NATALE: PAPA RATZINGER E CHIESA CHIEDONO PACE E GIOIA PER UMANITA'
''Chiedo a Cristo, luce delle nazioni, di allontanare ogni oscurita' dalle vostre vite e di donare a ognuno di voi la grazia di un Natale di pace e di gioia'': le parole di papa Benedetto XVI, nel radio-messaggio registrato, per la prima volta nella storia, ai microfoni della BBC sono arrivate al termine di un anno non facile per molti di coloro che, in ogni parte del mondo, vogliono celebrare la nascita di Cristo. E' il caso dei cristiani sotto attacco in molte zone del mondo, ma anche di coloro che sono nella malattia e nella poverta', come i 251 abitanti della periferia di Roma che il 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, dopo l'Angelus, pranzano con il papa nell'aula Paolo VI in Vaticano. Si tratta di persone assistite nelle strutture di accoglienza delle missionarie della carita' di Madre Teresa di Calcutta.
Il pranzo con i poveri conclude il fitto programma di impegni del pontefice in quelli che sono per il capo della Chiesa cattolica tra i giorni piu' intensi dell'anno. Le celebrazioni iniziano il giorno della vigilia, alle 22, con la messa della Notte di Natale nella Basilica di San Pietro.
Ma gia' prima della messa, il pontefice ha acceso, alle 18 il lume della pace, posto sul davanzale del suo studio privato e benedetto il presepe in Piazza San Pietro, opera di artigiani filippini, inaugurato poco prima. Durante la messa in San Pietro, viene svelata un'immagine di Gesu' Bambino, mentre le intenzioni di preghiera dei fedeli sono in polacco, francese, filippino, portoghese e tedesco, a simboleggiare l'universalita' della Chiesa. In Vaticano si prega, tra l'altro, per quanti hanno responsabilita' politiche affinche' operino con coraggio a ''favore di una pacifica convivenza tra i popoli''. Il 25 dicembre, poi, per il papa e' il giorno del tradizionale Messaggio natalizio Urbi et orbi.
Per molti di coloro che ascoltano l'invocazione del pontefice per la pace nella loro lingua, la celebrazione del Natale non si svolge tra mille difficolta'. In Pakistan, ad esempio, le manifestazioni contro la legge sulla blasfemia che ha portato alla condanna a morte di Asia Bibi, previste per il 24 e il 31 dicembre, sono state rinviate sia per rispetto del Natale e del capodanno islamico, sia perche' si temono scontri e violenze da parte dei partiti islamici, che negli stessi giorni hanno organizzato uno sciopero generale per contrastare eventuali modifiche alla legge. A Baghdad e nelle altre grandi citta' dell'Iraq, come Kirkuk e Mosul, invece, la comunita' cristiana attende il Natale con trepidazione per i timori di attentati, e addirittura si e' scelto di non celebrare messe durante la notte della vigilia.
Natale a rischio anche in Indonesia, nell'isola di Giava,dove cattolici e protestanti si rifiutano di annullare le festivita' natalizie, come richiesto dal governo locale.
Poiche' molti luoghi di culto sono stati chiusi dalle autorita', la messa di Natale viene celebrata nel marciapiede di fronte alla chiesa, sigillata dall'aprile 2010. A Betlemme, infine, sull'atmosfera natalizia grava il nuovo stallo dei negoziati israelo-palestinesi, anche se - accanto alle migliaia di turisti venuti per celebrare la venuta di Gesu' nella citta' in cui e' nato - Israele ha autorizzato quest'anno l'ingresso nel Paese, attraverso la frontiera giordana, anche di 200 cristiani dei Paesi arabi con cui non ha relazioni diplomatiche.
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