Una bella aiuola
Benedetto XVI e il rispetto del creato che parte dalle nuove generazioni
“Non c’è un futuro buono per l’umanità sulla terra se non ci educhiamo tutti ad uno stile di vita più responsabile nei confronti del creato. E questo stile si impara prima di tutto in famiglia e nella scuola”.
È il cuore del discorso rivolto dal Papa ai membri della Fondazione “Sorella natura” (www.sorellanatura.org), ricevuti oggi in udienza con una folta delegazione di ragazzi e ragazze. “Se il santo patrono d’Italia è anche il patrono dell’ecologia – ha detto Benedetto XVI riferendosi a S. Francesco, cui la Fondazione, nata nel 1992 ad Assisi, si ispira per “diffondere una corretta cultura ambientale” – mi pare giusto che le giovani e i giovani italiani abbiano una speciale sensibilità per ‘sorella natura’, e si diano da fare concretamente perla sua difesa”. “La Chiesa, considerando con apprezzamento le più importanti ricerche e scoperte scientifiche, non ha mai smesso di ricordare che rispettando l’impronta del Creatore in tutto il creato, si comprende meglio la nostra vera e profonda identità umana”, ha affermato il Santo Padre: “Se vissuto bene – ha proseguito - questo rispetto può aiutare un giovane e una giovane anche a scoprire talenti e attitudini personali, e quindi a prepararsi ad una certa professione, che cercherà sempre di svolgere nel rispetto dell’ambiente”.
Il rispetto dell’uomo è rispetto della natura. “Oggi più che mai ci appare chiaro che il rispetto per l’ambiente non può dimenticare il riconoscimento del valore della persona umana e della sua inviolabilità, in ogni fase della vita e in ogni sua condizione”, ha sottolineato il Pontefice, secondo il quale “il rispetto per l’essere umano e il rispetto per la natura sono un tutt’uno, ma entrambi possono crescere ed avere la loro giusta misura se rispettiamo nella creatura umana e nella natura il Creatore e la sua creazione”. “Su questo – ha aggiunto riferendosi ai “giovanissimi studenti” presenti all’incontro - sono convinto di trovare in voi degli alleati, dei veri custodi della vita e del creato”. L’attenzione ai giovani protagonisti dell’udienza è stata sempre al centro delle parole di Benedetto XVI: “È proprio per voi – ha esordito – che ho voluto questo incontro, e vorrei dirvi che apprezzo molto la vostra scelta di essere custodi del creato, e che in questo avete il mio appoggio”.
No alla violenza nel creato. Non è mancato, nel discorso del Papa, il riferimento all’attualità, e alle catastrofi ambientali a cui abbiamo assistito anche di recente in Italia: “Se, nel suo lavoro, l’uomo dimentica di essere collaboratore di Dio – ha ammonito il Papa - può fare violenza al creato e provocare danni che hanno sempre conseguenze negative anche sull’uomo, come vediamo, purtroppo, in varie occasioni”. Agli insegnanti e alle autorità presenti, Benedetto XVI ha fatto rilevare la grande importanza che ha l’educazione anche in questo campo dell’ecologia”. Di qui l’invito, rivolto ai genitori, ai dirigenti scolastici e agli insegnanti, a “portare avanti con impegno una costante attenzione educativa e didattica con questa finalità”. “È indispensabile che questo lavoro delle famiglie e delle scuole sia sostenuto dalle istituzioni preposte, che oggi sono qui ben rappresentate”, ha puntualizzato il Santo Padre.
Versi in forma di preghiera. La prima parte del discorso papale, dopo il saluto cordiale al cardinale Rodriguez Maradiaga e il ringraziamento per il dono della “preziosa riproduzione” del Codice 338, che contiene le fonti francescane più antiche, è dedicato alla ”profonda ispirazione francescana” della Fondazione presieduta da Roberto Leoni, proprio nel giorno (28 novembre) in cui si fa memoria della proclamazione di san Francesco d’Assisi quale patrono dell’ecologia da parte di Giovanni Paolo II, nel 1979. “Tutti voi sapete che san Francesco è anche Patrono d’Italia”, ha detto il Papa rivolgendosi ai presenti: “Forse però non sapete che a dichiararlo tale fu il Papa Pio XII, nel 1939, quando lo definì ‘il più italiano dei santi, il più santo degli italiani’”. Poi ancora il riferimento ai giovani, con la citazione dei testi autografi del “Poverello di Assisi”, di brani biblici ma anche di “classici” della letteratura che si insegna nelle scuole: “Quando si studia la letteratura italiana – ha ricordato infatti Benedetto XVI - uno dei primi testi che si trovano nelle antologie è proprio il Cantico di Frate Sole, o delle creature, di san Francesco d’Assisi”, il quale “mette in luce il giusto posto da dare al Creatore, a Colui che ha chiamato all’esistenza tutta la grande sinfonia delle creature”. “Questi versi – ha detto il Papa agli studenti - fanno parte giustamente della vostra tradizione culturale e scolastica. Ma sono anzitutto una preghiera, che educa il cuore nel dialogo con Dio, lo educa a vedere in ogni creatura l’impronta del grande Artista celeste, come leggiamo anche nel bellissimo Salmo 19”. “Frate Francesco, fedele alla Sacra Scrittura, ci invita a riconoscere nella natura un libro stupendo, che ci parla di Dio, della sua bellezza e bontà”, ha concluso il Santo Padre citando un aneddoto del santo, che “chiedeva sempre al frate del convento incaricato dell’orto, di non coltivare tutto il terreno per gli ortaggi, ma di lasciare una parte per i fiori, anzi di curare una bella aiuola di fiori, perché le persone passando elevassero il pensiero a Dio, creatore di tanta bellezza”.
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