CANONIZZAZIONE
I tre nuovi santi
Domani la proclamazione di Benedetto XVI in piazza San Pietro
Sono tre i nuovi santi che Benedetto XVI proclamerà domani con una cerimonia in piazza San Pietro: Luigi Guanella (1842-1915), Guido Maria Conforti (1865-1931) e Bonifacia Rodriguez Castro (1837-1905). Guanella è il fondatore della Congregazione dei servi della carità e l'Istituto delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza; Conforti è ha dato vita alla Pia società di san Francesco Saverio per le missioni estere; Rodriguez Castro è fondatrice della Congregazione delle serve di san Giuseppe.
Luigi Guanella. Così forte era la sua “mania” di carità, che di lui dicevano: “O è un santo o è un matto”. Paolo VI lo ha proclamato beato il 25 ottobre 1964. Il fondatore delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza e del corrispondente ramo maschile, i Servi della Carità (opera don Guanella), è stato già in vita il santo degli emarginati, dei giovani, degli ammalati, degli anziani, dei ritardati mentali, dei diversi, dei sofferenti in genere. A questi “figli” ha dedicato tutta la sua attenzione di padre e di pastore. Straordinaria figura di educatore – il suo progetto educativo basato sul sistema della prevenzione è di una sorprendente modernità –, don Guanella ha saputo coniugare nella sua Opera spiritualità e concretezza, riflessione e azione, secondo lo stile del buon samaritano. In ciò è la forza della sua “ricetta”, del suo carisma. I suoi insegnamenti – una vera pedagogia della carità, dell’amore, della tolleranza – potrebbero risolvere, se applicati, più di un episodio di malasanità, di egoismo sociale, di incomprensione e di indifferenza cui quotidianamente ci è dato assistere. “Il nostro ministero – scriveva – ha per scopo la salvezza, il bene, la santificazione delle anime; ha per fine anche, buon mezzo al primo scopo, il sollievo dei bisogni corporali, il ricovero degli abbandonati e bisognosi per cui il mondo non ha una gioia e un sorriso”. Era nato a Fraciscio di Campodolcino (Sondrio) nel 1842 ed è morto a Como nel 1915. Ordinato sacerdote nel 1866, per nove anni aveva svolto le funzioni di parroco di campagna, quindi si era trasferito a Torino, a fianco di don Bosco, di cui fu per tre anni stretto collaboratore. Poi intraprese la sua strada. Oggi gli eredi spirituali di don Guanella continuano l’opera del fondatore in 192 case di assistenza e di accoglienza gestite complessivamente dal ramo maschile o femminile e distribuite in Italia e all’estero.
Guido Maria Conforti. Vescovo e missionario: ecco i “titoli” più immediati di questo nuovo santo, proclamato nel 1996 beato da Giovanni Paolo II. Arcivescovo di Ravenna nel 1902, a soli 37 anni (era nato a Parma, frazione Ravadese, nel 1865) monsignor Conforti dopo meno di un biennio deve lasciare l’incarico per problemi di salute. La salute malferma sarà la “croce” che gli contrassegnerà la vita e anche il suo cruccio: perché gli aveva impedito, fin da giovane, di assecondare il suo sogno: diventare missionario, in Oriente, sulle orme di Francesco Saverio . Una “croce”, però, che non gli impedisce di spendere quanto gli resta di anima e fibra nel duplice impegno di pastore e fondatore. Non essendo stato accettato, per le sue fragili condizioni fisiche, da nessun istituto missionario, ne fonda uno lui: la Pia Società di San Francesco Saverio per le missioni estere, così l’attuale denominazione. L’istituto viene riconosciuto di diritto pontificio nel 1921, quando i missionari saveriani operano già in Cina e uno di loro, Luigi Calza, eletto vescovo, regge il vicariato apostolico di Chengchow. Conforti nel frattempo, nominato da papa Pio X coadiutore a Parma, è succeduto nel dicembre 1907 al vescovo Magani e guida la diocesi col titolo personale di arcivescovo. Un impegno che porterà avanti con fervore fino alla morte, il 5 novembre 1931, non senza aver prima voluto realizzare il suo sogno: il viaggio in Cina, nel 1928, per visitare e abbracciare i suoi missionari e conoscere la giovane Chiesa cresciuta tra difficoltà e sacrifici di ogni genere, compreso il martirio. “La missione ad gentes è stato uno dei punti fondamentali dell’azione apostolica di Guido Maria Conforti. Portare a tutti la luce di Cristo fu l’impegno che ne orientò tutta la vita. Egli poté vivere in pienezza le tre situazioni in cui si svolge l’unica missione evangelizzatrice della Chiesa: la cura pastorale della Chiesa locale, l’impegno per la missione ad gentes e l’evangelizzazione di coloro che hanno perduto il senso della fede” (Giovanni Paolo II). Oggi i missionari saveriani sono diventati una Congregazione internazionale. Hanno 169 case e missioni sparse per il mondo.
Bonifacia Rodriguez Castro. La nuova santa è nata a Salamanca nel 1837 in una famiglia modesta ma profondamente cristiana, con i genitori che svolgevano piccoli lavori di sartoria. Nel 1874, nella medesima città spagnola, grazie all’aiuto del gesuita Francisco Javier Butinyà, ha fondato le Serve di San Giuseppe, congregazione che attualmente ha casa generalizia in Italia e 90 case in Spagna e altri Paesi. Il carisma dell’istituto, lasciato come testamento spirituale dalla fondatrice e portato avanti dalle sue “figlie”, si riassume in questo semplice programma: “Secondo il modo di vita di Gesù di Nazaret, lavorare con Maria e Giuseppe, cercando l’altrui e la propria santificazione nella preghiera e nel lavoro, evangelizzando e promuovendo la gioventù lavoratrice e povera”. Bonifacia, infatti conosceva da vicino il mondo del lavoro, soprattutto i problemi dei giovani, in particolare delle lavoratrici, perché lei stessa appena finita la scuola, per aiutare la famiglia, si era messa a lavorare in proprio, confezionando cordoni e passamanerie. Nel suo laboratorio confluiscono altre ragazze, attratte dallo stile di vita di Bonifacia che alterna il lavoro con la preghiera e l’apostolato sociale al servizio di altre lavoratrici. Nasce l’Associazione di Maria Immacolata e San Giuseppe da cui poi, tra varie vicissitudini, prenderà vita e forma la congregazione religiosa riconosciuta da Leone XIII, nel 1901, di diritto pontificio. Bonifacia muore nella città spagnola di Zamora l’8 agosto 1905, venerata come una santa. Nel 2003 Giovanni Paolo II l’ha dichiarata beata. (P.I.)
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