mercoledì 1 dicembre 2010

Chiesa e scandali. Il peccato e la grazia. Dal Cop una riflessione pastorale sulle "ferite" (Sir)

Vedi anche:

CHE ESAGERATI! TROPPI POST (OLTRE 11MILA!). E' ORA DI CAMBIARE "CASA"...NASCE IL BLOG DEGLI AMICI DI PAPA RATZINGER [4]

CHIESA E SCANDALI

Il peccato e la grazia

Dal Cop una riflessione pastorale sulle ''ferite''

(Fano) - Proporre una riflessione pastorale sulle ferite della Chiesa, in primis la questione della pedofilia, per delineare piste nuove che affrontino coraggiosamente il problema, in sintonia con le “indicazioni di penitenza e conversione” date da Benedetto XVI “alla Chiesa e al mondo”. Con questa finalità il Centro di orientamento pastorale (Cop) ha organizzato a Fano, dal 29 novembre al 1° dicembre, il seminario “Peccato e conversione”. Al centro “la figura del prete, la comunità cristiana e gli itinerari della conversione del popolo di Dio”, ha ricordato in apertura il presidente del Cop, mons. Domenico Sigalini. Per mons. Gaetano Bonicelli, vescovo emerito di Siena, è ora di “favorire una ripresa di buon senso insieme a una rivalutazione della grazia di Dio, che non ha certo abbandonato la sua Chiesa”.

Una linea di trasparenza. La Chiesa persegue “una linea di trasparenza” nell’affrontare problemi come la pedofilia, ha osservato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, p. Federico Lombardi, evidenziando come Benedetto XVI abbia sempre offerto risposte “precise e convincenti”. “L’intervento più completo su questo tema, la ‘Lettera ai cattolici d’Irlanda’, s’inserisce – ha precisato – in una disponibilità del Santo Padre” manifestata “praticamente tutte le volte che gli è stato chiesto di affrontare questo argomento”. La “giustizia e il riconoscimento della colpa”, ha sottolineato il portavoce vaticano, sono “un dovere sia civile sia ecclesiale”. Oltre alla giustizia degli uomini – alla quale, ha rimarcato più volte il Papa, chi si è macchiato di crimini quali la pedofilia deve “rendere conto” – vi è dunque quella della Chiesa, che deve tener presente la “gravità delle conseguenze sia nella vita delle persone, sia nella fiducia” di cui gode l’istituzione ecclesiale. “Il fatto che vengano fuori tantissimi casi di abusi così lontani nel tempo – secondo il direttore della Sala Stampa – è segno che la ferita è stata molto profonda, e se vogliamo veramente prendere sul serio un cammino di risanamento non ci possiamo esimere dall’affrontare queste vicende”. “Per noi non c’è prescrizione per le ferite dell’anima: dobbiamo essere capaci di ascoltare, individuare le ferite dello Spirito e aiutare”.

Più attenzione al discernimento vocazionale. “Il prete – ha sottolineato mons. Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto – deve avere consapevolezza che la sua figura è fondamentale in sede religiosa, educativa e morale”; per questo motivo “la pedofilia (come peccato) desta maggiore scalpore e indignazione” ed “è di particolare gravità”. Mons. Cacucci ha chiesto “maggiore discernimento nella scelta dei candidati al sacerdozio”, avendo sempre presente “la caratteristica essenzialmente simbolica” della figura sacerdotale, il “ruolo pubblico che i preti sono chiamati a svolgere e le ripercussioni delle loro scelte, delle loro opinioni, dei loro giudizi”. Sul “discernimento vocazionale” si è concentrato pure don Luigi Renna, rettore del Pontificio seminario regionale pugliese, ricordando che “fare discernimento significa già formare”; “le diverse fasi di questo percorso – ha puntualizzato – coinvolgono la comunità cristiana” che accompagna un discernimento la cui responsabilità è “in ultima analisi del vescovo”.

Distinguere tra peccato e peccatore. Mons. Cacucci ha posto in evidenza l’importanza di fare una “distinzione tra il peccato e il peccatore”. “Il peccato – ha affermato – è una realtà sempre e comunque deprecata, come ostacolo che separa l’uomo da Dio, che rende schiavo l’uomo e lo conduce alla morte; il peccatore invece è il primo destinatario dell’annuncio salvifico di Gesù, accolto con misericordia incondizionata, cercato e amato dal Signore che è venuto nel mondo non ‘a chiamare i giusti, ma i peccatori’”. E per quanto riguarda i sacerdoti? “Di fatto – ha risposto l’arcivescovo – ogni uomo che vive sulla terra è esposto alla tentazione e alla possibile caduta nel peccato”. Non può però essere ammessa “la condizione stabile di ‘peccatore’, intesa come scelta di non seguire le vie di Dio”, essendo questa “radicalmente estranea” al ministero.

Voce “dalla trincea”. Una testimonianza frutto di 35 anni a fianco di sacerdoti con diverse patologie – definita “racconto dalla trincea” – è stata infine offerta da Marco Ermes Luparia, diacono e presidente dell’apostolato accademico salvatoriano (Roma). “Nel disagio sacerdotale – ha precisato il diacono – osserviamo, in modo particolare, il burnout (esaurimento psicofisico totale, quale frutto dello stress), spesse volte non riconosciuto e che non ha nulla a che fare con il peccato”, ma che può portare “all’abbandono del sacerdozio” da parte del prete convinto “di aver sbagliato tutto nella sua vita”.

© Copyright Sir

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Stamattina nel santuario di Caravaggio ci sarà il funerale di don Sergio, il prete suicidato a seguito dello scandalo sessuale provocato dal sevizio delle Iene.
Alla fine di quell'orribile filamato diceva: si deve avere misericordia anche per i preti.
Va benissimo la trasparenza e la condanna ferma e decisa del peccato o reato ma non dimentichiamoci mai della misericordia divina che certo non è un colpo di spugna ma una reale azione sanante.
Preghiamo tutti per lui.
E preghiamo anche per le Iene perché capiscano che l'audience non può essere l'unico criterio per fare tv...

mariateresa ha detto...

questa storia mi ha scosso. Purtroppo presi da indignazione, soprattutto se genitori, possiamo anche noi passare il segno e dire cose che non sono cristiane. I media hanno pompato, e da anni , un odio tale che la figura del prete ne è rimasta insozzata.E' nato un clichè come l'usaraio ebreo o bongo il negro. Insomma c'è del razzismo.
Eppure anche queste persone malate sono esseri umani da curare e da aiutare.E inoltre la colpevolezza va provata.E una denuncia contro un prete per questi reati non corrisponde a fatti veri finchè la giustizia non lo dice. Ma i media li hanno resi colpevoli fin dall'inizio, li mettono alla berlina e li vanno anche a stanare con l'inganno.
Spero che tutti si fermino un attimo perchè diventa una giungla un mondo così.
preghiamo per il nostro discernimento e anche per quello degli altri.

sonny ha detto...

C'è, purtroppo, anche questa storia da raccontare:



http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/378185/