu accusi. Non me ne può fregare di meno di pizzi e merletti e lo standard che renderei obbligatorio in tutte le Chiese cattoliche è quello della Chiesa di Brescello, ai tempi di Don Camillo. Al contrario, non mi piace la Messa ampollosa, scenografica, pretecentrica moderna. Ricordo con nostalgia (chi l'ha detto che la nostalgia è sbagliata?) le semplici Messe della mia infanzia, in latino, che non concedevano nulla al protagonismo del celebrante e che, ovunque nel mondo, parlavano la stessa lingua (non solo in senso figurato). Qualche giorno fa, qui a Firenze, uscendo dalla Chiesa di Via Cavour dove avevo partecipato al Rosario giornaliero, sono stato avvicinato da una turista (credo cattolica) di lingua inglese che mi ha chiesto se era prevista una Messa. Le ho risposto di si e lei è entrata, fiduciosa: per sorbirsi una Messa in Italiano, che non avrà capito, con buona pace per l'universalità della nostra fede. Paradossalmente, infatti, la Babele voluta con l'uso dei vernacoli locali, ha tolto di mezzo l'unico elemento fisico di identità tra fedeli di diverse parti del mondo. E non per niente, con la Babele biblica iniziarono le incomprensioni tra i popoli e le conseguenti guerre.

Fabiola ha detto...

@ Anonimo delle 8.43 e (forse) delle 9.36 (uffa!!!).
A parte l'"idea di Chiesa", che non dipende dal gusto estetico delle varie epoche,il quale, semmai, esprime il "fattore umano" della Chiesa stessa, mi stupiscono i luoghi comuni persistenti sulla "scarnificata essenzialità del romanico e del gotico" (sic!!).
A parte il gotico monastico, disciplinato dalla regola cistercense, c'è ancora chi non sappia che il romanico era policromo e l'interno delle sue chiese tutto affrescato?
E, comunque, Benedetto XVI non crede che l'idea di Chiesa veicolata dalla liturgia tridentina (o gregoriana)sia tanto malefica, con buona pace dei gusti minimalisti, che potrei perfino condividere ma che, appunto, sono solo gusti.

Raffaella ha detto...

Don Gianluigi ha ragione!
Qui non viene chiesta ne' la registrazione ne', tanto meno, la carta di identita'.
Chiedo agli Anonimi di scegliere un nome, vero o falso che sia.
R.

Anonimo ha detto...

infatti cara Fabiola la basilica di Assisi è affrescata e rimane più essenziale a gusto mio di qualsiasi chiesa barocca. Un quadro di Giotto o Cimabue è più essenziale di uno barocco me lo passa??
Si può dire che il barocco è scenografico, sfarzoso, ricco di preziosismi o non va bene nemmeno quello??
Io preferisco appunto la tradizione monastica, le abbazie cistercensi, la sorella povertà, l'ora et labora, si vede che nel medioevo erano già modernisti...

Anonimo ha detto...

O.T. (si dice così?). Propongo una riflessione: perchè si ricorre così frequentemente all'anonimato sui post (si ridice così?) su questo tema: Come mai un argomento del genere viene percepito come pericoloso da tanti?
Ex Anonimo

Gianpaolo1951 ha detto...

Cara Raffaella, ti prego di perdonarmi se ancora una volta mi ripeto…, ma c’è solo un modo per mettere un po’ di ordine nei commenti anonimi:
Non pubblicare quelli che non hanno un autore – pur di fantasia – cui poter fare riferimento e vedrai che chi ci tiene ad essere letto, volente o nolente, si adeguerà!!!