Benedetto XVI: «La morte non è l'ultima parola sull'uomo»
All’Udienza generale il Papa illustra la figura di santa Veronica Giuliani, in occasione del 350mo anniversario della nascita. La suora clarissa, dice Ratzinger, «ci invita a far crescere, nella nostra vita cristiana, l’unione con il Signore, abbandonandoci alla sua volontà con fiducia completa e totale»
di Benedetta Frigerio
Oggi all'Udienza generale il Papa ha parlato di santa Veronica Giuliani nata nel 1960 a Mercatello e divenuta monaca clarissa a 17 anni. La sua vita è fatta di «molte penitenze, grandi sofferenze e alcune esperienze mistiche», ricorda il Pontefice, che si possono riassumere nell'ultima frase detta sul letto di morte dopo giorni di agonia: «Ho trovato l'Amore, l'Amore si è lasciato vedere! Questa è la causa del mio patire. Ditelo a tutte, ditelo a tutte!». Ma cosa ha da insegnarci una santa la cui «esperienza di essere amata da Cristo» la rende capace di «offrirci al Padre per salvarci», fino a cercare di «partecipare all'amore sofferente di Gesù»?
Che non si ci si salva da sé, sottolinea il Santo padre. Infatti, «rispetto alla predicazione dell'epoca incentrata non raramente sul salvarsi l'anima in termini individuali, mostra un senso solidale con i fratelli e le sorelle nel cammino verso cielo». E ci ricorda che l'amore alla Scrittura «illumina purifica e conferma l'esperienza». Perciò, leggendo la frase di san Paolo, «se Dio è per noi, chi sarà contro di noi», Veronica arriva a dire: «Tornai in me con queste precise parole: niente mi potrà separare dalla volontà di Dio, né angustie, né pene, né travagli, né disprezzi, né tentazioni, né creature, né demoni, né oscurità, e nemmeno la medesima morte, perché, in vita e in morte, voglio tutto, e in tutto, il volere di Dio» (Diario, IV, 272).
Così, continua Ratzinger, «siamo anche nella certezza che la morte non è l’ultima parola, siamo fissati nella volontà di Dio e così, realmente, nella vita per sempre». Infine, la sua figura «ci invita a far crescere, nella nostra vita cristiana, l’unione con il Signore, abbandonandoci alla sua volontà con fiducia completa e totale, e l’unione con la Chiesa, sposa di Cristo; ci invita a partecipare all’amore sofferente di Gesù Crocifisso per la salvezza di tutti i peccatori; ci invita a tenere lo sguardo fisso al Paradiso, meta del nostro cammino terreno, dove vivremo assieme a tanti fratelli e sorelle la gioia della comunione piena con Dio».
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