Papa: Sconvolti dagli abusi su minori, hanno strappato mantello Chiesa
Marinella Bandini
Roma, 20 dic (Il Velino)
La Chiesa si accinge a festeggiare il Natale con il “volto impolverato” e “il vestito strappato” per “la colpa dei sacerdoti”, e invoca il soccorso del Signore: “Risveglia Signore la Tua potenza e vieni”: così il Papa si è rivolto a cardinali e membri della Curia Romana e del Governatorato, ricevuti in udienza per la tradizionale presentazione degli auguri natalizi. Il Papa ha parlato del dissolvimento del consenso morale, dello scandalo degli abusi, e della “cristianofobia”; ha condannato empirismo e soggettivismo e piaghe come il turismo sessuale e la droga.
Nell’anno appena trascorso, la Chiesa è stata scossa da “grandi angustie” e “sconvolta” dalla “dimensione per noi inimmaginabile” degli abusi contro i minori commessi da sacerdoti”. Benedetto XVI usa una immagine di sant’Ildegarda di Bingen, in cui “il volto della Chiesa è coperto di polvere, ed è così che noi l’abbiamo visto. Il suo vestito è strappato – per la colpa dei sacerdoti”.
Il Papa invita ad “accogliere questa umiliazione come un’esortazione alla verità e una chiamata al rinnovamento”, rintracciando gli errori e facendo “tutto il possibile” perché “una tale cosa non possa più succedere”.
Papa Benedetto allarga il discorso alla pedo-pornografia “che in qualche modo sembra essere considerato sempre più dalla società come una cosa normale” e al turismo sessuale, che soprattutto nel Terzo mondo “minaccia un’intera generazione e la danneggia nella sua libertà e nella sua dignità umana”. Senza contare il problema della droga, “che con forza crescente stende i suoi tentacoli di polipo intorno all’intero globo terrestre”.
Il Papa rintraccia il fondamento di tali fenomeni nella “perversione di fondo del concetto di ethos” che a partire dagli anni Settanta si è affermata anche nell’ambito del cattolicesimo, invitando a ritrovare “nella grande tradizione razionale dell’ethos cristiano le basi essenziali e permanenti dell’agire morale”. Senza tale “consenso morale di base (...) le strutture giuridiche e politiche non funzionano” dice riprendendo il discorso a Westminster Hall, e constatando che “il mondo con tutte le sue nuove speranze e possibilità è, al tempo stesso, angustiato dall’impressione che il consenso morale si stia dissolvendo”.
Scenari in cui Dio sembra assente, ma “se apriamo i nostri occhi (...) può rendersi visibile che la potenza e la bontà di Dio sono presenti in maniera molteplice anche oggi”. Quello del Papa non è un bilancio tra successi e scandali, ma il realismo di chi crede nella “capacità dell’uomo di riconoscere la verità”, che “si mostra all’uomo che cerca col cuore aperto”. Per questo rimane “indimenticabile” il viaggio nel Regno Unito. Per questo fenomeni come empirismo e soggettivismo, oggi così diffusi, sono da contrastare, come insegna il cardinale Newman. Da lui – sottolinea Benedetto XVI – impariamo che “Dio e l’anima costituiscono ciò che è veramente reale. Sono molto più reali degli oggetti afferrabili (...). Dove avviene una tale conversione, non cambia semplicemente una teoria, cambia la forma fondamentale della vita. Di tale conversione noi tutti abbiamo sempre di nuovo bisogno”. Così la coscienza è “la capacità dell’uomo di riconoscere la verità” e di “obbedire” ad essa. Per Newman “‘coscienza’ non significa l’ultima obbligatorietà dell’intuizione soggettiva. È espressione dell’accessibilità e della forza vincolante della verità: in ciò si fonda il suo primato”.
Nei viaggi compiuti nel corso dell’anno appena trascorso “si è reso nuovamente visibile che la fede non è una cosa del passato, ma un incontro con il Dio che vive ed agisce adesso” ha detto il Papa. Ciò si è reso visibile anche nel Sinodo sul Medio Oriente, cui il Papa ha dedicato un passo del suo discorso.
In questa Regione, ha detto, “i cristiani sono la minoranza più oppressa e tormentata (...). Le parole e i pensieri del Sinodo devono essere un forte grido rivolto a tutte le persone con responsabilità politica o religiosa perché fermino la cristianofobia”. Ha poi citato “le parole sagge del Consigliere del Mufti della Repubblica del Libano (intervenuto al Sinodo, ndr) contro gli atti di violenza nei confronti dei cristiani. Egli diceva: con il ferimento dei cristiani veniamo feriti noi stessi. Purtroppo, però, questa e analoghe voci della ragione, per le quali siamo profondamente grati, sono troppo deboli”. Da qui l’appello del Papa a fermare la cristianofobia. In ultima analisi, il risanamento può venire soltanto da una fede profonda nell’amore riconciliatore di Dio. Dare forza a questa fede, nutrirla e farla risplendere è il compito principale della Chiesa in quest’ora”.
(ban) 20 dic 2010 16:52
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