venerdì 12 agosto 2011

Alla vigilia della giornata di Madrid. Il volto della Chiesa sempre giovane (José María Gil Tamayo)

Alla vigilia della giornata di Madrid

Il volto della Chiesa sempre giovane

di JOSÉ MARÍA GIL TAMAYO

Dal 16 al 21 agosto la Giornata mondiale della gioventù trasformerà Madrid in un luogo dove si mostrerà al mondo il volto della Chiesa sempre giovane. Ciò avverrà specialmente nei giorni in cui Benedetto XVI accompagnerà più di un milione di giovani di tutto il mondo, che si daranno appuntamento nella capitale spagnola. Le cifre dell'incontro sono così rilevanti che, anche da un punto di vista umano, lo trasformano già ora in un fatto grandioso, di primo piano tra i grandi avvenimenti dell'attualità internazionale e di sicuro rilievo mediatico anche per l'utilizzazione dei nuovi media.
Proprio la logica della comunicazione moderna rende sempre più necessari questi incontri di massa per mostrare nello spazio pubblico il significato della Chiesa in un contesto mondiale di volta in volta più complesso, nel quale essa possiede il messaggio più importante: quello affidatole dal suo fondatore Gesù di Nazaret prima di ascendere ai cieli. E questo fatto la rende, per ciò stesso, la realtà più impegnata nella protezione dell'essere umano.
Questi avvenimenti ecclesiali, di massa e nello stesso tempo personali, sono opportuni soprattutto in un momento in cui lo spazio pubblico sociale pretende di essere occupato in esclusiva da coloro che, in un vero esercizio di confessionalità laicista sventolano la bandiera di una società senza Dio e perciò senza Chiesa, e si adoperano in ogni modo, contro ogni senso democratico, per ridurre i credenti nel foro interno delle coscienze e del privato. Tanto più li infastidisce che appaia di massa, universale, vigoroso, gioioso e giovane il volto di una Chiesa che credeva antiquata e in decadenza.
Ma la Chiesa è sempre giovane. "Così sentivano i Padri conciliari - ha ricordato Benedetto XVI ai vescovi del Brasile Est nella loro ultima visita ad limina - quando, al termine del concilio Vaticano II, presentarono la Chiesa in questi termini: "Ricca di un lungo passato sempre in essa vivente, e camminando verso la perfezione umana nel tempo e verso i destini ultimi della storia e della vita, essa è la vera giovinezza del mondo (...) Guardatela, e voi ritroverete in essa il volto di Cristo, il vero eroe, umile e saggio, il profeta della verità e dell'amore, il compagno e l'amico dei giovani" (Messaggio del concilio Vaticano II ai giovani). Lasciando trasparire il volto di Cristo, la Chiesa è la gioventù del mondo".
Proprio per questo, la città di Madrid si trasformerà tra pochi giorni nello scenario di una vera e propria "Pentecoste dei giovani", in cui questa grande rappresentanza della gioventù cattolica mondiale, accompagnata da circa un migliaio di vescovi e da migliaia e migliaia di sacerdoti, si riunirà insieme a Benedetto XVI - come un giorno fecero, secondo il racconto degli Atti degli apostoli, i primi cristiani intorno all'apostolo Pietro - per confessare insieme la fede in Gesù Cristo, il Figlio di Dio incarnato, e rinnovare l'impegno evangelizzatore di trasformare il mondo. Questo è il vero obiettivo della Giornata mondiale della gioventù espresso nel suo motto, tratto dalla lettera ai Colossesi (2, 7): radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede.
Al centro di questa grandiosa scenografia, sempre sorprendente e nuova, il Papa coglierà questa magnifica occasione per diffondere a tutti il suo ripetuto richiamo all'essenziale della fede, come aveva fatto anche Simon Pietro - del quale il Romano Pontefice è successore - nel lasciare il cenacolo il giorno della prima Pentecoste: la proposta di salvezza di Dio misericordioso nel suo Figlio, Gesù Cristo.
La testimonianza e le parole di Benedetto XVI a Madrid daranno ai giovani le risposte della fede agli aneliti e alle carenze profonde dell'essere umano e del credente, presentandole come attuali, e moderne, per la vita di oggi e di domani. D'altro canto, in un insegnamento sempre ricco di sentimenti positivi, il Papa non esimerà i giovani dallo sforzo di arrivare alle ragioni ultime della fede, accompagnate dall'imprescindibile illuminazione della rivelazione divina.
Così, grazie allo Spirito Santo, i giovani di tutto il mondo continueranno a trovare nel successore di Pietro un vero maestro di fede e di umanità. Come in principio accadde ai primi cristiani con il pescatore di Galilea. Adesso tocca ai giovani seguire Gesù Cristo, al quale il Papa sempre rimanda, e lanciare le reti. La storia si ripete nella Chiesa sempre giovane.

(©L'Osservatore Romano 13 agosto 2011)

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