martedì 21 dicembre 2010

Gli abusi commessi soprattutto negli anni Settanta, rendono la Chiesa consapevole che è necessario accogliere questa umiliazione come un’esortazione alla verità e una chiamata al rinnovamento (Giansoldati)

«L’umiliazione della pedofilia porti a un rinnovamento»

Papa Ratzinger invita la Curia a reagire agli scandali

di FRANCA GIANSOLDATI

CITTA’ DEL VATICANO

Altro che annus orribilis. L’immagine di una Chiesa insudiciata dai crimini dei suoi figli l’aveva utilizzata già una volta, nel 2005, durante l’ultima Via Crucis di Papa Wojtyla e lui era “solo” un cardinale.
Gli scandali legati alla pedofilia emersi nel corso del 2010 in una sfilza di paesi europei - Irlanda, Olanda, Belgio, Germania, Austria, Norvegia e Gran Bretagna - a Papa Ratzinger hanno fatto tornare in mente la «sconvolgente» visione descritta dalla mistica Ildegarda da Bingen, una santa vissuta nel Medio Evo. In questa visione il volto della Chiesa è quello di una bellissima donna coperto di polvere, dal vestito strappato «per la colpa dei sacerdoti. Così come lei l’ha visto ed espresso, noi l’abbiamo vissuto in quest’anno».
Il tradizionale discorso pre-natalizio alla curia, solitamente concentrato sui fatti dell’anno, inizia proprio con un ampio resoconto dello scandalo degli abusi. «Dobbiamo essere capaci di penitenza» ha ripetuto ai cardinali e agli arcivescovi che nella Sala Regia del Palazzo Apostolico ascoltavano attenti la riflessione, una delle più dense del pontificato. Dopodiché Benedetto XVI ha citato il lungo passaggio della santa di Bingen, che, con linguaggio mistico, annotava: «Le stimmate del mio sposo rimangono fresche e aperte, finché sono aperte le ferite dei peccati degli uomini. Proprio questo restare aperte delle ferite di Cristo è la colpa dei sacerdoti.
Essi stracciano la mia veste poiché sono trasgressori della Legge, del Vangelo e del loro dovere sacerdotale. Tolgono lo splendore al mio mantello, perché trascurano totalmente i precetti loro imposti. Insudiciano le mie scarpe, perché non camminano sulle vie dritte, cioè su quelle dure e severe della giustizia, e anche non danno un buon esempio ai loro sudditi».
Gli abusi commessi soprattutto negli anni Settanta, rendono la Chiesa consapevole che è necessario accogliere «questa umiliazione come un’esortazione alla verità e una chiamata al rinnovamento. Solo la verità salva». Oltre a riparare il più possibile le ingiustizie commesse da una risicata minoranza di preti, oltre a raddrizzare il tiro ed espellere le mele marce, facendo più attenzione a chi entra nei seminari, il Papa si è interrogato su cosa c’è di sbagliato «nel nostro annuncio, nell’intero nostro modo di configurare l’essere cristiano». Perché non si tratta solo di essere capaci di penitenza ma si deve ripartire da ciò che è bene e ciò che è male. Una questione enorme che riguarda ogni aspetto della società. Relativizzare il male, come è stato fatto a partire dagli anni Settanta per opera di alcune correnti di pensiero, porta a far cadere le barriere dell’ethos. «La morale viene sostituita da un calcolo delle conseguenze e con ciò cessa di esistere. Gli effetti di queste teorie sono evidenti anche oggi». Basta solo dare una occhiata al florido mercato della pedo-pornografia, o alle conseguenze del turismo sessuale. Baby prostitute e bambini sotto i dieci anni vengono comprati da ricchi turisti occidentali. Le «perversioni» dell’ethos, sempre più percepite come cosa “normale” dalla società, finiscono per produrre mostruosità ai danni di intere generazioni di bambini thailandesi o brasiliani. Nel disinteresse generale.

© Copyright Il Messaggero, 21 dicembre 2010

1 commento:

Anonimo ha detto...

E le Figaro, quando non ci scrive Guénois, è come lo Spiegel, foto comprese. Eufemia
http://www.lefigaro.fr/international/2010/12/20/01003-20101220ARTFIG00591-les-allemands-desertent-l-eglise-catholique.php