sabato 16 luglio 2011

La Santa sede "non riconosce" il reverendo Giuseppe Huang Bingzhang vescovo della diocesi di Shantou, "ordinato senza mandato pontificio e quindi illegittimamente"

Cina/ Santa Sede non riconosce Haung vescovo Shantou, scomunica

Bene Vescovi contrari, Papa rammaricato: superare difficoltà

Roma, 16 lug. (TMNews)

La Santa sede "non riconosce" il reverendo Giuseppe Huang Bingzhang vescovo della diocesi di Shantou, "ordinato senza mandato pontificio e quindi illegittimamente" e che per questo "è incorso nelle sanzioni previste dal canone 1382 del Codice di Diritto Canonico", la scomunica latae sententiae. Lo afferma la Santa sede in una nota, dove si ricorda che "Huang Bingzhang era stato informato da tempo che non poteva essere approvato" come "candidato episcopale, dato che la diocesi di Shantou ha già un Vescovo legittimo".
Nella nota la Santa Sede ricorda di aver saputo "da varie fonti di informazione" che "alcuni dei Vescovi, contattati dalle Autorità civili, avevano manifestato la propria volontà di non partecipare ad un'ordinazione illegittima, mettendo in atto anche forme di resistenza: nonostante ciò, i Presuli sarebbero stati obbligati a prendervi parte. In merito alla loro resistenza è bene rilevare che tale atto rimane meritorio davanti a Dio e suscita apprezzamento in tutta la Chiesa".
"La Santa Sede - si legge ancora - riafferma il diritto dei cattolici cinesi di poter agire liberamente, seguendo la propria coscienza e rimanendo fedeli al Successore di Pietro e in comunione con la Chiesa universale. Il Santo Padre, avendo appreso questi avvenimenti, ancora una volta si rammarica di come viene trattata la Chiesa in Cina e auspica che si possano superare al più presto le presenti difficoltà".

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1 commento:

DANTE PASTORELLI ha detto...

La Chiesa apprezza la resistenza opposta dai vescovi obbligati a partecipare attivamente alle consacrazioni. Addirittura il loro atteggiamento è meritorio davanti a Dio, nel comunicato della S. Sede.
E' difficile anche per il Papa conoscere il giudizio di Dio in materia.
Ed è difficile anche per noi giudicare lo stato di necessità che ha comportato la partecipazione dei vescovi "romani" alla consacrazione illecita, e, quindi, la gravità della colpa di questo cedimento.
S. Cipriano avrebbe parlato di "lapsi". Ma i tempi son mutati.