Domani il Papa nella Biblioteca Apostolica Vaticana restaurata
Il Papa visita domani alle 11.00 la Biblioteca Apostolica Vaticana, restituita il 20 settembre scorso agli studiosi del mondo intero dopo tre anni di lavori di restauro e ristrutturazione. Benedetto XVI vi si era già recato il 25 giugno 2007 nell’imminenza della chiusura e ora torna per costatare di persona il nuovo volto della Biblioteca dei Papi. Nella Lettera indirizzata al cardinale Raffaele Farina, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, lo scorso 9 novembre, il Pontefice ricordava che la Biblioteca è parte integrante degli strumenti necessari allo svolgimento del Ministero petrino, un mezzo prezioso al quale il Vescovo di Roma non può e non intende rinunciare. Ma con quale stato d’animo è atteso domani il Papa? Lo spiega, al microfono di Fabio Colagrande, mons. Cesare Pasini, prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana.
R. – E’ un atteggiamento di piena accoglienza e anche di fierezza, per poter mostrare al Santo Padre quello che siamo riusciti a compiere nei tre anni di chiusura. Sappiamo che lui stesso teneva al fatto che non si andasse oltre ai tre anni di lavori e che si potesse riaprire bene, riaprire con tutte le cose in ordine e sistemate. Speriamo di poterglielo mostrare. Aggiungerei anche che ogni incontro è come una possibilità di comunione, una chiamata alla comunione. In questo caso, per noi, la comunione ha sempre in sè questo mistero di unità della Chiesa, nel quale la Biblioteca Apostolica Vaticana si sa coinvolta e si sente coinvolta.
D. – Durante la visita, al Papa verranno presentati i lavori che si sono svolti in questi anni, ma Benedetto XVI potrà anche osservare da vicino alcuni dei beni che sono conservati nella vostra Biblioteca...
R. – Sì: abbiamo pensato, mentre il Santo Padre girerà per le sale e vedrà i lavori che sono stati compiuti, di presentargli da parte dei vari responsabili e incaricati alcuni dei nostri beni, i famosi “tesori dell’umanità”: manoscritti, un incunabolo, un documento d’archivio, delle monete, una stampa antica. Grazie a questi documenti vogliamo idealmente ricordargli e presentargli tutto quell’immenso “patrimonio dell’umanità” che è conservato in Biblioteca e di cui il Papa conosce bene il valore e il significato.
D. – Nella lettera che ha indirizzato al cardinal Farina, in occasione della vostra riapertura, Benedetto XVI parla di una sua personale vicinanza di uomo di studio alla Biblioteca Vaticana. C’è un rapporto particolare tra questo Pontefice e l’istituzione di cui lei è prefetto?
R. – Certo, e gliene siamo immensamente grati. Vuol dire che viene colto il valore di questa istituzione come istituzione culturale all’interno della Santa Sede, alla quale la Santa Sede stessa tiene e alla quale dà un grande significato, perché la cultura è ritenuta importante e fondamentale nello sviluppo dell’umanità e poi perché questa istituzione è anche un’istituzione di frontiera. La cultura è dialogo con le altre persone, con le altre istituzioni, con le altre culture. La Biblioteca Vaticana, mi sembra che possa svolgere questo compito, facilitata dai beni che possiede e grazie alla chiarezza dei rapporti che riesce ad intrattenere.
D. – Proprio per questo il Papa in quella lettera parla della Biblioteca come di un’istituzione radicata nelle esigenze del governo della Chiesa, quindi tutt’altro che accessoria ...
R. – Questo ci ha fatto molto piacere, se posso dirlo in maniera semplice e schietta, e ovviamente ci dà una responsabilità. Non è quindi un “di più” o una casualità: “è successo che la Biblioteca rimanesse legata a questo ambiente”: no. E’ sentita come uno strumento fondamentale dell’azione della stessa Chiesa: ci sentiamo alla radice.
D. – Avete previsto dei doni particolari per il Papa che viene a visitarvi per la vigilia di Natale?
R. – Sì, dei doni molto simbolici, che però per noi hanno un forte significato. Regaleremo al Papa l’agenda per il 2011, che è stata preparata dalla Biblioteca e contiene nelle varie pagine raffigurazioni dei nostri beni più importanti: manoscritti, stampe, monete, incisioni ed altri materiali. Poi gli regaleremo anche una medaglia commemorativa della riapertura della Biblioteca, che è stata, infatti, coniata dalla ditta Pessina, in cui è raffigurato su un lato lo stesso Papa Benedetto XVI con, sullo sfondo, il Salone Sistino, e, dall’altro lato, l’ingresso della Biblioteca, uno dei luoghi che è stato maggiormente trasformato. Il terzo dono è un volume - “La casa sulla roccia” - composto dalle Romite del Sacro Monte di Varese, le suore di clausura di quella comunità, che mostra i luoghi del monastero e a fronte presenta delle riflessioni da parte di queste suore, che sono il sostegno spirituale della Biblioteca, grazie alla loro preghiera. Siamo anche andati a visitarle con il cardinale Bibliotecario; le sentiamo così importanti per noi che vogliamo lasciare al Papa questo segno e fargli sapere come riusciamo ad andare avanti: grazie al loro sostegno. (ap)
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