Papa: in Germania ho confermato che davvero “dove c’è Dio c’è futuro”
All’udienza generale Benedetto XVI ripercorre le tappe della sua visita in Germania. Dio non è un pericolo per la democrazia e la libertà. Come la religione ha bisogno della libertà, così la libertà ha bisogno della religione. Al Bundestag ha esposto “il fondamento del diritto e del libero Stato di diritto, cioè la misura di ogni diritto, inscritto dal Creatore nell’essere stesso della sua creazione”.
Città del Vaticano (AsiaNews)
Confermare che davvero “dove è Dio, là c’è il futuro”, che Dio non è un pericolo per la democrazia e la libertà, che come la religione ha bisogno della libertùà, così anche la libertà ha bisogno della religione, condividere “la gioia di essere cattolici”, costatare che “la fede nella mia patria tedesca ha un volto giovane, è vita, ha un futuro”. E’ la sintesi del viaggio che Benedetto XVI ha compiuto in Germania dal 22 al 25 di questo mese, ripercorso oggi dallo stesso Papa nel discorso rivolto alle oltre 20mila persone presenti in piazza san Pietro per l’udienza generale.
Sono state “intense e stupende giornate”, “una grande festa della fede”, occasione per “incontrare la genete e parlare di Dio”, ma anche occasione, al Bundestag, il Parlamento tedesco, per “esporre il fondamento del diritto e del libero Stato di diritto, cioè la misura di ogni diritto, inscritto dal Creatore nell’essere stesso della sua creazione. E’ necessario perciò allargare il nostro concetto di natura, comprendendola non solo come un insieme di funzioni ma oltre questo come linguaggio del Creatore per aiutarci a discernere il bene dal male”.
Ancora, della tappa a Berlino, Benedetto XVI ha ricordato l’incontro con alcuni rappresentanti della comunità ebraica, con i quali “abbiamo evidenziato i frutti ottenuti finora nel dialogo tra la Chiesa cattolica e l’ebraismo in Germania” e con con esponenti della comunità musulmana, “convenendo con essi circa l’importanza della libertà religiosa per uno sviluppo pacifico dell’umanità”.
La tappa in Turingia, “terra della Riforma protestante”, è stata dedicata in modo particolare all’ecumenismo. A Erfurt, città nella quale Martin Lutero è entrato nella comunità degli Agostiniani e lì è stato ordinato sacerdote, il Papa si è “molto rallegrato” dell’incontro con il consiglio della Chiesa vvangelica in Germania: “un incontro cordiale che, nel dialogo e nella preghiera, ci ha portato in modo più profondo a Cristo. Abbiamo visto di nuovo quanto sia importante la nostra comune testimonianza della fede in Gesù Cristo nel mondo di oggi, che spesso ignora Dio o non si interessa di Lui. Occorre il nostro comune sforzo nel cammino verso la piena unità, ma siamo sempre ben consapevoli che non possiamo fare né la fede né l’unità tanto auspicata. Una fede creata da noi stessi non ha alcun valore, e la vera unità è piuttosto un dono del Signore”, “solo Cristo può donarci quest’unità, e saremo sempre più uniti nella misura in cui torniamo a lui e ci lasciamo trasformare da lui”.
“Particolarmente emozionante” è stata per Benedetto XVI la celebrazione dei vespri mariani al santuario di Etzelsbach, regione “rimasta sempre cattolica nelle varie vicissitudini della storia” i cui abitanti “si sono opposti coraggiosamente alle dittature del nazismo e del comunismo”.
A Erfurt, ricordando i santi patroni della Turingia e “l’esempio luminoso dei fedeli che hanno testimoniato il Vangelo durante i sistemi totalitari, ho invitato i fedeli ad essere i santi di oggi, validi testimoni di Cristo, e a contribuire a costruire la nostra società. Sempre, infatti, sono stati i santi e le persone pervase dall’amore di Cristo a trasformare veramente il mondo”. Della tappa a Erfurt, Benedetto XVI ha avuto anche occasione di “incontrare alcune vittime di abuso sessuale da parte di religiosi, alle quali ho voluto assicurare il mio rammarico e la mia vicinanza alla loro sofferenza”.
Di Freiburg, infine, il Papa ha ricordato “l’accoglienza particolarmente festosa” e la la veglia di preghiera con migliaia di giovani. “Sono stato felice di vedere che la fede nella mia patria tedesca ha un volto giovane, che è viva e ha un futuro”. Ai giovani “ho trasmesso ai giovani la fiamma del cero pasquale, simbolo della luce che è Cristo, esortandoli: Voi siete la luce del mondo. Ho ripetuto loro che il Papa confida nella collaborazione attiva dei giovani: con la grazia di Cristo, essi sono in grado di portare al mondo il fuoco dell’amore di Dio”.
Ancora a Freiburg, Benedetto XVI ha incontrato i seminaristi ai quali “ho voluto mostrare la bellezza e grandezza della loro chiamata da parte del Signore” e alcuni rappresentanti delle Chiese ortodosse “alle quali noi cattolici ci sentiamo molto vicini. Proprio da questa ampia comunanza deriva anche il compito comune di essere lievito per il rinnovamento della nostra società”.
E infine nella grande celebrazione eucaristica domenicale all’aeroporto di Freiburg c’è stato il ringraziamento a volontari delle iniziative caritative della Chiesa tedesca. “Ho ricordato che il loro prezioso servizio sarà sempre fecondo, quando deriva da una fede autentica e viva, in unione con i Vescovi e il Papa, in unione con la Chiesa. Infine, prima del mio ritorno, ho parlato ad un migliaio di cattolici impegnati nella Chiesa e nella società, suggerendo alcune riflessioni sull’azione della Chiesa in una società secolarizzata, sull’invito ad essere libera da fardelli materiali e politici per essere più trasparenza di Dio”.
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